Ipse dixit

Ipse dixit è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa "lui stesso l'ha detto". L'espressione viene utilizzata in diversi contesti con vari significati.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'espressione compare nel De natura deorum (I, 5, 10) di Marco Tullio Cicerone, il quale, parlando dei pitagorici, ricorda, con piglio critico, come fossero soliti citare la loro somma autorità, Pitagora, con questa frase (in greco, αὐτὸς ἔφα, autòs epha)[1][2].

«Nec vero probare soleo id, quod de Pythagoreis accepimus, quos ferunt, si quid adfirmarent in disputando, cum ex iis quaereretur quare ita esset, respondere solitos: «Ipse dixit»; «ipse» autem erat Pythagoras; tantum opinio praeiudicata poterat, ut etiam sine ratione valeret auctoritas.»

Nel Medioevo, la somma autorità cui ci si riferisce con la locuzione non è più Pitagora, ma Aristotele: il detto, infatti, è attribuito ad Averroè, il più importante studioso arabo del filosofo. Secondo una sua interpretazione, Aristotele afferma in forma scientifica le stesse verità esposte nel Corano e, pertanto, il pensiero aristotelico non va interpretato ma accettato, perché ipse dixit[3][4] Simile modo di presentare la verità viene definita dagli scolastici sophisma auctoritatis: una tesi viene accettata solo in virtù dell'autorità di chi la presenta.

Alla fine del XVIII secolo, Jeremy Bentham adattò il termine ipse dixit nella parola ipse-dixitismo. Bentham coniò il termine da applicare a tutti gli argomenti politici non utilitaristici[5][6].

Utilizzo[modifica | modifica wikitesto]

Ambito sociale[modifica | modifica wikitesto]

L'espressione è oggi principalmente utilizzata quando, in un discorso, si vuole evidenziare la bontà delle proprie opinioni in quanto sostenute anche da una persona comunemente riconosciuta come autorità in materia. A volte viene usata anche in senso ironico, per deridere chi si considera autorevole senza esserlo realmente, o chi si sottomette acriticamente a una simile autorità[7].

Ambito legale[modifica | modifica wikitesto]

Nelle moderne decisioni legali e amministrative, il termine ipse dixit è stato generalmente utilizzato come critica di argomenti basati esclusivamente sull'autorità di un individuo o di un'organizzazione. Ad esempio, in National Tire Dealers & Retreaders Association, Inc. v. Brinegar, 491 F.2d 31, 40 (DC Cir. 1974), il giudice di circoscrizione Wilkey ha ritenuto che la "dichiarazione delle ragioni del Segretario dei trasporti per la sua conclusione che il requisiti sono praticabili non è così intrinsecamente plausibile che il tribunale possa accettarlo sul mero ipse dixit dell'agenzia"[8].

Nel 1997, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha riconosciuto il problema della "prova dell'opinione che è collegata ai dati esistenti solo dall'ipse dixit di un esperto"[9]. Allo stesso modo, la Corte Suprema del Texas ha dichiarato che "un reclamo non potrà reggere o cadere sul semplice ipse dixit di un testimone accreditato"[10].

Nel 1858, Abraham Lincoln disse nel suo discorso a Freeport, Illinois, al secondo dibattito congiunto con Stephen A. Douglas:

Tralascio uno o due punti che ho perché il mio tempo scadrà molto presto, ma devo ammettere che il giudice Douglas ricorre di nuovo, come ha fatto in una o due altre occasioni, sull'enormità di Lincoln, un individuo insignificante come Lincoln, dopo il suo ipse dixit accusando un gran numero di membri del Congresso, della Corte Suprema e di due presidenti di aver cospirato per nazionalizzare la schiavitù. Voglio dire che, in primo luogo, non ho addebitato alcun tipo al mio ipse dixit. Ho solo schierato le prove tendendo a dimostrarlo, e l'ho presentato alla comprensione degli altri, dicendo quello che penso che dimostri, ma dandovi i mezzi per giudicare se lo dimostra o no. Questo è esattamente quello che ho fatto. Non l'ho messo affatto sul mio ipse dixit[11].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Whitney, William Dwight. (1906). "Ipse dixit", The Century dictionary and cyclopedia, pp. 379–380; Westbrook, Robert B. "John Dewey and American Democracy", p. 359.
  2. ^ VanderMey, Randall et al. (2011). Comp, p. 183; excerpt: "Bare assertion. The most basic way to distort an issue is to deny that it exists. This fallacy claims, 'That's just how it is.' "
  3. ^ Poliziano, Angelo. (2010). Angelo Poliziano's Lamia: Text, Translation, and Introductory Studies, p. 26; excerpt, "In Cicero's De natura deorum, as well as in other sources, the phrase “Ipse dixit” pointed to the notion that Pythagoras's disciples would use that short phrase as justification for adopting a position: if the master had said it, it was enough for them and there was no need to argue further."
  4. ^ Burton, George Ward. (1909). Burton's book on California and its sunlit skies of glory, p. 27; excerpt, "But by the time of Bacon, students had fallen into the habit of accepting Aristotle as an infallible guide, and when a dispute arose the appeal was not to fact, but to Aristotle's theory, and the phrase, Ipse dixit, ended all dispute."
  5. ^ Bentham, Jeremy. (1838). Works of Jeremy Bentham, p. 192; excerpt, "... it is not a mere ipse dixit that will warrant us to give credit for utility to institutions, in which not the least trace of utility is discernible."
  6. ^ Bentham, Jeremy. (1834). Deontology; or, The science of morality, Vol. 1, p. 323; excerpt, "ipsedixitism... comes down to us from an antique and high authority, —-it is the principle recognised (so Cicero informs us) by the disciples of Pythagoras. Ipse (he, the master, Pythagoras), ipse dixit, — he has said it; the master has said that it is so; therefore, say the disciples of the illustrious sage, therefore so it is."
  7. ^ National Tire Dealers & Retread. Ass'n Inc. vs. Brinegar, su leagle.com. URL consultato il 10 luglio 2015.
  8. ^ (EN) NATIONAL TIRE DEALERS & R | 491 F.2d 31 (1974) | 91f2d311516 | Leagle.com, su Leagle. URL consultato il 30 settembre 2021.
  9. ^ Filan, citing General Electric Co. v. Joiner, 522 U.S. 136, 137; 118 S.Ct. 512; 139 L.Ed.2d 508 (1997).
  10. ^ Burrow v. Arce, 997 S.W.2d 229, 235 (Tex. 1999).
  11. ^ From The complete works of Abraham Lincoln, Vol. III, pp. 290–291.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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