Matriarcato
Il matriarcato, dal latino mater (madre) e dal greco -άρχης, derivato di ἄρχω ("essere a capo", "comandare"), o ginecocrazia[1] (in greco, "governo delle donne"), indica un'organizzazione sociale intesa secondo modelli teorici diversi nel tempo. In genere, esso è visto in modo oppositivo al concetto sociologico di patriarcato, in cui l'autorità è detenuta da un patriarca. In altre definizioni, invece, è visto in modo simmetrico al patriarcato[2], come fonte di potere autoritario.
Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'archeologia certo fornisce buon saggio dell'antichità dei culti femminili: sono davvero numerose le cosiddette Veneri paleolitiche, ossia semplici statuette (anche in forma di betili o di rocce lavorate) databili ad almeno 15 000 anni fa; queste raffigurazioni, laddove prive di una caratterizzazione di sesso, riproducono comunque archetipi di fertilità (seni e fianchi enfatizzati) e molte epoche le separano dalle prime raffigurazioni maschili. Si tratta dunque quasi certamente di segni femminili, sebbene (almeno in qualche caso) ne sia un po' meno certa l'effettiva adibizione ad oggetti di culto.
Nella mitologia greca si ebbe, con il mito delle Amazzoni, un emblematico esempio di società matriarcale. Le Amazzoni erano considerate nemiche dei Greci, in quanto, in una società maschilista come quella greca, l'esistenza di donne guerriere non era neanche concepibile. I riti religiosi indicavano un'autonomia della donna a rimanere in gravidanza e quindi a generare la vita, la paternità non veniva tenuta in nessun conto.
Altri recenti studi nelle scienze sociali, hanno sostenuto l'ipotesi del matriarcato come reale forma di governo delle comunità umane primitive partendo dal fatto che nella storia comparata delle religioni risultano divinità femminili molto importanti, con culti relativi come quelli delle Dee Madri, anche personalizzate in dee come (Astarte, Tanit, Cibele, ecc.). Tali culti erano diffusi specialmente nel Mar Mediterraneo centro-orientale, e la grande madre simbolicamente era identificata con la terra che porta frutti. Tale ipotesi è collocata in tempi più antichi di quelli in cui si è istituita l'agricoltura (che ha portato il patriarcato) e da riferirsi alle epoche della sussistenza per "caccia e raccolta", con la seconda costituente la fonte principale delle derrate alimentari. Tale ipotesi è stata sostenuta ad esempio dall'antropologo spagnolo Pepe Rodríguez.
L'organizzazione sociale matriarcale[modifica | modifica wikitesto]
Il matriarcato è una tipologia di società storica abbastanza rara, con qualche reale esempio attuale. Il matriarcato non va confuso con la matrilinearità, per la quale le linee ereditarie si seguono in via muliebre. Ciò è molto diffuso nelle società primitive, in quanto la madre è sempre sicura, mentre il padre no, per cui l'opportunità sociale che la filiazione faccia riferimento almeno ad un genitore certo per poter costituire una linea ereditaria. Il matriarcato è una forma di governo nella quale il potere politico-economico, nell'ambito di una data comunità, è demandato alla madre più anziana della comunità stessa e, per estensione, alle donne di tale società.
Secondo alcuni, a partire dalle ipotesi avanzate da Johann Jakob Bachofen nel suo saggio Il matriarcato del 1861, il matriarcato fu l'organizzazione originale dell'umanità, e solo successivamente questa venne sostituita dal patriarcato. Tali tesi ritengono reale il matriarcato in epoca neolitica, riconoscendo l'esistenza di un capo supremo donna e, in generale, delle donne come capi-famiglia. All'uomo sarebbero state demandate le funzioni pratiche di sussistenza (approvvigionamento, caccia - funzioni "esterne" all'aggregato sociale, alla caverna), alla donna si sarebbe invece delegata l'organizzazione sociale ("funzione interna").
Le ipotesi, formulate col metodo deduttivo su un'esigua base d'indagine, si articolano poi di molte corollarie teorizzazioni, ma sostanzialmente pensano alla possibilità di nuclei associati preistorici denotati da una figura femminile stabile nel centro geografico di aggregazione del nucleo sociale, mentre il maschio avrebbe avuto funzioni cercatorie, esplorative e all'occorrenza di difesa. Per la presenza costante in situ la donna avrebbe avuto dunque diretto e continuo contatto con l'essenziale economia e dunque avrebbe di fatto gestito il potere: ipotesi possibile, ma poco convincente. Molto di più lo è quella che motiva il primato della donna e la sua gestione del potere economico-politico con l'enorme prestigio che le derivava dal fatto di essere considerata unica procreatrice dei membri del gruppo, prestigio che le fu tolto solo dalla scoperta della paternità. La confederazione irochese, unione di alcune nazioni indiane americane, presenta nei suoi fondamenti costituzionali, diversi tratti indicanti un'organizzazione matriarcale, o sessualmente paritaria[3][4][5][6].
L'etnografo Bronisław Malinowski, dalla London School of Economics, ha vissuto tra gli aborigeni delle isole Trobriand (Melanesia occidentale) e ha studiato la loro società nel 1914-1918, definendola matriarcale e matrilineare[7] Studiando diverse tribù del Pacifico occidentale e utilizzando il metodo del confronto, Malinowski ha dato conferme di un'idea di Lewis Morgan che il matriarcato fosse pratica comune in molte società tribali. Le popolazioni delle isole Trobriand mantengono questa struttura. Ci sono ancora oggi alte società che continuano a mantenere le caratteristiche matriarcali come la Tuareg[8], Irochese, il Minangkabau in Indonesia o in alcune popolazioni come quelle delle isole Comore. Cultura matriarcale nel popolo Tigrini in Eritrea e nella Regione dei Tigrè (Etiopia), l'indiano Kerala, i Khasi[9], abitanti dalle montagne Khasi e i Jaintia dello Stato autonomo Meghalaya nel nord-est dell'India.
Altre accezioni[modifica | modifica wikitesto]
- Fraseologicamente, per matriarcato si intende a volte, estensivamente, una sorta di "governo delle donne", sebbene per una siffatta figura sia più appropriato parlare di ginecocrazia.[10]
- Alternativamente, il termine è usato a significare una centralità, e talvolta un comando esclusivo, della donna nella gestione decisionale e finanziaria del nucleo familiare, ciò che effettivamente si è riscontrato in molte comunità rurali, anche in Italia.[senza fonte]
- In etologia, il termine matriarca indica la femminina dominante. Ad esempio, in una società (matriarcale) di elefanti, la matriarca è la femmina più anziana.
Animali[modifica | modifica wikitesto]
Tra gli animali sociali esistono varie forme di matriarcato, in cui al vertice c'è un esemplare di sesso femminile. Tra gli insetti quali api e formiche troviamo al vertice la regina, mentre i maschi in genere servono solo alla riproduzione. Tra i mammiferi non è raro trovare branchi o mandrie al cui comando ci sono una o più femmine alfa, quali elefanti, in cui ai maschi sono relegati ruoli di sentinelle e difesa.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ J. J. Bachofen, Il matriarcato. Ricerca sulla ginecocrazia nel mondo antico nei suoi aspetti religiosi e giuridici, 2 voll., a cura di Giulio Schiavoni, Giulio Einaudi editore, Torino 1988.
- ^ Matriarcato, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 27 dicembre 2022.
- ^ Jacobs, Renée E., Iroquois Great Law of Peace and the United States Constitution: How the Founding Fathers Ignored the Clan Mothers, in American Indian Law Review, vol. 16, no. 2, pp. 497-531, esp. pp. 498-509/506–507 ( author 1991).
- ^ Carr, L., The Social and Political Position of Women Among the Huron-Iroquois Tribes, Report of the Peabody Museum of American Archaeology, p. 223 (1884)
- ^ Stella Tamang, Indigenous Affairs 1-2/04 p46.
- ^ Six Nations Women's Traditional Council Fire Report to CEDAW p2.
- ^ "Argonauts Of The Western Pacific"
- ^ Heide Goettner Abendroth Le società matriarcali Edizione Venexia 2013
- ^ http://www.universalis.fr/encyclopedie/T232317/KHASI.htm encyclopedie - Khasi
- ^ ginecocrazia, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Johann Jakob Bachofen, Il matriarcato. Storia e Mito tra Oriente e Occidente, Marinotti, 2004
- Francesca Colombini e Monica Di Bernardo (a cura di) Matriarché. Il principio materno per una società egualitaria e solidale, Ėxòrma, 2013
- Marija Gimbutas, Il linguaggio della Dea, ed Venexia, 2008
- Heide Goettner-Abendroth, Le Società Matriarcali. Studi sulle culture indigene del mondo, ed Venexia, 2013
- Serafino Massoni, La stirpe del serpente, Aliberti editore, 2008. 2ª ed. Leonida Edizioni, 2019
- Merlin Stone, Quando dio era una donna, ed Venexia, 2011
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- matriarcato, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- matriarcato, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) matriarchy / social system, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Immagini del sacro femminile: mito -archeologia d'Europa, su universitadelledonne.it. URL consultato il 26 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).
- Aphrodite: Mother Earth W. Sherwood Fox The American Journal of Philology, Vol. 41, No. 3 (1920), pp. 283–286
- La Dea Madre, su alateus.it.
- Immacolate concezioni. L'Europa prima della nascita di Dio, su universitadelledonne.it.
- La Bibbia censurata, Jacopo Fo 11 luglio 2004
- Estratto da Breve storia della censura e della satira di Dario Fo
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