Macerata Campania

Macerata Campania
comune
Macerata Campania – Stemma
Macerata Campania – Bandiera
Macerata Campania – Veduta
Macerata Campania – Veduta
la chiesa Abbaziale di S. Martino Vescovo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Provincia Caserta
Amministrazione
SindacoSavina Macchiarella (commissario prefettizio) dal 7-7-2023
Territorio
Coordinate41°04′N 14°16′E / 41.066667°N 14.266667°E41.066667; 14.266667 (Macerata Campania)
Altitudine34 m s.l.m.
Superficie7,63 km²
Abitanti9 983[1] (31-7-2023)
Densità1 308,39 ab./km²
FrazioniCasalba, Caturano
Comuni confinantiCasagiove, Casapulla, Curti, Marcianise, Portico di Caserta, Recale, Santa Maria Capua Vetere
Altre informazioni
Cod. postale81047
Prefisso0823
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT061047
Cod. catastaleE784
TargaCE
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona C, 1 109 GG[3]
Nome abitantimaceratesi
Patronosan Martino vescovo di Tours
Giorno festivo11 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Macerata Campania
Macerata Campania
Macerata Campania – Mappa
Macerata Campania – Mappa
Posizione del comune di Macerata Campania nella provincia di Caserta
Sito istituzionale

Macerata Campania è un comune italiano di 9 983 abitanti della provincia di Caserta in Campania.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Macerata Campania è localizzato a 6 km ad ovest da Caserta e a 30 km a nord da Napoli. Sorge nella bassa valle del fiume Volturno, a sud di quest'ultimo e a nord dei Regi Lagni, nella vasta Pianura Campana, chiusa a nord est dalla catena dei Monti Tifatini, nei pressi dei canali di bonifica dell'antico fiume Clanio costituiti dal Lagno Gorgone, Lagno Vecchio e Lagno di Sant'Andrea.
Il comune, situato logisticamente nel triangolo Caserta - Santa Maria Capua Vetere - Marcianise, confina con Casagiove, Casapulla, Curti, Marcianise, Portico di Caserta, Recale e Santa Maria Capua Vetere.
Macerata Campania è ben collegata e distante circa 1 km con il tratto della Via Nazionale Appia che collega Santa Maria Capua Vetere a Caserta, lungo il quale si trova il casello autostradale "Caserta Nord" dell'Autostrada A1 - E45 e l'accesso alla Variante di Caserta SS 700 che attraversa i comuni di Maddaloni, Caserta, Casagiove, San Prisco e Santa Maria Capua Vetere.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

La zona pianeggiante in cui è collocato il comune di Macerata Campania è la più estesa della Campania e di ciò risente anche il clima. La parte che va dalla costa sino ai primi monti che circondano il comune maceratese e la vicina Caserta risente dei benefici influssi del mare, che si fanno sentire soprattutto in inverno con temperature miti e maggiore umidità e conseguente clima moderatamente afoso nei mesi estivi.
In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, stimato dalla Stazione meteorologica di Caserta, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +9,6 °C con un indice di nevosità molto basso; quella dei mesi più caldi, luglio e agosto, è di +26,3 °C con temperature massime spesso superiori ai +30 °C e punte di 36-38 °C.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo Macerata riflette il latino maceria (per maceries), già al V secolo d.C., nel senso di città abbattuta, ridotta in macerie, distrutta[4][5].
È da ritenere che ciò sia legato all'evento della distruzione della città di Capua antica e dei suoi casali da parte dei Vandali, guidati da Genserico. I superstiti che si assunsero l'onere della ricostruzione, quasi certamente, utilizzarono il termine Villa Macerata (borgata distrutta) per indicare il luogo in cui erano vissuti e in cui avevano in animo di ritornare a vivere. Questo toponimo, forse per semplicità di linguaggio e di scrittura si contrasse in Macerata[4].
Fino al 1862 il comune conservò la denominazione di Macerata, la quale fu cambiata con Regio Decreto n. 903 del 12 ottobre 1862 in Macerata Marcianise, inserito nella provincia di Terra di Lavoro. Con Regio Decreto n. 2185 del 19 novembre 1925[6] il comune di Macerata Marcianise ottenne l'autorizzazione a cambiare la propria denominazione in Macerata Campania. Dal 1º gennaio 1929, per disposizione del Regio Decreto n. 2548 del 18 ottobre 1928, a seguito della soppressione della provincia di Terra di Lavoro, il comune di Macerata Campania e il vicino comune di Portico di Caserta furono riuniti in un unico comune denominato Casalba, dal nome dell'antica frazione di Macerata, con sede municipale a Macerata Campania ed inserito nella provincia di Napoli. Successivamente, con Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 192 del 29 marzo 1946, si dispose la ricostituzione dei due comuni, Portico di Caserta e Macerata Campania, e dal 30 giugno 1946 essi riacquistarono la propria autonomia e il territorio pertinente ed inseriti nella neonata provincia di Caserta[7].
Il 21 novembre 2012 il consiglio comunale di Macerata Campania ha approvato la proposta di delibera[8] che dà al comune la denominazione tipica di Paese della Pastellessa, che rimarca il forte legame con la musica a Pastellessa, tradizione nata esclusivamente a Macerata Campania in epoca antica (XIII secolo).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La sua storia è legata, per le origini, con quella di Capua antica, corrispondente all'attuale Santa Maria Capua Vetere, essendo stata parte di quest'ultima per lunghissimi secoli, fino all'anno 841 (anno dell'invasione dei saraceni, che distrussero Capua antica). Di qui la storia di una popolazione che fu dominata da longobardi, normanni, svevi, angioini e aragonesi. Secondo Francesco Granata[9] la città di Capua antica si estendeva in un territorio di circa sei miglia e che al suo tempo, nel XVIII secolo, era occupato dai casali di S. Maria Maggiore, S. Pietro in Corpo, Curti, Macerata e S. Andrea de' Lagni. In particolare presso la cappella della Beata Vergine delle Grazie di Macerata Campania sorgeva la Porta Atellana di Capua antica dalla quale partiva la Via Atellana, che conducendo a destra dell'allora casale di Macerata congiungeva Capua antica ad Atella[10][11].

Stemma e gonfalone[modifica | modifica wikitesto]

Il comune di Macerata Campania ha un proprio stemma di colore azzurro, composto da una mucca in argento, con la testa di fronte, ferma sulla pianura di colore verde, con una fascia in oro. Il gonfalone comunale, invece, è costituito da un drappo giallo, riccamente ornato di ricami d'argento e raffigurante lo stemma, con al centro la denominazione del Comune in argento. Sia lo stemma, che il gonfalone sono definiti all'articolo 4 dello statuto comunale[12].

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

I luoghi di maggiore interesse presenti a Macerata Campania sono quelli a carattere storico-religioso, tra i quali figurano diverse chiese.

Chiesa abbaziale San Martino Vescovo[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa abbaziale San Martino Vescovo a Macerata Campania, veduta esterna.
Chiesa abbaziale San Martino Vescovo a Macerata Campania, veduta interna.

Di sicuro fascino è la chiesa abbaziale dedicata a San Martino vescovo di Tours. In mancanza di documenti certi si deve ritenere che la chiesa possa essere sorta prima dell'anno 688, anno del rinvenimento del corpo di San Rufo Diacono e Martire, in loco Macerata, secondo come afferma lo storico Gabriele Jannelli[13], comunque prima del 935, anno di nascita del santo maceratese Stefano Minicillo, che proprio nella chiesa del suo villaggio apprese le prime nozioni della fede che l'avrebbe portato agli onori[14].

Tra le figure d'abati che hanno retto la chiesa di San Martino Vescovo, nel corso dei secoli, un posto di rilievo spetta al capuano Francesco d'Isa, parroco di Macerata per alcuni decenni durante il XVII secolo, il quale restaurò la chiesa dalle fondamenta nel 1608[15].

Nel corso degli anni la chiesa ha subito continui cambiamenti. La struttura attuale si deve all'opera del parroco Biagio Iodice, Abate curato dal 1921 al 1936[16]. Si deve infatti a Biagio Iodice il completo restauro e la trasformazione della Chiesa che da lui fu ampliata e raddoppiata in lunghezza fino a raggiungere le attuali dimensioni[14].

Sulla cantoria in controfacciata, si trova l'organo a canne Tamburini opus 230[17] costruito nel 1941 riutilizzando la cassa e parte del materiale fonico del precedente strumento. L'organo è a trasmissione mista, meccanica per il manuale, meccanico-tubolare per la pedaliera e pneumatica per i registri, ed ha la consolle in cantoria con un'unica tastiera di 58 note e pedaliera concava di 30 note.

Altri edifici religiosi[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di San Marcello in Caturano (XIII secolo)
  • Chiesa della Madonna delle Grazie, nella frazione Casalba

Società[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2001[18] il numero dei residenti era pari a 10 124 abitanti.

Dal 1951 al 2001 il comune di Macerata Campania ha avuto un incremento di quasi 4 000 abitanti.

La popolazione residente al 1º gennaio 2011 ha toccato quota 10 845 abitanti[19], maturando una crescita di circa il 7% negli ultimi 10 anni.

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[20]

Religione[modifica | modifica wikitesto]

La maggior parte dei maceratesi crede nel cristianesimo attraverso le dottrina del cattolicesimo e il comune appartiene all'arcidiocesi di Capua. Sono presenti, inoltre, sul territorio comunità di testimoni di Geova, evangelici e musulmani.

Santo patrono[modifica | modifica wikitesto]

Il santo patrono di Macerata Campania è San Martino vescovo di Tours, a cui è dedicata l'abbazia del paese.

Feste religiose e tradizioni[modifica | modifica wikitesto]

Sant'Antuono (ovvero Sant'Antonio Abate)[modifica | modifica wikitesto]

La festa più importante e amata dai maceratesi è quella dedicata a Sant'Antonio Abate, meglio noto come Sant'Antuono, che ricorre ogni anno il 17 gennaio, coinvolgendo l'intero comune. Il 17 gennaio e nei giorni che precedono questa data si organizza la caratteristica sfilata delle Battuglie di Pastellessa, ovvero dei Carri di Sant'Antuono cioè carri allegorici a forma di barche le cui origini si perdono nel tempo; su questi carri i componenti, detti bottari di Macerata Campania, percuotono armonicamente botti, tini e falci, che utilizzati come dei veri e propri strumenti musicali da percussione producono la caratteristica sonorità meceratese, denominata appunto Pastellessa (o Pastellesse)[21]. Il termine Pastellessa deriva dalla past'e'llessa, ovvero la pasta con le castagne lesse, piatto tipico di Macerata Campania cucinato abitualmente nel giorno dedicato a Sant'Antuono il 17 gennaio.
Macerata Campania conta oltre 20 Battuglie di Pastellessa. Molto spesso questi "carri" vengono costruiti in maniera da sembrare dei vascelli rifacendosi all'antica leggenda per cui Sant'Antuono avrebbe compiuto il suo viaggio dall'Africa su una barca. La popolazione del luogo è molto attaccata alla tradizione della sfilata, cui ogni anno prendono parte più di 1500 percussionisti (i bottari di Macerata Campania rappresentano oltre il 15% della popolazione); sulle Battuglie di Pastellessa viene riproposta l'antica musica a Pastellessa, nata a Macerata Campania in epoca antica (XIII secolo), e gli strumenti utilizzati sono derivati da attrezzi per i lavori nei campi (botti, tini e falci) a causa del legame di tale festività con ancestrali ricorrenze pagane legate alla celebrazione della rinnovata fertilità della madre terra in concomitanza con i cicli astronomici che, fin dalla notte dei tempi, hanno influenzato il calendario delle pratiche agricole. In aggiunta il rito conserva un valore apotropaico, secondo la convinzione che i fuochi tradizionali e i rumori ossessivi e ruvidi prodotti dagli 'strumenti' potessero spaventare e allontanare le presenze maligne che si credevano proliferate tutt'intorno durante la lunga notte invernale.

Paese della Pastellessa[modifica | modifica wikitesto]

Il 21 novembre 2012 il Consiglio Comunale di Macerata Campania ha approvato la proposta di delibera[8] che riconosce la "Festa di Sant'Antuono" (ovvero la "Festa in onore di Sant'Antonio Abate") e le espressioni culturali ad essa inerenti, come la Pastellessa, nata esclusivamente a Macerata Campania in epoca antica (XIII secolo), "Patrimonio culturale immateriale" di Macerata Campania. Viene inoltre dichiarata Macerata Campania "Paese della Pastellessa", come nuova denominazione tipica del Comune.

Alcune immagini della Festa di Sant'Antuono[modifica | modifica wikitesto]

Santo Stefano Minicillo a Macerata[modifica | modifica wikitesto]

Ogni anno nella prima domenica del mese di luglio a Macerata Campania si svolge la processione dedicata a Santo Stefano Minicillo.

La festa dedicata a Santo Stefano Minicillo, nato a Macerata Campania nell'anno 935, viene svolta ad inizio luglio, di solito coincidente con la prima domenica, presso la chiesa abbaziale di San Martino Vescovo e coinvolge il Comune di Macerata Campania, ad esclusione delle due frazioni. In questa occasione la statua del Santo viene portata, dalla chiesa abbaziale di San Martino Vescovo, in processione per le vie del paese. Questi festeggiamenti durano dai tre ai quattro giorni.

Madonna delle Grazie a Casalba[modifica | modifica wikitesto]

La festa dedicata alla Madonna delle Grazie, santa patrona della frazione Casalba, viene svolta il 2 luglio presso l'omonima chiesa della frazione maceratese di Casalba. Questa festa coinvolge essenzialmente la frazione Casalba e precede di qualche giorno quella dedicata a Santo Stefano Minicillo: di solito la fine di questa festa coincide con l'inizio della successiva. Questi festeggiamenti durano dai tre ai quattro giorni.

San Marcello martire a Caturano[modifica | modifica wikitesto]

Ogni anno nella prima domenica del mese di ottobre a Caturano, frazione di Macerata Campania, si svolge la processione dedicata a San Marcello martire.

La festa dedicata a San Marcello martire, santo patrono della frazione Caturano, viene svolta nella prima domenica del mese di ottobre presso l'omonima chiesa della frazione maceratese di Caturano. Questa festa coinvolge essenzialmente la frazione Caturano e dura dai tre ai quattro giorni. In occasione di questa festa viene messa in scena la rappresentazione della tragedia di San Marcello, ambientata nell'anno 360 d.C. quando imperatore di Roma era Flavio Claudio Giuliano detto l'Apostata.

Lo stesso argomento in dettaglio: Caturano § Religione e rappresentazione.

Feste religiose scomparse[modifica | modifica wikitesto]

Beata Vergine delle Grazie a Macerata[modifica | modifica wikitesto]

Svolta presso l'omonima cappella di Via Madonna delle Grazie (Piazza Giovanni Paolo I), al confine con i comuni di Santa Maria Capua Vetere e di Curti, è scomparsa negli anni Novanta del XX secolo. Fissata subito dopo la festa dedicata a Santo Stefano Minicillo, onde evitare la sovrapposizione con l'omonima festa della frazione Casalba, ossequiata il 2 luglio nella giornata dedicata alla Madonna delle Grazie, aveva un carattere spiccatamente rionale e di ritrovo popolare. Questi festeggiamenti duravano dai tre ai quattro giorni.

Madonna del Rosario a Macerata[modifica | modifica wikitesto]
Ogni anno nella prima domenica del mese di ottobre a Macerata Campania si svolge la processione dedicata alla Madonna del Rosario.

Svolta presso l'omonima cappella di Via Garibaldi nella prima domenica di ottobre, scomparsa negli anni Novanta del XX secolo, aveva un carattere spiccatamente rionale e di ritrovo popolare. Questi festeggiamenti duravano dai tre ai quattro giorni. Di quella festa, oggi viene ancora svolta la processione dedicata alla Madonna del Rosario, la cui statua nella prima domenica di ottobre viene portata, dall'omonima cappella, in processione per le vie del rione maceratese (Via Garibaldi - Via Trieste - Piazza De Gasperi).

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

A Macerata Campania le scuole statali vanno dalla scuola dell'infanzia alla scuola primaria, fino ad arrivare alla scuola secondaria di primo grado. Non sono presenti istituti di istruzione superiore.
Gli istituti scolastici sono distribuiti su tutto il territorio e fanno parte dell'Istituto Comprensivo "Presidio della Legalità" di Macerata Campania.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Macerata Campania, oltre al capoluogo comunale, comprende le frazioni di Caturano e Casalba.
Fino al 1811 Caturano e Casalba hanno avuto una amministrazione autonoma. Con Regio Decreto n. 922 del 4 maggio 1811[22] Macerata, Caturano e Casalba furono riuniti sotto la stessa amministrazione comunale. Da allora le due comunità, assieme a Macerata, hanno formato un solo comune, pur mantenendo una cultura e una tradizione propria.

Lo stesso argomento in dettaglio: Casalba e Caturano.

Dalla lettura della mappa di Macerata Campania emerge che l'attuale estensione territoriale comprende anche l'antico casale di Cuzzoli, paese di poche anime scomparso all'inizio del XVIII secolo dove la cui Chiesa era dedicata a San Giorgio appartenente alla Arcidiocesi di Capua[23].

Economia[modifica | modifica wikitesto]

L'economia del comune si fonda essenzialmente sull'agricoltura (tabacco, ortofrutta, allevamenti bufalini), anche se nell'ultimo trentennio sono cresciute le attività secondarie a livello artigianale.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Macerata Campania è collegata con i comuni del casertano attraverso l'autolinea di trasporto su gomma N. 3 gestita dall'azienda CLP:

Autobus CLP Linea 3: Caserta FS - Marcianise - Santa Maria Capua Vetere
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Caserta stazione Ferrovie dello Stato - capolinea
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Recale
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Capodrise
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Marcianise
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Portico di Caserta
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Caturano (frazione di Macerata Campania)
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Macerata Campania
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Santa Maria Capua Vetere - capolinea

Le stazioni ferroviarie più vicine sono quelle di Caserta, Recale, Santa Maria Capua Vetere e Marcianise.

È inoltre in progetto la costruzione di una fermata della Linea Napoli-Giugliano-Aversa (detta Linea Arcobaleno) a servizio del comune.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1948 1964 Gustavo Tarigetto Democrazia Cristiana Sindaco
1964 1965 Luigi Caselli commissario
1965 1966 Giuseppe Stellato Democrazia Cristiana Sindaco
1966 1968 Romeo Miraglia commissario
1968 1973 Giovanni Mincione Democrazia Cristiana Sindaco
1973 1978 Giovanni Mincione Democrazia Cristiana Sindaco
1978 1982 Giuseppe Stellato Democrazia Cristiana Sindaco
1982 1983 Ernesto Iodice Partito Socialista Italiano Sindaco
1983 1984 Pasquale Di Matteo Democrazia Cristiana Sindaco
1984 1986 Angelo Munno Partito Socialdemocratico Sindaco
1986 1988 Ernesto Iodice Partito Socialista Italiano Sindaco
1988 1991 Martino Nacca Democrazia Cristiana Sindaco
1991 1993 Tommaso Sabatino Partito Socialista Italiano Sindaco
1993 1997 Nicola Stellato Lista civica Sindaco
1997 1999 Raffaele Nacca Partito Democratico della Sinistra Sindaco
1999 2000 Giuseppe La Motta commissario
2000 2005 Maria Tuosto Lista Civica (Forza Italia) Sindaco
2005 2010 Luigi Munno Lista Civica (L'Unione) Sindaco
2010 2015 Luigi Munno Lista Civica (PD) Sindaco
2015 2020 Stefano Antonio Cioffi Lista Civica (PD) Sindaco
2020 2023 Stefano Antonio Cioffi Lista Civica (PD) Sindaco
2023 in carica Savina Macchiarella commissario prefettizio

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Nel comune di Macerata Campania ha sede la società ASD MACERATA CALCIO 2018, che svolge attività di base e agonistiche, partecipando ai vari campionati federali sia provinciali che regionali, mentre dal 2023 ha riportato sul territorio la 1ª squadra che milita nel campionato di terza categoria.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ a b Pasquale Capuano, Macerata Campania - Toponimo ed Etimologia nel corso dei secoli., omniamaceratacampania.it
  5. ^ Renzo Ambrogio, Nomi d'Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni., De Agostini, 2006.
  6. ^ Gazzetta Ufficiale n. 293 del 18 dicembre 1925, recante la pubblicazione del Regio Decreto-Legge del 19 novembre 1925 n. 2185 (Autorizzazione al comune di Macerata Marcianise a cambiare la propria denominazione in «Macerata Campania»)..
  7. ^ Adriana Caprio, Anna Giordano, Marcello Natale, Terra di Lavoro., Guida Editori, 2003.
  8. ^ a b santantuono.it, Macerata Campania diventa il Paese della Pastellessa (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2013)., 2012.
  9. ^ Francesco Granata, Storia civile della fedelissima città di Capua (Vol. 1-2), p. 79., Napoli, 1752.
  10. ^ Mariano De Laurentiis, Universae Campaniae felicis antiquitates, Pars altera (Volume 2), p. 235., Napoli, 1826.
  11. ^ Francesco Granata, Storia civile della fedelissima città di Capua (Vol. 1-2), p. 81., Napoli, 1752.
  12. ^ Comune di Macerata Campania, Statuto del Comune di Macerata Campania (PDF)[collegamento interrotto].
  13. ^ Gabriele Jannelli, Sacra Guida ovvero descrizione storica artistica letteraria della chiesa cattedrale di Capua., Stabilimento tipografico di G. Goja, Napoli, 1858.
  14. ^ a b Pasquale Capuano, Brevi cenni storici sulla chiesa di S. Martino Vescovo., omniamaceratacampania.it
  15. ^ Vincenzo Capuano, Personaggi storici a Macerata Campania., omniamaceratacampania.it
  16. ^ Pasquale Capuano, Elenco abati curati economi della parrocchia di S. Martino Vescovo a Macerata Campania., omniamaceratacampania.it
  17. ^ Daniele Michelotto, Chiesa di S. Martino Vescovo in Macerata Campania (Ce), L'organo a canne., michelotto-organi.com
  18. ^ I dati sono riferiti al censimento dell'anno 2001.
  19. ^ Dato Istat al 01/01/2011.. URL consultato il 30 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2011).
  20. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  21. ^ santantuono.it, ʿA Festa ʿe Sant'Antuono - Festa, storia e tradizione., Macerata Campania.
  22. ^ Regno di Napoli, Regio Decreto n. 922 del 4 maggio 1811 "Decreto per la nuova circoscrizione delle quattordici provincie del regno di Napoli, in HathiTrust. URL consultato il 6 ottobre 2020.
  23. ^ Andrea Massaro, Cuzzoli, un "competente" paese misteriosamente scomparso (Frammenti di vita passata), WM Edizioni, Atripalda (AV), 1988.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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