Il prezzo del discepolato

Il prezzo del discepolato, conosciuto anche come prendere la propria croce, è un insegnamento di Gesù riportato dai vangeli sinottici.

Racconto evangelico[modifica | modifica wikitesto]

Nel Vangelo secondo Matteo, l’insegnamento è pronunciato nell’ambito del discorso sulla missione. Gesù dice che chi ama i propri familiari più di lui non è degno di lui e chi vuole seguirlo deve prendere la propria croce. Conclude affermando che "chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà".[1]

Il Vangelo secondo Marco omette il riferimento all’amore per i familiari e specifica che prima di prendere la propria croce e seguire Gesù bisogna rinunciare a se stessi. Ribadisce anche che "chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio e del vangelo, la salverà".[2]

Anche il vangelo secondo Luca non fa riferimento all’amore per i familiari e invita a rinunciare a se stessi e prendere la propria croce se si vuole seguire Gesù. Afferma successivamente che "chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per causa mia, la salverà".[3]

Significato[modifica | modifica wikitesto]

Gesù non intende svalutare l’amore per i familiari, ma vuole sottolineare che l’amore per Dio è prioritario, perché solo lui è l’assoluto. L’invito a portare la propria croce non indica qualcosa di tragico. Non dobbiamo portare la croce di Gesù ma la nostra, costituita dalle difficoltà della nostra vita e dai nostri limiti personali; per fare ciò dobbiamo prima prendere le distanze cattiveria che è in noi, a cui dobbiamo rinunciare. Se teniamo alla nostra vita materiale falliremo, perché la perderemo comunque; ma se la viviamo come un dono per gli altri, in comunione con Dio, le daremo un significato e guadagneremo la vita eterna.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mt Mt 10,37-39, su laparola.net.
  2. ^ Mc Mc 8,34-38, su laparola.net.
  3. ^ Lc Lc 9,23-26, su laparola.net.
  4. ^ Degno di me - Matteo 10,32-11,1