Manlio Boezio

Dittico consolare di Manlio Boezio: il console solleva la mappa nell'atto di inaugurare i ludi; sopra la figura la scritta Ex P(raefecto) P(raetorio) P(raefectus) V(rbi) Sec(undo) Cons(ul) Ord(inarius) et Patric(ius), «già prefetto del pretorio, prefetto dell'Urbe per la seconda volta, console ordinario e patrizio».

Flavio Nar. Manlio Boezio (latino: Flavius Nar. Manlius Boethius; ... – ...; fl. 480-487) fu console e praefectus urbi della Roma tardo-antica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il padre di Manlio Boezio potrebbe essere quel Boezio che fu prefetto del pretorio d'Italia e la cui morte fu ordinata dall'imperatore Valentiniano III nel 454. Suo figlio dovrebbe essere il filosofo Anicio Manlio Torquato Severino Boezio.

Gli inizi della sua carriera non sono noti; raggiunse il rango di vir clarissimus et inlustris, ricoprì una prima volta la carica di praefectus urbi, poi quella di prefetto del pretorio d'Italia tra il 480 e il 486.[1] Nel 487 ottenne il consolato senza colleghi (ma non fu riconosciuto in Oriente),[2] il patriziato e la prefettura urbana di Roma per la seconda volta. Morì abbastanza presto, durante l'infanzia del figlio.[3]

Il suo dittico consolare, conservato a Brescia nel Museo di Santa Giulia, presenta in forma abbreviata il suo nome, nar.[4] Questo nome è stato interpretato come la contrazione di n(onius) ar(rius),[5] come nar(ses)[6] oppure emendato in mar e ricostruito come Marius.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Questo incarico è precedente al consolato, in quanto sul dittico consolare Boezio è definito «ex-prefetto del pretorio»; un documento che non può essere datato a prima del 480 lo cita insieme ai colleghi Fl. Illus Pusaeus D. e Fl. Iohannes Thomas (PLRE).
  2. ^ Cfr. CJ i 51.13; P.Oxy. 1961.
  3. ^ Boezio, De philosophiae consolatione, ii 3.5.
  4. ^ CIL, v.8120 Archiviato il 29 settembre 2007 in Internet Archive.
  5. ^ Delbruek, Die Consulardiptychen, 103.
  6. ^ Cracco Ruggini (1981, p. 82) e Zecchini (1981, p. 134), citati in Alain Galonnier, Capita dogmatica: traités II, III, IV, Peeters Publishers, 2007, n.39, pp. 36-37.
  7. ^ ZPE 44, 1981; Cameron Boethius' Father's Name. Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Console romano Successore
Cecina Mavorzio Basilio Decio,
Flavio Longino
487 (sine collega) Claudio Giulio Ecclesio Dinamio,
Rufio Achilio Sividio
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