Il segregazionista

Il segregazionista
Titolo originaleSegregationist
AutoreIsaac Asimov
1ª ed. originale1953
Genereracconto
Sottogenerefantascienza
Lingua originaleinglese
SerieCiclo dei Robot
Preceduto daLenny
Seguito daIntuito femminile

Il segregazionista (Segregationist) è un racconto fantascientifico scritto da Isaac Asimov. Pubblicato per la prima volta nel dicembre del 1967 sulla rivista Abbottempo (prodotta da Abbott Laboratories), fa parte dell'antologia Antologia personale ed è attualmente presente anche in altre raccolte di racconti di Asimov.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Questa storia narra di un futuro in cui le protesi robotiche per l'uomo sono realtà e si dividono in plastiche e in metalliche. La gente naturalmente preferisce gli innesti di tipo metallico, per assomigliare, o almeno avere alcune delle capacità di quelli che comunemente vengono soprannominati i Metallo (i robot). Ad essi infatti, ormai erano stati riconosciuti dei diritti civili, e dovevano esseri trattati quasi al pari degli esseri umani.

Un uomo, un senatore più specificatamente, alla quale è stato riconosciuto il diritto al ritardo della morte, si ritrova da un chirurgo per farsi sostituire il suo cuore ormai stanco e malato. Il chirurgo gli offre una scelta fra un organo metallico e uno semi-organico-plastico. L'uomo naturalmente, essendo una persona importante e abbastanza arrogante, rifiuta ostinatamente i tentativi che il medico fa per convincerlo a farsi trapiantare un cuore in fibra cyber-cardiaca. Di conseguenza, sceglie di farsi trapiantare un cuore metallico, proprio come qualsiasi altra persona avrebbe scelto.

Più tardi, una volta che il senatore se ne è andato, il chirurgo fa delle osservazioni sull'ibridazione umano-macchina. Dice infatti che chiunque dovrebbe cercare di mantenere il proprio corpo il più vicino all'originale possibile, senza cercare di varcare la linea di confine, e inoltre, si vede molto contrario a questa specie di unione fra gli esseri umani e i robot. Alla fine del racconto, si scopre che il chirurgo non è nient'altro che un robot, considerevolmente razzista nei confronti degli esseri umani che vogliono diventare più simili a quelli della sua specie.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]