Lega delle Famiglie Polacche

Lega delle Famiglie Polacche
Liga Polskich Rodzin
LeaderWitold Bałażak
StatoBandiera della Polonia Polonia
AbbreviazionePLR
Fondazione2001
IdeologiaAttualmente:
Cristianesimo democratico
Conservatorismo
Europeismo[1]
Storicamente:
Nazionalismo polacco[2]
Conservatorismo sociale[3]
Cattolicesimo politico[4]
Euroscetticismo[5]
Democrazia Nazionale[5]
Conservatorismo nazionale[6][7]
CollocazioneDestra
Partito europeoUnione per l'Europa delle Nazioni
Gruppo parl. europeoIndipendenza e Democrazia
Seggi Sejm
0 / 460
(2019)
Seggi Senato
0 / 100
(2019)
Seggi Europarlamento
0 / 51
(2019)
Sito webwww.lpr.pl

Lega delle Famiglie Polacche (in polacco: Liga Polskich Rodzin - LPR) è un partito politico di orientamento conservatore fondato in Polonia nel 2001.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il partito, costituitosi su iniziativa di Roman Giertych, si presenta per la prima volta alle elezioni parlamentari del 2001, ottenendo l'8% dei voti e 38 seggi. Le liste del partito includono inoltre alcuni rappresentanti di diverse formazioni minori, che, successivamente, costituiranno gruppi parlamentari autonomi: il Movimento per la Ricostruzione della Polonia, il Movimento Cattolico Nazionale, Accordo Polacco e Alleanza per la Polonia (che costituirà il gruppo Movimento Patriottico). Dal partito si scinderà inoltre una nuova formazione, Dom Ojczysty.

In occasione delle elezioni europee del 2004, il partito vede raddoppiare i propri consensi giungendo al 16% dei voti, conquistando 15 seggi e divenendo il secondo partito polacco dietro alla Piattaforma Civica. Alle successive elezioni parlamentari del 2005, l'LPR torna all'8% dei voti con 34 seggi. Il partito sostiene i governi guidati da Diritto e Giustizia (PiS).

Alle elezioni parlamentari del 2007, il partito viene fortemente penalizzato dalla polarizzazione del voto tra i nazionalisti del PiS ed i liberali di Piattaforma Civica. La Lega, infatti, crolla dall'8% all'1,3%, non eleggendo alcun parlamentare. Il risultato viene confermato in occasione delle elezioni europee del 2009, quando l'LPR, presentandosi nel cartello Libertas, raccoglie l'1,1%.

In vista delle elezioni parlamentari del 2011 l'LPR non si presenta, ma decide di dare il proprio sostegno al Partito Popolare Polacco[8].

Ideologia[modifica | modifica wikitesto]

La Lega è un partito socio-conservatore che raccoglie l'eredità politica di Narodowa Demokracja, partito della Polonia tra le due guerre mondiali. È sostenitore di posizioni cristiano-conservatrici. Si oppone, infatti, alla legalizzazione delle droghe leggere, al riconoscimento delle unioni omosessuali, all'aborto, all'eutanasia. Ciò gli ha assicurato il sostegno della radio cattolica Radio Maryja. Sostiene politiche di deciso intervento statale nell'economia; non ha sostenuto l'intervento militare polacco nel conflitto iracheno, chiedendo il ritiro delle truppe polacche. Ha proposto lo scioglimento del Parlamento Europeo, dopo che l'esponente politico italiano Rocco Buttiglione è stato escluso dal ruolo di commissario europeo alla giustizia per le sue posizioni contro l'omosessualità, da lui definita in quell'occasione "un peccato, ma non un crimine" e un indice di disordine morale[9].

È stato membro di Indipendenza/Democrazia, il gruppo del Parlamento europeo composto da partiti euroscettici e nazionalisti.

Risultati elettorali[modifica | modifica wikitesto]

Elezione Voti % Seggi
Parlamentari 2001 Sejm 1.025.148 7,87
38 / 460
Europee 2004 969.689 15,92
10 / 54
Parlamentari 2005 Sejm 940.726 7,97
34 / 460
Parlamentari 2007[N 1] Sejm 209.171 1,30
0 / 460
Europee 2009[N 2] 83.754 1,14
0 / 50

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Powrót LPR - Popiera Koalicję Europejską., su rp.pl. URL consultato il 18 maggio 2019.
  2. ^ Uladzislau Belavusau, Freedom of Speech: Importing European and US Constitutional Models in Transitional Democracies, Routledge, p. 158, ISBN 1-135-07198-5. URL consultato il 12 settembre 2014.
  3. ^ Freedom in the World 2011: The Annual Survey of Political Rights and Civil Liberties, Rowman & Littlefield Publishers, p. 540, ISBN 978-1-4422-0996-1. URL consultato il 12 settembre 2014.
  4. ^ Elisabeth Bakke, Central and East European party systems since 1989, in Central and Southeast European Politics Since 1989, Cambridge University Press, 2010, p. 80. URL consultato il 17 novembre 2011.
  5. ^ a b Pieter De Wilde, Hans-Jörg Trenz e Asimina Michailidou, Contesting Europe: Exploring Euroscepticism in Online Media Coverage, ECPR Press, p. 160, ISBN 1-907301-51-8. URL consultato il 12 settembre 2014.
  6. ^ Anna Gwiazda, Democracy in Poland, Routledge, 2015.
    «national conservative League of Polish Families (LPR) had a high percentage of women»
  7. ^ EU country briefing: Poland, in Euractiv, 15 aprile 2019.
  8. ^ eLPR - serwis internetowy Ligi Polskich Rodzin, su lpr.pl. URL consultato il 10 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2011).
  9. ^ Buttiglione, debutto da commissario

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN135127415 · LCCN (ENnb2007003794 · J9U (ENHE987007335279905171 · WorldCat Identities (ENlccn-nb2007003794