Marc Dutroux

Marc Dutroux
SoprannomiIl Mostro di Marcinelle
NascitaIxelles, 6 novembre 1956
Vittime accertate5 morti e 6+ feriti
Periodo omicidi? - 1986
1995 - 1996
Luoghi colpitiBelgio
Metodi uccisioneuccisione per inedia, aggressione
Altri criminifurto, sequestro di persona, abusi sessuali su minore, atti di tortura e pedofilia, incitazione alla pedopornografia e produzione di materiale pedopornografico
Arresto13 agosto 1996
Provvedimentiergastolo

Marc Dutroux (Ixelles, 6 novembre 1956) è un serial killer belga, soprannominato Il Mostro di Marcinelle.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di due insegnanti, a diciott'anni conseguì il diploma di elettricista. Sposatosi due anni dopo con Françoise, dalla quale ha due figli, nel 1983 ottiene la separazione e dopo qualche tempo si unisce a Michèle Martin, che gli dà altri due figli e una figlia[1].

Il caso[modifica | modifica wikitesto]

Nel corso di una decina di anni, stimati fra il 1985 e il 1996, Dutroux ha sequestrato e torturato sei ragazze dagli 8 ai 19 anni, abusando sessualmente di tutte loro. Solo due delle sue vittime, Sabine Dardenne e Laetitia Delhez, di 12 e 14 anni, riuscirono a sopravvivere alle sevizie; An Marchal e Eefje Lambrecks, di 17 e 19 anni, vennero uccise, mentre Julie Lejeune e Melissa Russo, entrambe di 8 anni, furono lasciate morire di stenti. Anche se le uniche testimoni in vita, Sabine e Laetitia, hanno negato di aver visto qualsiasi complice, testimoniando che durante la loro prigionia l'unico loro aguzzino fu Dutroux, alcuni dettagli hanno fatto ipotizzare alle autorità che Dutroux facesse parte di una più ampia rete di pedofili.

La vicenda venne alla luce solo il 9 agosto 1996, con la sparizione di Laetitia dalla piscina dove si recava solitamente, grazie a un testimone che era riuscito a identificare un veicolo bianco che risulterà poi intestato a Marc Dutroux[2]. Il 12 agosto Dutroux e sua moglie Michèle Martin vennero arrestati con le accuse di rapimento e pedofilia e il 15 agosto gli agenti ritrovarono Laetitia con la precedente vittima Sabine (rapita il 28 maggio 1996), entrambe sotto shock ma ancora vive, nella cantina dell'abitazione della coppia a Marcinelle[3], demolita nel 2022 e sul cui sito rimane una targa commemorativa delle vittime[4].

Il 17 agosto, nel giardino di un'altra abitazione di Dutroux, a Sars-la-Buissière, vennero ritrovate le salme di Julie e Melissa, scomparse il 24 giugno 1995. Venne individuato anche il corpo di Bernard Weinstein, già condannato per pedofilia e presunto complice di Dutroux. Infine, in base alle indicazioni di Dutroux stesso, il 3 settembre furono recuperati dalla cantina di un'altra casa i resti delle prime vittime, An e Eefje[5].

Il processo[modifica | modifica wikitesto]

Dutroux venne processato assieme all'ex moglie Michèle Martin e ai presunti complici Michel Lelièvre e Michel Nihoul a partire dal 1º marzo 2004. Il 17 giugno successivo la giuria popolare lo riconobbe colpevole dei sequestri, delle violenze e degli omicidi delle sequestrate e di Bernard Weinstein; furono dichiarati colpevoli anche la Martin e Lelièvre, mentre Nihoul, considerato da molti il capo dell'organizzazione, fu assolto dall'accusa di complicità. La successiva sentenza della corte d'assise di Arlon ha condannato Dutroux all'ergastolo, l'ex moglie a trent'anni, Lelièvre a venticinque e Nihoul a cinque anni per reati minori (associazione a delinquere e traffico di droga)[6].

Il 28 agosto 2012 la Corte di cassazione belga, respingendo i ricorsi presentati dai parenti delle vittime e dal procuratore generale di Mons, ha dato il via libera alla libertà condizionata della Martin, che ha scontato sedici anni su trenta. La Martin sarà obbligata a risiedere in un convento e non potrà recarsi nelle province di Liegi e Limburgo, dove vivono le famiglie delle vittime[7].

Nell'ottobre 2019 è stato concesso a Dutroux il diritto a una valutazione psichiatrica preliminare al deposito della domanda di libertà condizionale[8]. La perizia sarebbe dovuta svolgersi nel maggio 2020, ma è stata rinviata a causa della pandemia di COVID-19[9].

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Il caso ha scatenato non poche polemiche tra l'opinione pubblica che accusava la classe politica, le forze di polizia e la giustizia del Belgio di incapacità e inadempienze. Lo sdegno dell'intera nazione si manifestò nella "marcia bianca" del 20 ottobre 1996, in cui 350000 persone sfilarono a Bruxelles in memoria delle vittime della pedofilia e per chiedere giustizia[5].

Qualcuno ipotizzò che Dutroux e i suoi complici avessero goduto della protezione di esponenti politici e inquirenti, ma fu smentito il 17 febbraio 1998 da una commissione di inchiesta parlamentare[5]. Dutroux era infatti da tempo noto per reati legati alla pedofilia: nel 1985 era stato arrestato per sequestro e violenza su cinque adolescenti e, condannato a tredici anni e mezzo nel 1989, gli era stata concessa la libertà condizionata nel 1992. Anche la moglie Michèle Martin era stata fermata e condannata a tre anni per complicità di sequestro[10].

Il 23 aprile 1998 Dutroux riuscì a fuggire dal palazzo di giustizia di Neufchateau: dopo aver bloccato una guardia impossessandosi della sua arma, si impadronì di un'auto dirigendosi verso Arlon; venne arrestato qualche ora dopo da una guardia forestale. L'indomani mattina, re Alberto II accettava le dimissioni dei ministri della Giustizia e degli Interni, Stefaan De Clerck e Johan Vande Lanotte[11].

Il 15 gennaio 1998 Paul Marchal, padre di An[4], fondò il Partito della Nuova Politica per portare in Belgio «quei cambiamenti che le formazioni tradizionali non sono riusciti a realizzare» puntando «a lottare contro la corruzione e il razzismo»[5][12].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marc Dutroux, un uomo riservato e senza scrupoli, in la Repubblica, 23 aprile 1998, p. 18. URL consultato il 28 agosto 2012.
  2. ^ Sandro Calvani, Martina MelisHingley, Gli schiavi parlano e i padroni confermano: vittime e protagonisti vuotano il sacco su tutti i misfatti della nuova tratta globale, Manni Editori, 1999, pp. 112, ISBN 978-88-8176-107-4.
  3. ^ Franco Papitto, Sabine affronta Dutroux "Perché non mi hai ucciso?", su repubblica.it, 20 aprile 2004.
  4. ^ a b (FR) Joyce Azar, Le père d'An Marchal étonné de la démolition de la maison de Marc Dutroux : "On ne nous a pas prévenus", in VRT NWS, 8 giugno 2022. URL consultato il 1º marzo 2023.
  5. ^ a b c d Marc Dutroux, un uomo riservato e senza scrupoli, in La Repubblica, 23 aprile 1998. URL consultato il 28 agosto 2012.
  6. ^ Ergastolo a Doutroux, 30 anni all'ex moglie, in Corriere della Sera, 23 giugno 2004, p. 17. URL consultato il 28 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  7. ^ In libertà l'ex moglie del mostro di Marcinelle, in ANSA, 28 agosto 2012. URL consultato il 28 agosto 2012.
  8. ^ (EN) Belgian paedophile serial killer Dutroux wins pre-parole evaluation, su RFI, 28 ottobre 2019. URL consultato il 15 agosto 2020.
  9. ^ (EN) Coronavirus delays infamous paedophile Marc Dutroux's pre-parole exam, su The Brussels Times, 6 maggio 2020. URL consultato il 15 agosto 2020.
  10. ^ Nella cittadina di Marcinelle la nascita di un "mostro", in La Repubblica, 23 aprile 1998. URL consultato il 28 agosto 2012.
  11. ^ Belgio, due ministri saltano per la fuga del "mostro", in La Repubblica, 24 aprile 1998. URL consultato il 28 agosto 2012.
  12. ^ Belgio, nasce un partito per combattere i pedofili, in Il Messaggero, 16 gennaio 1998. URL consultato il 7 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2003).

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Controllo di autoritàVIAF (EN84338353 · ISNI (EN0000 0000 5736 5167 · GND (DE119500868 · BNF (FRcb12568403m (data) · WorldCat Identities (ENviaf-84338353
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