Marco Antonio Antillo

Marco Antonio Antillo (latino: Marcus Antonius; circa 46 a.C.-30 a.C.) era il figlio del triumviro Marco Antonio e della sua terza moglie Fulvia.

Il suo nome era probabilmente Marcus Antonius Minor, ma gli storici di lingua greca lo chiamano Ἅντυλλος (Antyllos), probabilmente una corruzione di Antonillus, "piccolo Antonio".

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era ancora bambino, quando fu promesso a Giulia maggiore, figlia di Ottaviano, allo scopo di siglare un'alleanza tra i loro due genitori.[1] Il matrimonio, però, non si celebrò, in quanto Marco Antonio e Ottaviano iniziarono a farsi guerra. Nel 30 a.C., quindi dopo la battaglia di Azio, Marco Antonio conferì al figlio la toga virilis, in modo che Antillo potesse prenderne il posto e continuare la lotta in caso di sua morte:[2] l'evento fu celebrato con grandi feste in tutta Alessandria.[3] Antillo fu inviato presso Ottaviano per portare le proposte di pace del padre, assieme ad una ingente somma di denaro, ma questa venne accettata, quelle respinte.[4]

Alla morte del triumviro, Antillo venne messo a morte per ordine di Ottaviano, l'unico dei figli di Antonio a subire questa sorte. Antillo venne infatti tradito dal suo tutore, Teodoro, il quale lo consegnò agli uomini di Ottaviano; Antillo si rifugiò presso la statua del Divo Giulio nel tempio a lui dedicato, ma Ottaviano lo strappò via e lo fece decapitare. Teodoro prese la pietra preziosa che Antillo portava al collo e se la cucì alla cintura, ma quando Ottaviano se ne accorse, lo fece processare per furto e lo fece uccidere.[5]

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Marco Antonio Oratore  
 
 
Marco Antonio Cretico  
 
 
 
Marco Antonio  
Lucio Giulio Cesare Lucio Giulio Cesare Strabone  
 
Popillia  
Giulia  
Fulvia  
 
 
Marco Antonio Antillo  
 
 
 
Marco Fulvio Bambalione  
 
 
 
Fulvia  
 
 
 
 
 
 
 
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cassio Dione, 3; Svetonio, lxiii.2.
  2. ^ Cassio Dione, 6.
  3. ^ Plutarco, lxxi.3.
  4. ^ Cassio Dione, 8.
  5. ^ Cassio Dione, 15.5; Plutarco, lxxxi.1, lxxxvii.1; Svetonio, xvii.5.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie[modifica | modifica wikitesto]

Fonti secondarie[modifica | modifica wikitesto]

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