Marco Carnà

Marco Carnà, nome d'arte di Marco Colombo (Passirano di Carnate, 15 dicembre 1929Vimercate, 10 agosto 2021), è stato un pittore, scultore, disegnatore e poeta italiano.[1]

Marco Carnà di Fronte a Ritmo Franto, 1971

Biografia e vita artistica[modifica | modifica wikitesto]

Agostino Bonalumi, Edoardo Fraquelli e Marco Carnà (fotografia di Uliano Lucas)

Inizio della vita artistica[modifica | modifica wikitesto]

Marco Carnà nacque il 15 dicembre 1929 a Passirano di Carnate (Milano),[2][3] città da cui scelse poi di prendere il nome. Carnà, infatti, è l’antica dizione del toponimo. Durante gli anni della guerra, tra il 1941 e il 1944, frequentò la scuola professionale Collegio Ballerini a Vimercate e poi, per breve periodo, a Seregno.[1] Avrebbe avuto la possibilità di fermarsi in collegio, ma a causa della preoccupazione del padre riguardo ai bombardamenti, fu costretto ad interrompere la frequenza scolastica. Nonostante la giovane età, collaborò con alcuni artisti per lavori di decorazione della Chiesa di Carnate.[4]

Dal 1946 in avanti, Carnà intraprese diversi viaggi, dapprima a Venezia e successivamente a Padova. In quegli anni ebbe la possibilità di approfondire i suoi studi come autodidatta, grazie alla biblioteca di uno sfollato milanese che aveva trovato rifugio a Carnate.[4]

Nel 1946 si iscrisse ai corsi della Scuola di Disegno del Castello, a Milano.[4] Grazie al suo innato talento, venne subito ammesso al corso finale, ma questo lo dissuase dal seguire le lezioni. Si iscrisse allora alla Scuola Libera del Nudo di Brera, che frequentò per alcuni anni.[1] In seguito, non trovando più alcuno stimolo nella consuetudine formale, abbandonò gli studi.[1]

Negli anni Cinquanta iniziò a essere attratto dalla pittura dell’Ottocento e del Novecento francesi, da Courbet a Cezanne.[2] A seguito di conflitti stilistici, dubbi e sperimentazioni, negli anni successivi Carnà decise di aderire alla corrente non meglio definita del “neo-naturalismolombardo.[4] Nel 1958 tenne la sua prima mostra a Milano, alla Galleria Montenapoleone.[5] Nel frattempo iniziò a viaggiare, prima in Italia, poi a Parigi.[4]

Gli esordi e il successo[modifica | modifica wikitesto]

Torsione, 1975 (Archivio Marco Carnà)

Tra il 1953 e il 1962, Marco Carnà sperimentò un’intensa stagione di produzione artistica e di reciproca influenza con i pittori Ennio Morlotti e Renato Birolli.[1] A Milano, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, visse a contatto con artisti quali Agostino Bonalumi, Enrico Castellani e Piero Manzoni. Furono gli anni delle sue prime tele estroflesse, che esibiscono costruzioni ritmiche e strutture tubolari, che diventeranno poi il suo originale alfabeto formale.[3]

Agli inizi del 1958 affittò uno studio a Milano, in Via Confalonieri, e poco dopo in via Ciovassino.[4] Nonostante a Milano i suoi contatti con gli artisti dell’avanguardia si moltiplicarono, preferì continuare a lavorare da solo. Spesso gli amici Arturo Vermi, Uliano Lucas e Costantino Guenzi andavano a trovarlo nel suo studio. Insieme frequentavano anche alcuni bar di Brera, come il Jamaica o il Geni’s,[6] che rappresentavano per questi artisti veri e propri cenacoli di idee e scontri ideologico-politici.[7]

Nel 1959, all’XI Premio Lissone, si affermarono il Tachisme e l’Informel: Carnà aderì alla seconda corrente.[1] Per Carnà iniziò un periodo ricco di mostre, a Prato e a Parigi. Ottenne grandi riconoscimenti, sia di critica, sia di pubblico.[4] Le sue opere destarono anche l’interesse dei collezionisti.

Dal 1963 in avanti la pittura di Carnà subì una svolta: ispirandosi alle raffinerie e alle fabbriche, creò i celebri “tubi”, che diventarono la cifra della sua ricerca formale. Le sue estroflessioni divennero quindi la base per l’esplorazione di un nuovo stile artistico, quello delle “scultopitture”. Tali pitture a rilievo, che reinventano la figurazione in chiave Pop, vennero chiamate dall’artista stesso “Ironie".[8]

Colonna barocca. Omaggio a Bernini, 1967 (Fondazione VAF, Francoforte)

Il Quartiere delle Botteghe[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1964, Carnà si unì ad altri artisti di spicco di Milano nel Quartiere delle Botteghe di Sesto San Giovanni.[9] Tra gli altri ricordiamo Enrico Castellani, Agostino Bonalumi, Lino Marzulli, Lino Tiné, Luciano Fabro, Turi Simeti, Hidetoshi Nagasawa e Arturo Vermi.[10] A seguito di una speculazione edilizia, diversi spazi all'interno di un complesso nella periferia di Sesto San Giovanni rimasero inutilizzati. Il proprietario decise quindi di concedere l’uso di tali spazi a un gruppo di artisti.[11] I loro studi vennero collocati al piano terra dello stabile, in locali originariamente destinati a negozi, mentre alcuni tra loro risiedevano al piano superiore.[11] Marco Carnà, dopo soli tre anni, si stancò di quella vita artistica comunitaria e decise di andarsene.[1]

Il ritiro a Carnate[modifica | modifica wikitesto]

Marco Carnà fece ritorno al suo paese natio, Passirano di Carnate, nel 1967.[4] Nel 1987 si sposò con Daniela Piazza.

Negli anni Settanta iniziò a sperimentare diversi materiali e si dedicò con maggiore assiduità alla scultura.[4] Nacquero così i rilievi euritmici, tele in rilievo poste su telai modulari e componibili secondo precise sequenze. Queste opere portarono avanti la ricerca sulle torsioni di strutture primarie con le quali Carnà aveva già sperimentato all’inizio degli anni Sessanta.[8]

Negli anni Ottanta e Novanta si dedicò in prevalenza a un’arte più illustrativa, dedicandosi a importanti commissioni ecclesiastiche.[3] Tra queste, si ricorda in particolare il progetto per le vetrate trifore del Duomo di Monza, realizzate da Carnà nel 2006.[3]

Tra il 2002 e il 2004 l'artista collaborò con un settimanale di cultura milanese: Il Domenicale.[12] Nel suo primo numero del 26 ottobre 2002 era presente una pagina-album dedicata ad Ezra Pound, con disegni di Marco Carnà. Nel secondo numero era invece presente una crocifissione, sempre realizzata dall’artista.[12]

Negli ultimi anni della sua vita, Marco Carnà continuò a produrre incessantemente e a sviluppare la sua ricerca artistica.[4] Morì a Vimercate, il 10 agosto 2021, all’età di 91 anni.[4]

L'arte[modifica | modifica wikitesto]

Il percorso artistico[modifica | modifica wikitesto]

Omaggio a Piero della Francesca - Tubi, 1982 (collezione privata, Milano)

Il percorso dell'artista è un variopinto evolversi di stili, soggetti, forme e tecniche. La sua sperimentazione fu costante, Carnà arrivò a creare un numero impressionante di dipinti, disegni e sculture.[4] Ad oggi, la maggior parte delle sue opere fanno parte dell’Archivio Marco Carnà, curato da Marina Pizziolo e Romano Ravasio.[13]

Dapprima ispirato dalla realtà naturale in cui viveva, si inserì in quella che oggi viene definita come corrente del “neo-naturalismo” lombardo. I suoi “grandi maestri” furono Paolo Uccello e Piero della Francesca.[4] Successivamente, alla fine degli anni Cinquanta, aderì alla corrente dell’Informale. Complice di questo cambiamento fu l’ambiente artistico che frequentava, quello di Brera negli anni Sessanta, terreno fertile di discussioni e scontri socio-politici.[8] Dal 1963 in avanti la pittura di Carnà si discostò dal canone dell’Informale, per ispirarsi invece alla modernità. Grazie alla sua passione per le raffinerie e le fabbriche operose, l’artista entrò nel periodo artistico dominato dai “tubi”, da lui chiamati “sovrastrutture”, che diventarono il suo punto di riferimento.

Il ritorno a Passirano di Carnate segnò un improvviso cambiamento nel percorso artistico di Marco Carnà. Si allontanò infatti dalle sperimentazioni di quegli anni, per dedicarsi assiduamente alla scultura e alla produzione di cicli illustrativi. L’arte liturgica fu la grande protagonista degli ultimi quarant’anni della sua produzione.[4]

Per tutta la vita Marco Carnà cercò di isolarsi all’interno della sua arte. “La mia eredità”, spiega, “non è quella dei cubisti, degli impressionisti, è quella di fuggire dal percorso definitivo dei curatori, dei critici, dei mercanti. E da questo mi sono isolato, venni via da Milano, venni via dalla competizione e mi inoltrai in questo percorso dove ogni opera che si fa è una battaglia”.[8]

L'arte illustrativa e religiosa[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1967 in avanti Marco Carnà si dedicò a un’arte più illustrativa. Numerose furono le illustrazioni di scritti: la Divina Commedia dantesca, i Canti di Lautreamont, le Anime Morte di Gogol, i Racconti di Edgar Allan Poe, il Barone di Munchausen di Raspe, e un corposo Evangeliario.[14]

Nel 1980, su invito della Parrocchia carnatese e in collaborazione con Lino Marzulli, Marco Carnà dipinse, per la Chiesa Santa Maria Madre di Dio “Alla Stazione”, undici tele (140x100) su temi biblici. L'ordine espositivo si può leggere a partire dall'ingresso: "la creazione", "il peccato", proseguendo poi con "la liberazione", fino all'ultima immagine raffigurante "il sacrificio".[15] Nel 1986, per la Chiesa Parrocchiale di Carnate (Chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano), progettò ed eseguì otto cartoni per otto grandi vetrate, realizzate dallo storico laboratorio di Pier Francesco Taragni, in via Papa Ratti a Bergamo.[16]

Nell’inverno del 1990, appena dopo la caduta del muro di Berlino, Carnà è invitato dalle autorità culturali dell'Unione Sovietica ad esporre a Saratov, città che fino ad allora era stata proibita agli stranieri. La mostra si focalizza sulle illustrazioni di un classico della letteratura russa: Le anime morte di Gogol.[17]

Tra il 1994 e il 1995 fu don Felice Radice, fraterno amico dell’artista e parroco del S. Cuore di Triante in Monza,[18] a proporgli di dipingere diciotto grandi opere sul tema della Passione, Morte e Resurrezione del Cristo. Le tele (180x150) sono collocate nel transetto della chiesa. Tra il 1995 e il 2000, Carnà completò il discorso iconografico nella Parrocchia di Triante dipingendo altre diciotto tele ad olio, ispirate alla vita del Cristo.[16] Nel salone “sottochiesa” presente nel seminterrato sotto il transetto sono invece presenti undici cartoni di grande formato, realizzati da Carnà nel 2000.[19] Sono i disegni preparatori delle vetrate della facciata, del transetto e del portale, che vennero realizzati dal laboratorio di Tito Toneguzzo di Morsano al Tagliamento.

Nel 1998 la Congregazione Famiglia del Sacro Cuore di Gesù in Sulbiate affidò al pittore l’incarico di dipingere una sintesi visiva della vita di Madre Laura Baraggia, fondatrice della congregazione, in occasione del settantacinquesimo anniversario dalla sua morte.[20] L’opera, olio su tavola, è ad oggi collocata nella Casa Madre sulbiatese.

Nel 2006, Marco Carnà realizzò la sua più importante opera liturgica: il disegno di due vetrate trifore sulla facciata del Duomo di Monza. Su invito dell’Arciprete Mons. Leopoldo Gariboldi, l’artista diede vita a due temi evangelici con florilegio coloristico che ben si adattava ai molteplici, antichi stilemi dell’edificio sacro.[21]

Tra le sue innumerevoli opere, è sicuramente l’insieme dei disegni raffiguranti l’Inferno dantesco a godere della più ampia fama. Nel 1993 i suoi disegni vennero esposti a Crema, nei Chiostri dell’ex convento di Sant’Agostino.[22] Nel 1997 a Prato, nello Spazio S. Caterina, su invito delle autorità comunali e della Biblioteca Antiquaria, venne allestita un’imponente esposizione di centocinquanta tavole sull’Inferno dantesco.[23] Nel 2007, l’artista riuscì ad esporre le sue opere sull’Inferno anche al di fuori dell’Italia, più precisamente a Minsk, in Bielorussia.

Nel 1993, l’artista stesso si curò di pubblicare una raccolta di tali opere, intitolata “Il Visibile Parlare – Disegni dall’Inferno Dantesco (1953-1983)”.[24]

Esposizioni[modifica | modifica wikitesto]

Principali mostre personali[modifica | modifica wikitesto]

  • 2022 - Milano, Ex Richard Ginori, Shaping Ideas. Marco Carnà. Strutture primarie: 1969-2010, 10-11 giugno.[17]
  • 2012 - Monza, Chiesa del Sacro Cuore di Triante, Passione di Cristo segnata col pennino e inchiostro da Marco Carnà. 17 marzo - 25 aprile.
  • 2007 - Minsk, Bielorussia, Museo d'Arte Moderna, Il visibile parlare. Disegni dall'inferno dantesco (1953-1993), giugno.[24]
  • 2000 - Monza, Auditorium della Chiesa del Sacro Cuore di Triante, Gesù il Cristo. Diciotto dipinti di Marco Carnà, 15 aprile - 7 maggio.
  • 1997 - Prato, Spazio Santa Caterina, Il visibile parlare. Disegni di Marco Carnà dall'Inferno dantesco, 6-28 settembre.[23]
  • 1996 - Monza, Arengario, Carnà, Via crucis, 14 giugno - 15 luglio.
  • 1993 - Crema, Sala Cremonesi del Centro Culturale Sant’Agostino, Il visibile parlare, 17 aprile - 2 maggio.
  • 1993 - Milano, Palazzo Sormani, Marco Carnà: illustrazioni, 10-30 settembre.
  • 1993 - Monza, Chiesa Parrocchiale del Sacro Cuore al Triante, Marco Carnà. Cartoni delle vetrate, 23-24 ottobre.
  • 1993 - Milano, Libreria Garzanti, Le anime morte. Disegni dal poema di Nikolj Gogol, 16 novembre - 8 dicembre.
  • 1991 - Plaisance du Touch, Xème Rencontre de l’Art e de l’Artisanat, Carnà Informel. Dipinti 1953-1962, 26-27 ottobre.
  • 1990 - Saratov, U.R.S.S., Galleria Avtograf, Le anime morte. Disegni dal poema di Nikolj Gogol.
  • 1990 - Carnate, Villa Fornari Banfi, Marco Carnà. L'immagine immaginata 1954-1963, 28 aprile-10 giugno.
  • 1988 - Usmate Velate, Villa Borgia, Dall'Inferno dantesco ‘Il visibile parlare’. Marco Carnà, disegni (1953 - 1983), 22 maggio - 5 giugno.
  • 1987 - Seregno, Sala mostre Mariani, Marco Carnà. Evangelario. 150 disegni dal 1955 al 1965, 9 marzo - 3 aprile.
  • 1987 - Villasanta, Villa Camperio, Marco Carnà. Disegni (1946 - 1962), 21-29 marzo.
  • 1986 - Monza, Teatrino della Villa Reale, Cartesio/oggi. Lettura grafica di Marco Carnà, 30 maggio.
  • 1986 - Macherio, Cappella adiancente la chiesa parrocchiale S.S. Gervasio e Protasio, Marco Carnà, Evangelario disegni, 27-29 agosto.
  • 1985 - Osnago, Santuario della Madonna di Loreto, La Cappelletta, Marco Carnà. Evangeliario. 150 disegni dal 1955 al 1965, 21 aprile - 21 luglio.
  • 1985 - Vimercate, Studio Valcamonica, Marco Carnà. Ironia. Ovvero il puzzle nella pratica artistica come dissimulazione del reale, 5 - 19 ottobre.
  • 1983 - Milano, Galleria delle Forme d'Arte, Marco Carnà, 22 aprile - 13 maggio.
  • 1981 - Bernareggio, Palazzo Comunale Prinetti, Marco Carnà, 12-30 dicembre.
  • 1979 - Cremona, Galleria Renzo Botti, Carnà, febbraio.
  • 1976 - Brescia, Lo Spazio - Galleria d'Arte Moderna, Marco Carnà a Brescia. Rilievi, 14-27 febbraio.
  • 1974 - Suzzara, Galleria d'Arte Moderna Icaro, L'inferno nei disegni di Marco Carnà, ottobre.
  • 1974 - Brescia, Fant Cagnì Arte Contemporanea, L'inferno nei disegni di Marco Carnà, maggio.
  • 1973 - Monza, Galleria Montrasio, Carnà, 17-30 novembre.
  • 1970 - Madesimo, Albergo El Chico, Marco Carnà 1952-1970. Mostra antologica, 21 marzo - 5 aprile.
  • 1965 - Milano, Galleria Montenapoleone 6a, Marco Carnà, dicembre 1965 - gennaio 1966.[3]
  • 1964 - Macerata, Galleria Amici dell'Arte, Marco Carnà, 31 gennaio - 9 febbraio.
  • 1961 - Prato, Galleria Falsetti, Marco Carnà, 8-21 aprile.
  • 1961 - Roma, Galleria del Triangolo, Marco Carnà.
  • 1960 - Parigi, Galleria De Beaune.
  • 1959 - Prato, Galleria Falsetti, Carnà, 18-28 ottobre.[25]
  • 1958 - Milano, Galleria Montenapoleone.

Principali mostre collettive[modifica | modifica wikitesto]

  • 2022 - Monza, Teatro Binario 7, 1962-2022. A sessanta dai Sessanta, 6 maggio - 3 luglio.
  • 2012 - Sulbiate, Chiesa di Sant’Ambrogio, Sacre rappresentazioni nelle opere di Marco Carnà e Benvenuta Magni, 16-23 settembre.
  • 2003 - Milano, Backy Bar, Arte Pace, 31 maggio - 30 settembre.
  • 2002 - Milano, Backy Bar, Opere dalla collezione del pittore E. Bonfanti, 23 febbraio - 31 aprile.
  • 2002 - Villasanta, Centro parrocchiale Mons. G. Gervasoni, La croce vista dagli artisti, 24 marzo - 14 aprile.
  • 1996 - Chiari, Le botteghe di Chiari, Biennale d'arte ‘Città di Chiari’. Concorso internazionale di pittura ad invito, I edizione, novembre.
  • 1995 - Carnate, Villa Fornari Banfi, Mondonico, l’Adda e dintorni. Emilio Gola, Donato Frisia, Ennio Morlotti, Marco Carnà, Edoardo Fraquelli, Piero Maggioni, Enrico Gaudino, 14 maggio - 18 giugno.
  • 1986 - Monza, Mirabellino Parco di Monza, Sei artisti per sei appunti di viaggio verso…. Marco Carnà, Hilda Reich, Gim Diligenti, Franco Sortino, Chin Hsiao, Piergiorgio Zangara, 6-20 luglio.
  • 1985 - Milano, Casa della Cultura, 200 artisti per Vitale Petrus, 21-29 marzo.
  • 1984 - Monza, Villa Reale, Mostra nazionale di pittura Città di Monza 1984, 10-30 giugno.
  • 1982 - Roma, Palazzo dei Congressi, I collettiva europea di arte contemporanea, 28-30 maggio.
  • 1978 - Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum und Künstlerhaus, Der Rahmen, meine Welt. Die Sammlung eines italienischen Tischlers, 8-31 ottobre.
  • 1977 - Toronto, Palace Pier, Ten contemporary artists from Italy, 21-28 maggio.
  • 1977 - Cornate d’Adda, Atelier Noveau, Agostino Bonalumi, Gian Carlo Bulli, Marco Carnà, Arturo Vermi, 8-13 ottobre.

Opere letterarie[modifica | modifica wikitesto]

Pubblicazioni a cura dell'artista[modifica | modifica wikitesto]

  • Icastica, disegni dal 1946 al 1956.
  • Mimesi, disegni dal 1946 al 1963.
  • Carnà, dipinti paesaggi figure, dal 1946 al 1962.
  • Astrazione, disegni dal 1948 al 1966.
  • Disegno disegnato, dal 1953 al 1964.
  • Il visibile parlare, disegni dal 1953 al 1983.[26]
  • L’altre cose ch’i v’ho scorte, disegni dal 1953 al 1987.
  • Dipinti figure ritratti, dal 1955 al 1962.
  • Torsi, disegni dal 1956 al 1963.
  • Calligrafie, disegni dal 1956 al 1964.
  • Le anime morte, disegni dal 1956 al 1986.
  • Tubi, dipinti dal 1956 al 1987.
  • Neonaturalismo, disegni/dipinti dal 1957 al 1961.
  • Paesaggi, figure, dipinti dal 1957 al 1962.
  • Naturalismo informale, dipinti su carta dal 1958 al 1962.
  • Sovrastrutture, dipinti dal 1961 al 1969.
  • Il Barone di Münchausen, disegni dal 1967 al 1969.
  • Strutture Contrappunti Ritmi Logogrammi, dipinti dal 1963 al 1968.
  • Disegni, dal 1948 al 1963.
  • Similia, disegni dal 1953 al 1964.
  • Grafismi, disegni, 1957.
  • Figurazioni, disegni dal 1950 al 1958.
  • Le anime morte, poema di Nikolaj Gogol, disegni dal 1956 al 1986.
  • I canti di Maldoror, 1011 disegni dal 1968 al 1999.
  • Figurale, dipinti dal 1946 al 1962.
  • Repertorium. Le cataste, il paesaggio, il viaggio, le planimetrie, gli squarci, opere dal 1957 al 1963.
  • Informale naturalistico, dipinti dal 1958 al 1964.
  • L’andare dimorando, dipinti dal 1956 al 1963.
  • Trofei, opere dal 1962 al 1967.
  • Le apparizioni invisibili, edizioni le Cinque Vie Bergamo, 1986, poesie e disegni di Marco Carnà dal 1963 al 1968.
  • Ironia, scultopitture dal 1966 al 1989.
  • Scultopittura, opere dal 1966 al 1985.
  • Neumi - strutture primarie, dipinti e sculture dal 1961 al 1999.

Collaborazioni letterarie[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli anni Novanta e Duemila, Marco Carnà collaborò con scrittrici quali Alda Merini, Luisa Agostino, e sua moglie Daniela Piazza, accompagnando i loro testi con alcune sue opere.

  • Merini, A., (2018). Lettere a un racconto. Italia: Rizzoli Libri. Con cinque disegni di Marco Carnà.[27]
  • Piazza, D., (2005). Corpi fragili. Italia: Anterem Edizioni. Con un dipinto di Marco Carnà.[28]
  • Merini, A., Piazza, D., Agostino, L., (1993). Ulisse. Poesie. Crema: Divulga. Con quattro disegni di Marco Carnà.[29]
  • Merini, A., (1992). La palude di Manganelli o il monarca del re. Milano: La Vita Felice. Con cinque disegni di Marco Carnà.[30]
  • Le apparizioni invisibili, edizioni Le Cinque Vie Bergamo, 1986, poesie e disegni di Marco Carnà dal 1956 al 1964.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g (IT) Giorgio Seveso, Giovanni Anziani e Maria Grazia Recanati, Mondonico, l’Adda e dintorni, a cura di Maria Grazia Recanati e Pier Luigi Parma, Bergamo, Edizioni Bolis, 1995.
  2. ^ a b Carnà Marco, su Recta Galleria d'arte - Roma. URL consultato il 14 febbraio 2024.
  3. ^ a b c d e Marco Carnà: uno scomodo genius loci - Art Consulting, su artconsulting.net. URL consultato il 14 febbraio 2024.
  4. ^ a b c d e f g h i j k l m n Fabio Beretta, L'ultima tela del maestro: addio al celebre pittore Marco Carnà, su Prima Monza, 10 agosto 2021. URL consultato il 14 febbraio 2024.
  5. ^ Camillo Pennati, Catalogo della mostra, Galleria Montenapoleone, Milano, 1958.
  6. ^ Bar Jamaica, cent'anni di gloria - Milano, su milano.corriere.it. URL consultato il 19 febbraio 2024.
  7. ^ 1962 - 2022. A SESSANTA DAI SESSANTA | Binario 7, su binario7.org. URL consultato il 19 febbraio 2024.
  8. ^ a b c d EdiXion Home - Art Consulting, su artconsulting.net, 18 ottobre 2021. URL consultato il 4 marzo 2024.
  9. ^ Il Greenwich village di Sesto San Giovanni, in ABC, 11 aprile 1965.
  10. ^ Biografia – Arturo Vermi, su arturovermi.com. URL consultato il 16 febbraio 2024.
  11. ^ a b Filippo Abbiati, Hanno lasciato a Sesto un pescecane per protesta., in Il Giorno, 15 dicembre 1965.
  12. ^ a b Pangea, Quando eravamo ingenui & corsari… L’epopea breve del “Domenicale” (io c’ero!), su Pangea, 28 ottobre 2022. URL consultato il 19 febbraio 2024.
  13. ^ Archivio Marco Carnà - Art Consulting, su artconsulting.net. URL consultato il 4 marzo 2024.
  14. ^ Gianfranco Ravasi, Qohélet, Paulinas Colombia, 1991.
  15. ^ Carnate (MI) | Chiesa di Maria Madre di Dio alla Stazione, su BeWeB - Beni Ecclesiastici in Web. URL consultato il 4 marzo 2024.
  16. ^ a b Salvatore Longu, Carnate e le sue chiese, 2009.
  17. ^ a b Galleria Pliushkin ha aggiunto una... - Galleria Pliushkin, su www.facebook.com. URL consultato l'11 marzo 2024.
  18. ^ Don Felice Radice – Chiesa di Milano, su chiesadimilano.it. URL consultato il 4 marzo 2024.
  19. ^ CHIESA DEL SACRO CUORE DI GESÙ | Giornate FAI, su FAI Prenotazioni. URL consultato il 4 marzo 2024.
  20. ^ Maria Laura Baraggia, su www.causesanti.va. URL consultato il 4 marzo 2024.
  21. ^ Duomo di Monza | La basilica, la parrocchia e i suoi parrocchiani - DUOMO DI MONZA - Home, su www.duomomonza.it. URL consultato il 4 marzo 2024.
  22. ^ Convento di S. Agostino (ex) - complesso, Piazzetta Winifred Terni de Gregorj, 5 - Crema (CR) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su www.lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 4 marzo 2024.
  23. ^ a b SIAS. Archivio di Stato di Prato, su sias.archivi.beniculturali.it. URL consultato il 4 marzo 2024.
  24. ^ a b Marco Carnà, Il Visibile Parlare - Disegni dall'Inferno Dantesco (1953-1993), a cura di Simone Bandirali, 1993.
  25. ^ Enotrio Mastrolonardo, Catalogo della mostra, Galleria Falsetti, Prato, 1959.
  26. ^ Il visibile parlare - Marco Carnà - Libro Usato - Edizioni dell'Ariete - | Feltrinelli, su www.lafeltrinelli.it. URL consultato il 15 febbraio 2024.
  27. ^ Alda Merini, Lettere a un racconto, Rizzoli Libri, 2018.
  28. ^ Daniela Piazza, Corpi fragili, Anterem Edizioni, 2005.
  29. ^ Alda Merini, Daniela Piazza e Luisa Agostino, Ulisse. Poesie., Crema, Divulga, 1993.
  30. ^ Alda Merini, La palude di manganelli o il monarca del re, Milano, La Vita Felice, 1992.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]