Macroprotodon cucullatus

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Colubro dal cappuccio
Macroprotodon cucullatus
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Classe Reptilia
Ordine Squamata
Sottordine Serpentes
Infraordine Alethinophidia
Superfamiglia Xenophidia
Famiglia Colubridae
Genere Macroprotodon
Specie M. cucullatus
Nomenclatura binomiale
Macroprotodon cucullatus
Geoffroy de St-Hilaire, 1827

Il colubro dal cappuccio (Macroprotodon cucullatus, (Geoffroy de St-Hilaire, 1827)) è un serpente appartenente alla famiglia Colubridae[2].

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

È diffuso in Africa, dall'Egitto all'Algeria, ma si trova anche in Israele e a Lampedusa; è stato introdotto nelle Baleari[1]. Si trova facilmente sui muretti a secco, nella macchia mediterranea e nelle zone più aride[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È una specie di dimensioni non particolarmente elevate[3]: di solito non supera i 50 cm di lunghezza. È elegante, sia per la sua livrea, che per la sua conformazione longilinea e scattante; ha la testa piccola e ben tracciata, il capo appiattito e due piccoli occhi con pupilla ovale. Presenta una livrea dai toni grigio bruni e nel tipo italico un disegno a macchie o barre sul dorso ed una striscia scura su ambo i lati del muso[3], come a voler congiungere le narici all'occhio. La parte ventrale è colorata con tonalità dal giallo al rosso e può avere delle striature o macchie nere.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

II colubro dal cappuccio è un predatore notturno, (inizia la caccia al tramonto, mentre di giorno si rintana, salvo brevi esposizioni elioterapiche), di piccoli vertebrati (in prevalenza gechi e lucertole)[3]. È un colubride opistoglifo che sopprime le prede iniettando un blando veleno da piccole zanne inoculatorie situate nella parte retro mascellare[3].
È agile e lesto, difficilmente si fa catturare, ma durante le prime ore del mattino è più vulnerabile; qualora catturato, sfodera una inaspettata combattività e mordacità, ma a causa della conformazione buccale e la bassa tossicità del veleno, il suo morso si rivela quasi sempre innocuo per l'uomo che può cavarsela con un arrossamento della cute.[senza fonte]

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

La riproduzione è osservabile ogni due anni: la femmina depone da due a sei uova, dalla forma oblunga e con guscio cartapecora.
Alla schiusa, i rettili neonati raggiungono a malapena i 16 cm.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) C. Corti, V.P. Mellado, P. Geniez, El Din, Macroprotodon cucullatus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Macroprotodon cucullatus, su The reptile database. URL consultato l'8 maggio 2014.
  3. ^ a b c d Macroprotodon cucullatus, su Arkive. URL consultato l'8 maggio 2014 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2016).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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