Madonna adorante il Bambino con San Giovannino

Madonna adorante il Bambino con San Giovannino
AutoreSandro Botticelli
Data1475-1480
Tecnicatempera su tavola
UbicazionePalazzo Farnese, Piacenza

La Madonna adorante il Bambino con San Giovannino è un dipinto attribuito a Alessandro Filipepi meglio conosciuto con il nome di Sandro Botticelli, e conservato nella pinacoteca di Palazzo Farnese a Piacenza.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La committenza originale è per il momento ignota. Le prime tracce documentate del dipinto risalgono al 1642 e ad un elenco degli arredi dell'Oratorio di San Francesco nel castello di Bardi, propoprietà del principe Federico II di Landi. Il quadrò giunse a Piacenza solo nel 1862.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il tondo rappresentata la Madonna inginocchiata in preghiera davanti al Bambino, adagiato su un cuscino di rose recise dai due cespugli che appaiono a sinistra e destra del quadro. La terza figura è San Giovannino anch'egli inginocchiato e adorante. Nella parte bassa del quadro si trova una finta cornice rettilinea in legno, al di sotto della quale si può leggere la frase: “QUIA RESPESIT HUMILITATE ANCILE SUE”, tratta dal Canto del Magnificat, derivante dal Vangelo di Luca (1, 46-55), il cui significato è il seguente : "Perché Dio osservò l’umiltà della Sua Ancella". Lo sfondo ricorda i paesaggi leonardeschi.[2]

L'autenticità del dipinto non è mai stata messa in dubbio, vista l'affinità stilistica con altre opere del Botticelli, come la Madonna del Magnificat conservata presso la Galleria degli Uffizi (1481-83) e la Madonna del Libro conservata al Museo Poldi Pezzoli (1483-85).

La preziosa cornice intagliata è originale ed è stata dorata alla foglia d'oro. Considerata all'inizio come manufatto della celebre bottega fiorentina di Antonio da Sangallo, viene ora attribuita a Giuliano da Maiano, anch'egli fiorentino. Durante i restauri del 2004 si è anche notato che vi sono tracce di colore sulle foglie della cornice, il che lascia supporre che fossero colorate con lacca verde.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il Tondo di Botticelli a Piacenza (PDF), su associazionepiacenzamusei.it, aprile 2007. URL consultato il 1º ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2018).
  2. ^ Il Tondo del Botticelli, su cittadarte.emilia-romagna.it. URL consultato il 1º ottobre 2018.
  3. ^ Federico Motta rende al pubblico il Tondo piacentino del Botticelli, su ilsole24ore.com. URL consultato il 1º ottobre 2018.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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