Legio III Parthica

Legio III Parthica
Descrizione generale
Attiva197-V secolo
Tipolegione romana
CampiResena, Mesopotamia (197 - c. IV secolo)

Apatna, Osroene (V secolo)

Battaglie/guerre
Onori di battagliaParthica sotto Settimio Severo[1]
Severiana sotto Alessandro Severo
Simboli
SimboloToro
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La Legio III Parthica ("[creata per la campagna] partica") fu una legione romana arruolata dall'imperatore Settimio Severo[1] nel 197, per la sua campagna contro l'Impero dei Parti, da cui deriva il cognomen Parthica. La legione era ancora attiva nelle province orientali sino agli inizi del V secolo. Il simbolo della legione era probabilmente un toro.

Assieme alle sue legioni sorelle I Parthica and II Parthica, la III fu creata per un attacco sul confine orientale dell'impero: la I e la III furono formate con i coscritti siriani che avevano fatto parte dell'esercito di Pescennio Nigro e che erano rimasti senza unità dopo la sua sconfitta nel 194.[2] La campagna partica fu un successo e Ctesifonte, la capitale persiana, fu conquistata e saccheggiata.

La III Parthica in seguito rimase nella regione, come guarnigione per la nuova provincia di Mesopotamia.[1] L'accampamento principale della legione si trovava a Resena, dove aveva il compito di mantenere sicure le vie di comunicazione e di proteggere la provincia contro i Sasanidi.

Durante il III secolo, la III Parthica prese parte a numerose altre campagne contro i Sasanidi; anche se non vi sono prove dirette del coinvolgimento della legione, il fatto che fosse di stanza in Mesopotamia rende molto verosimile la sua partecipazione.

Dopo una prima campagna dell'imperatore Caracalla nel 217, nel 230 i Sasanidi organizzarono un'offensiva vittoriosa, obbligando la III a ritirarsi; in seguito, l'imperatore Alessandro Severo organizzò una campagna che riuscì a imporre nuovamente il predominio romano sulla Mesopotamia.

Un'ulteriore campagna diretta nel cuore dell'impero sasanide fu organizzata dall'imperatore Gordiano III nel 243, durante la quale la III Parthica combatté nella vittoriosa battaglia di Resena, sotto gli ordini del prefetto del pretorio Timesiteo. A seguito della morte di Timesiteo prima e di Gordiano poi, il nuovo imperatore Filippo l'Arabo accettò una pesante pace e si ritirò dalla regione.

Sebbene fosse stanziata in Oriente, alcune sue vessillazioni furono distaccate e inviate in Occidente: tra il 268 e il 271, vessillazioni della III Parthica erano al servizio dell'imperatore Marco Piavonio Vittorino, che regnò sul cosiddetto Impero delle Gallie, uno stato secessionista romano che si estendeva sulla porzione occidentale dell'Impero romano.[3]

Un successo molto importante dei Sasanidi nel 256[4] fu la causa dell'infelice campagna dell'imperatore Valeriano, fatto prigioniero da Sapore I. Fu il quasi autonomo governatore di Palmira Odenato che impedì ai Sasanidi di espandersi a spese dell'impero romano nel (261-267), mentre la Mesopotamia del nord ritornò ai Romani con la campagna di Diocleziano del 298.

Agli inizi del V secolo, la legione era ancora attiva nella regione, ad Apatna, Osroene.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Cassio Dione Cocceiano, Storia romana, LV, 24.
  2. ^ MacBride, Angus, Imperial Roman Legionary Ad 161-284, Osprey Publishing, 2003, ISBN 1841766011, p. 6.
  3. ^ RIC V 2, p. 388 nrr. 13–14 e 17; Hollard (1996), pp. 25–27, citati in Mauruzio Colombo, Auxilia e Legiones. La fanteria romana nel IV secolo, Nadir Media, p. 129.
  4. ^ La XV Apollinaris venne sconfitta e i Romani persero la loro fortezza.
  5. ^ La Notitia dignitatum riporta l'esistenza di una legione in quel luogo, e verosimilmente si tratta della III Parthica.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]