Ildebrando Vivanti

Ildebrando Vivanti (Brescia, 24 ottobre 1924Cuneo, 23 aprile 1944) è stato un partigiano italiano. Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Giorgio Vivanti, tipografo bresciano di origini ebraiche trasferitosi a Cuneo per lavoro, venne espulso per motivi razziali dalla scuola che stava frequentando con profitto, l'Istituto per Ragionieri "F.A. Bonelli". Continuò gli studi privatamente, sostenuto da una compagna di scuola, Elsa Perona, ma soprattutto da un paio di insegnanti del suo Istituto, tra cui Antonio Meo, che misero a repentaglio la propria carriera scolastica facendo esplicita richiesta al Provveditore agli Studi di Cuneo di poter somministrare ripetizioni private al giovane "israelita", come testimonia la documentazione giacente nell'archivio dell'Istituto Bonelli. Diplomatosi brillantemente, nei giorni successivi all'armistizio dell'8 settembre salì a Madonna del Colletto, sopra Valdieri, insieme ad altre persone, tra cui Duccio Galimberti, Dante Livio Bianco e i fratelli Enzo e Riccardo Cavaglion, dove prese vita il nucleo originario delle formazioni partigiane Giustizia e Libertà, la banda "Italia libera"). Cadde, combattendo eroicamente, otto mesi dopo. Porta il nome di Ildebrando Vivanti una strada di Roma.[1] Anche a Brescia, in località Mompiano, vi è una via dedicata ad Ildebrando Vivanti.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Iniziava la sua attività partigiana il giorno dell’armistizio del settembre 1943, prodigandosi in ardite azioni di guerriglia ed in audaci atti di sabotaggio, sempre primo tra i primi, sprezzante di ogni pericolo. Vicecomandante di una banda, fatto segno ad un forte attacco tedesco, resisteva alla pressione e, circondato da tutte le parti, abbarbicato ad una roccia con quattro compagni, continuava a difendersi strenuamente. Ferito e sopraffatto, cadeva nelle mani del nemico; condannato alla fucilazione, affrontava impavido la morte intonando insieme ai compagni di sacrificio gli inni partigiani.»
— Cuneo, 8 settembre 1943 - 23 aprile 1944.[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Via Ildebrando Vivanti-Roma, su google.it. URL consultato il 25 aprile 2016.
  2. ^ Dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 25 aprile 2016..

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