Marta Luisa di Norvegia

Marta Luisa
Principessa di Norvegia
Stemma
Stemma
In caricadal 22 settembre 1971
TrattamentoSua Altezza Reale
(1971-2002)
Sua Altezza
(dal 2002)
NascitaRikshospitalet, Oslo, Regno di Norvegia, 22 settembre 1971 (52 anni)
DinastiaSchleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg (Norvegia)
PadreHarald V di Norvegia
MadreSonja Haraldsen
ConsorteAri Behn
(2002-2017, div.)
FigliMaud Angelica
Leah Isadora
Emma Tallulah
ReligioneLuteranesimo norvegese

Marta Luisa di Norvegia (Oslo, 22 settembre 1971) è una principessa norvegese.

È quarta in linea di successione al trono, dopo suo fratello Haakon e i nipoti Ingrid Alexandra e Sverre Magnus.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Battesimo e diritti di successione[modifica | modifica wikitesto]

La principessa Marta Luisa è nata al Rikshospitalet di Oslo nel 1971, primogenita di Harald e di Sonja Haraldsen

Marta Luisa, da bambina a sinistra, con alcuni famigliari e Carlo XVI Gustavo di Svezia, Skaugum, 1974

Il 19 ottobre fu battezzata nella cappella del palazzo reale di Oslo.[1] I suoi padrini furono il nonno Olav V, il conte Flemming di Rosenborg (cugino di suo padre), lo zio materno Haakon e Nils Jørgen Astrup (amico di suo padre).[1] Le madrine furono Margherita di Svezia (zia di suo padre), la zia paterna Ragnhild, la nonna materna Dagny Ulrichsen e Ilmi Riddervold (amica di sua madre).[1] Ricevette i seguenti nomi: Marta, in onore della nonna paterna, Marta di Svezia; Luisa, in onore della trisnonna, Luisa di Svezia, madre di Haakon VII di Norvegia.[2] 

All'epoca della sua nascita, la successione al trono era riservata soltanto ai figli maschi, fin quando una modifica alla Costituzione norvegese non introdusse la primogenitura assoluta, nel 1990.[2] Tuttavia, tale emendamento non fu applicato con valore retroattivo e Marta Luisa, sebbene iniziò a essere contemplata nella linea di successione, viene comunque preceduta dal fratello minore.[3]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Cresciuta nella residenza di Skaugum, da giovane era membro di un coro e suonava il flauto.[2] Faceva anche parte di un gruppo di danza folk al Norsk Folkemuseum.[2] Frequentò un asilo comunale e poi una scuola elementare locale, prendendo parte a diverse attività di doposcuola.[2]

La principessa Marta Luisa con il politico sami Sven-Roald Nystø, 2001

Dopo aver frequentato la scuola Smestad di Oslo, nel 1990 completò gli studi al Kristelig Gymnasium, con particolare attenzione per le materie linguistiche.[2] Nell'autunno dello stesso anno si spostò in Inghilterra per praticare equitazione presso il Waterstock House Training Centre e per studiare letteratura all'Università di Oxford.[2] Successivamente si è allenata all'Arena UK per perfezionare le sue abilità nel salto ostacoli.[2] 

Tornata in Norvegia, nell'autunno del 1992 cominciò a frequentare la Bjørknes Privatskole, per poi iniziare un programma di fisioterapia presso l'Oslo University College.[2] Compì il praticantato a Maastricht, nei Paesi Bassi, ed ebbe la certificazione di fisioterapista nel dicembre del 1997 .[2] Nel 2000 si specializzò sul metodo Rosen.[2]

Carriera e attività[modifica | modifica wikitesto]

A inizio anni 2000 è stata coinvolta nella divulgazione delle fiabe tradizionali norvegesi, in parte anche per via televisiva.[2] Nel gennaio 2002 inaugurò altre sue attività in ambito culturale e come terapeuta del metodo Rosen.[2] Avendo iniziato a lavorare in modo autonomo, cominciò a pagare le tasse e suo padre, previa consultazione, le tolse il trattamento di Altezza reale e le lasciò quello di Altezza.[2][3] 

Dichiarando di poter comunicare con gli animali e gli angeli, nel 2007 decise di aprire la scuola alternativa di terapia Astarte Education/Soulspring (dal nome di una delle più antiche divinità mediorientali), che ha diretto con Elisabeth Nordeng fino al 2019.[4][5][6] Per questo suscitò diverse polemiche, ricevendo critiche dall'Università norvegese di scienza e tecnologia, dal teologo Inge Lønning, dallo storico della religione Asbjørn Dyrendal, dal medico alternativo Bernt Rognlien e dal Direttore della Salute norvegese Lars E. Hanssen.[7] L'11 ottobre 2007 la principessa difese la scuola in un'intervista alla TV pubblica NRK.[8] 

Nel 2018 aprì con Geir Kamsvåg il canale YouTube HEST360 e nel 2021 divenne partner del marchio di abbigliamento HÈST.[2] Ha pubblicato alcuni libri e ha partecipato alla produzione di programmi televisivi per bambini.[2] Il suo primo libro, Why Kings and Queens Don't Wear Crowns, è stato pubblicato nel 2004 ed è un racconto sul trasferimento del nonno Olav V dalla Danimarca alla Norvegia.[9]

Ritiro dalle attività ufficiali[modifica | modifica wikitesto]

L'8 novembre 2022 la casa reale ha annunciato che Marta Luisa non avrebbe più svolto doveri ufficiali per conto della famiglia reale, secondo la volontà della principessa di distinguere meglio le sue attività professionali dalla monarchia.[10] Compì una scelta del genere già nel 2019, quando decise di smettere di utilizzare il titolo principesco nell'ambito delle sue attività imprenditoriali.[11] 

Ha rinunciato quindi ai suoi patrocini, continuando tuttavia a ricoprire il ruolo di presidentessa del CdA del Princess Märtha Louise's Fund (istituito nel 1972), che opera a sostegno dei bambini con disabilità.[10]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Il 13 dicembre 2001 venne annunciato il suo fidanzamento con il danese Ari Behn.[2] La cerimonia di nozze, officiata dal vescovo Finn Wagle, ebbe luogo nella cattedrale di Nidaros a Trondheim, il 24 maggio 2002.[12][13] Il 5 agosto 2016 la casa reale annunciò il divorzio della coppia, che decise l'affidamento congiunto delle tre figlie.[14][15][16] 

Il 7 giugno 2022 ha annunciato il suo fidanzamento con il terapista alternativo statunitense Durek Verret (1974).[17]

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Marta Luisa di Norvegia e Ari Behn ebbero tre figlie:

  • Maud Angelica Behn (Oslo, 29 aprile 2003);
  • Leah Isadora Behn (Hankø, 8 aprile 2005);
  • Emma Tallulah Behn (Oslo, 29 settembre 2008).

Titoli e trattamento[modifica | modifica wikitesto]

  • 22 settembre 1971 – 1 febbraio 2002: Sua Altezza Reale la principessa Marta Luisa di Norvegia
  • dal 1 febbraio 2002: Sua Altezza la principessa Marta Luisa di Norvegia

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Haakon VII di Norvegia Federico VIII di Danimarca  
 
Luisa di Svezia  
Olav V di Norvegia  
Maud di Gran Bretagna Edoardo VII del Regno Unito  
 
Alessandra di Danimarca  
Harald V di Norvegia  
Carlo di Svezia Oscar II di Svezia  
 
Sofia di Nassau  
Marta di Svezia  
Ingeborg di Danimarca Federico VIII di Danimarca  
 
Luisa di Svezia  
Marta Luisa di Norvegia  
Halvor Haraldsen Olsbrygge Harald Gundersen Olsbrygge  
 
Aslaug Kristine Halvorsdatter Jøntveit  
Karl August Haraldsen  
Karete Josefine Nielsen Niels Nielsen  
 
Hanna Andrea Hansdatter  
Sonja Haraldsen  
Johan Christian Ulrichsen Ulrik Cristophersen  
 
Anne Sophie Johannesdatter  
Dagny Ulrichsen  
Marie Berntine Hansen Johan Nicolai Hansen  
 
Anne Gurine Bentsen  
 

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze norvegesi[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Susan Flantzer, Norwegian Royal Christenings, su unofficialroyalty.com, 19 gennaoo 2018. URL consultato l'11 ottobre 2023.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q (EN) Her Highness Princess Märtha Louise - Biography, su royalcourt.no. URL consultato il 28 settembre 2017.
  3. ^ a b (EN) Hope Coke, Revisiting Princess Märtha Louise of Norway's life in the spotlight as she quits royal duties, su tatler.com, 10 novembre 2022. URL consultato l'11 ottobre 2023.
  4. ^ La principessa che parla con gli angeli "Apro una scuola per condividere il mio dono", su repubblica.it, 24 luglio 2007. URL consultato il 28 settembre 2017.
  5. ^ (EN) Norway princess 'talks to angels', 25 luglio 2007. URL consultato il 28 settembre 2017.
  6. ^ (EN) Princess claims clairvoyant powers, aims to share them - Aftenposten.no, su aftenposten.no, 10 ottobre 2007. URL consultato il 28 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2007).
  7. ^ (EN) Princess draws more flak - Aftenposten.no, su aftenposten.no, 21 dicembre 2007. URL consultato il 28 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2007).
  8. ^ Principessa di Norvegia apre una scuola di contatto con gli angeli, 17 agosto 2007. URL consultato il 28 settembre 2017.
  9. ^ (EN) Why Kings and Queens Don't Wear Crowns. URL consultato il 28 settembre 2017.
  10. ^ a b (EN) Princess Märtha Louise to relinquish her official duties, su royalcourt.no, 8 novembre 2022. URL consultato il 2 gennaio 2023.
  11. ^ (EN) The roles of Princess Märtha Louise and Durek Verrett moving forward, su royalcourt.no, 8 novembre 2022. URL consultato l'11 ottobre 2023.
  12. ^ (EN) The Most Iconic Royal Wedding Gowns of All Time, 23 luglio 2015. URL consultato il 28 settembre 2017.
  13. ^ (EN) The wedding of Princess Märtha Louise, su royalcourt.no. URL consultato il 28 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2017).
  14. ^ Una principessa divorziata - Norvegia: Märtha Louise lascia il suo Ari Behn dopo 14 anni di matrimonio, su rsi.ch, 6 agosto 2016. URL consultato il 28 settembre 2017.
  15. ^ (EN) Princess Märtha Louise of Norway lifts the lid on her divorce, 7 settembre 2016. URL consultato il 28 settembre 2017.
  16. ^ La principessa di Norvegia Martha Louise annuncia il divorzio, su ilfogliettone.it, 6 agosto 2016. URL consultato il 28 settembre 2017.
  17. ^ (NOSEEN) Forlovelse, su kongehuset.no, 7 giugno 2022. URL consultato il 1⁰ giugno 2023.
  18. ^ Elenco degli insigniti.
  19. ^ (DA) Persondetaljer - Hendes Kongelige Højhed Prinsesse Märtha Louise af Norge, su borger.dk. URL consultato il 28 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 17 dicembre 2012).
  20. ^ Islanda (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2014).
  21. ^ Bollettino Ufficiale di Stato (PDF).
  22. ^ Daily Mail.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Linea di successione al trono britannico Successore
Ingrid Alexandra di Norvegia 74ª posizione Maud Angelica Behn
Controllo di autoritàVIAF (EN5987855 · ISNI (EN0000 0001 0866 1290 · GND (DE128563354 · WorldCat Identities (ENviaf-5987855