Istituto superiore di sanità

Istituto Superiore di Sanità
La sede dell'ISS Roma, vicino al Policlinico Umberto I
SiglaISS
StatoBandiera dell'Italia Italia
TipoEnte pubblico
Istituito21 aprile 1934
CommissarioRocco Bellantone
Direttore generaleAndrea Piccioli
Impiegati1 523 a tempo indeterminato[1]
SedeRoma
IndirizzoViale Regina Elena, 299
00161 Roma
Sito webwww.iss.it

L'Istituto superiore di sanità, anche ISS, è un ente di diritto pubblico che, in qualità di organo tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale in Italia, svolge funzioni di ricerca, sperimentazione, controllo, consulenza, documentazione e formazione in materia di salute pubblica. L'Istituto è posto sotto la vigilanza del Ministero della salute.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'inaugurazione ufficiale dell'ISS, allora denominato "Istituto di sanità pubblica", avvenne il 21 aprile 1934, dopo l'entrata in vigore, l'11 gennaio 1934, del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265 che definiva status e funzioni del nuovo Istituto, e una volta terminata l'intera costruzione. I lavori per la costruzione dell'edificio principale, su progetto dell'architetto Giuseppe Amendola, erano iniziati il 6 luglio 1931.

Secondo lo statuto, l'Istituto di sanità pubblica «con sede a Roma, opera al servizio del Ministero dell'Interno come centro di ricerca, indagini e accertamenti riguardanti i servizi per la pubblica sanità e per la specializzazione del personale del suddetto servizio nel Regno»[2].

Il primo nucleo era costituito da 40 unità di personale e 4 laboratori:

Il laboratorio di malariologia sostituiva la Stazione sperimentale per la lotta antimalarica, finanziata anch'essa dalla Rockefeller Foundation, a cui collaboravano Alberto Missiroli e Lewis W. Hackett, i massimi esperti nella lotta antimalarica in Italia[3].

Il laboratorio di fisica, fondato da Giulio Cesare Trabacchi, si chiamava precedentemente Ufficio del radio, era ospitato nella sede di via Panisperna dove, sotto la guida di Enrico Fermi, lavoravano numerosi fisici quali Franco Rasetti, Emilio Segrè, Edoardo Amaldi e Bruno Pontecorvo. Enrico Fermi vi lavorò fino al 1938, l'anno in cui, dopo aver ricevuto il premio Nobel per la fisica, si trasferì negli Stati Uniti d'America. Nel 1942 entrò in funzione il microscopio elettronico a trasmissione della Siemens. Lo stesso venne requisito, nell'autunno 1943, per ordine dei tedeschi. Dati i notevoli risultati ottenuti, si pensò allora di autocostruirne uno. Fu un successo: lo strumento entrò in funzione nel dicembre 1946, fornendo prestazioni migliori del precedente[4]. Nel 1949 Mario Ageno, un ex allievo di Fermi, arriva al laboratorio di Fisica, ancora sotto la direzione del Trabacchi, e diventa direttore del dipartimento nel 1959. Con la preziosa collaborazione di Franco Graziosi, estende le attività del laboratorio alla biofisica e alla biologia molecolare.

Sede dell'Istituto superiore di sanità a Roma.

Nel 1941 l'Istituto di Sanità Pubblica, diretto dal 25 luglio 1935 da Domenico Marotta, assunse l'attuale denominazione di Istituto Superiore di Sanità. Nel 1938 Marotta fonderà la prestigiosa rivista scientifica Rendiconti dell'Istituto Superiore di Sanità, ribattezzata nel 1965 Annali dell'Istituto Superiore di Sanità.

Il secondo dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la fine della seconda guerra mondiale venne dato un particolare impulso alle attività di ricerca nei campi della biologia e della microbiologia. Vennero chiamati brillanti ricercatori, quali Daniel Bovet ed Ernst Boris Chain.

Nel 1958 l'ISS passò sotto la vigilanza del Ministero della sanità.

Nel 1964, dopo la fine della presidenza Marotta a seguito della vicenda nota come "Il caso Marotta" che lo vide vittima di accuse ingiuste sulla sua gestione dell'Istituto, iniziò un periodo di crisi per l'ISS, risolto in parte con la legge 7 agosto 1973 n. 519 (intitolata Modifiche dei compiti, dei regolamenti e delle strutture dell'Istituto Superiore di Sanità) che riformava l'ISS. Il 28 aprile 1972 era stato nominato direttore dell'ISS Francesco Pocchiari, direttore del Laboratorio di biochimica.
La Legge 7 agosto 1973 n. 519 successivamente riformò l'ISS garantendogli una maggiore autonomia, permettendo l'organizzazione della ricerca per grandi aree tematiche, rendendo possibile programmare gli impegni nei settori della ricerca sanitaria e biomedica finalizzata, nonché le attività di controllo e normazione.

Con la creazione del Servizio sanitario nazionale (SSN), con la legge 833 del 1978, l'Istituto divenne organo tecnico-scientifico del SSN, con la clausola "politica", tuttavia, di stabilire un'istituzione separata a cui venivano affidate la ricerca e le attività regolatorie nell'area dell'igiene e della sicurezza del lavoro; questo ente fu l'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL).

La riorganizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2001, col decreto del presidente della Repubblica 20 gennaio 2001 n. 70 contenente il Regolamento di organizzazione dell'Istituto superiore di sanità, a norma dell'articolo 9 del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 419 (Gazzetta Ufficiale del 26 marzo 2001) venne approvato il nuovo regolamento di organizzazione che cambiò radicalmente lo stato giuridico dell'Istituto. L'ISS divenne ente di diritto pubblico che, in qualità di organo tecnico-scientifico del Servizio sanitario nazionale, svolge funzioni di ricerca, sperimentazione, controllo, consulenza, documentazione e formazione in materia di salute pubblica.

Nel 2003 venne approvato il nuovo organigramma articolato in dipartimenti e centri nazionali. Sia i dipartimenti che i centri nazionali sono strutture tecnico-scientifiche, articolate in reparti, con autonomia in attività di ricerca, controllo, consulenza e formazione; i centri hanno anche carattere interdipartimentale con funzione di coordinamento con le istituzioni esterne.

Direttori e presidenti dell'ISS[modifica | modifica wikitesto]

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

L'ISS ospita numerosi laboratori di riferimento nazionali e 3 laboratori di riferimento europei (European Union Reference Laboratory, EU-RL):

  • per le sostanze chimiche negli alimenti di origine animale
  • per Escherichia coli
  • per i parassiti

Dipartimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • Ambiente e salute
  • Malattie cardiovascolari, endocrino-metaboliche e invecchiamento
  • Malattie infettive
  • Neuroscienze
  • Oncologia e medicina molecolare
  • Sicurezza alimentare, nutrizione e sanità pubblica veterinaria

Centri nazionali e centri di riferimento[modifica | modifica wikitesto]

  • Controllo e valutazione dei farmaci
  • Dipendenze e doping
  • Eccellenza clinica, qualità e sicurezza delle cure
  • Health Technology Assessment
  • Malattie rare
  • Medicina di genere
  • Organismo Notificato
  • Prevenzione delle malattie e promozione della salute
  • Protezione dalle radiazioni e fisica computazionale
  • Ricerca e valutazione preclinica e clinica dei farmaci
  • Ricerca su HIV/AIDS
  • Salute globale
  • Sangue
  • Scienze comportamentali e salute mentale
  • Sostanze chimiche, prodotti cosmetici e protezione del consumatore
  • Sperimentazione e benessere animale
  • Tecnologie innovative in sanità pubblica
  • Telemedicina e nuove tecnologie assistenziali
  • Trapianti

Servizi tecnico-scientifici

  • Grant Office e trasferimento tecnologico
  • Servizio biologico
  • Servizio di coordinamento e supporto alla ricerca
  • Servizio di statistica
  • Servizio grandi strumentazioni e core facilities

Telefoni Verdi[modifica | modifica wikitesto]

  • Telefono Verde AIDS e Infezioni Sessualmente Trasmesse 800 861 061
  • Telefono Verde Alcol 800 63 2000
  • Telefono Verde Anti-Doping 800 89 69 70
  • Telefono Verde contro il Fumo 800 55 40 88
  • Telefono Verde Malattie Rare 800 89 69 49
  • Telefono Verde Trapianti 800 33 30 33
  • Telefono Verde Droga 800 18 60 70
  • Telefono Verde Nazionale per le problematiche legate al Gioco D'azzardo 800 55 88 22

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

L'istituto superiore di sanità organizza annualmente (dai primi anni 2000) un concorso letterario, artistico e musicale chiamato "Il Volo di Pegaso" dedicato alle malattie rare[10][11][12].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ http://www.iss.it/binary/urpu/cont/Ruolo_elencoTI.pdf Archiviato il 12 agosto 2016 in Internet Archive. Dotazione organica
  2. ^ Giorgio Bignami, Origins and Subseqeunt Development of the Istituto Superiore di Sanità in Rome (Italy) (on-line Archiviato il 14 gennaio 2011 in Internet Archive.)
  3. ^ * Anna Farina e Cecilia Bedetti (eds), Microanalisi elementare organica. Collezione di strumenti, Istituto superiore di sanità, collana "I beni storico-scientifici", pp. 31-33, 2007 (on-line Archiviato il 22 novembre 2011 in Internet Archive.)
  4. ^ Gianfranco Donelli Primi passi e successivi sviluppi della microscopia elettronica all'ISS: dal Laboratorio di Fisica al Laboratorio di Ultrastrutture, Istituto superiore di sanità. Storie e memorie dell'Istituto superiore di sanità. Roma, 4 febbraio 2008 (on-line Archiviato il 12 gennaio 2011 in Internet Archive.)
  5. ^ ANSA, «Fabrizio Oleari nuovo presidente Istituto superiore sanita»
  6. ^ Buco Istituto Superiore Sanità, decretato il commissariamento per disavanzo biennale, in Il Fatto Quotidiano, 15 luglio 2014.
  7. ^ Rocco Bellantone nominato presidente dell’Istituto Superiore di Sanità
  8. ^ Federico Fubini, Walter Ricciardi: «Lascio l’Istituto superiore sanità, il governo ha posizioni antiscientifiche», in Corriere della Sera, 1º gennaio 2019. URL consultato il 7 gennaio 2019.
  9. ^ Brusaferro nominato commissario straordinario in seguito alle dimissioni di Ricciardi
  10. ^ Concorso letterario, artistico e musicale "IL VOLO DI PEGASO”, su ISS. URL consultato il 13 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2022).
  11. ^ XIV edizione del Concorso artistico-letterario e musicale “Il Volo di Pègaso” | OMCeO Campobasso, su ordinedeimedici.cb.it. URL consultato il 13 maggio 2022.
  12. ^ Redazione, Malattie rare, aperte le iscrizioni per “Il Volo di Pegaso”, su Osservatorio Malattie Rare. URL consultato il 13 maggio 2022.

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Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN143699479 · ISNI (EN0000 0001 2324 9157 · BAV 494/38371 · LCCN (ENn50068008 · GND (DE1016410-8 · BNF (FRcb12390190w (data) · J9U (ENHE987007446747305171 · NSK (HR000557368 · WorldCat Identities (ENlccn-n50068008