I Mori di Valenza

I Mori di Valenza
L'espulsione dei Mori dalla Spagna di Gabriel Puig Roda
Lingua originaleitaliano
GenereOpera
MusicaAmilcare Ponchielli
LibrettoAntonio Ghislanzoni ([1])
Attiquattro
Epoca di composizione1874 - 1886
Pubblicazione
  • Milano: Giudici e Strada
Prima rappr.17 marzo 1914
TeatroGrand Théâtre de Monte Carlo
Versioni successive
  • 1914 - Arena di Milano
  • 1915 - Teatro Ponchielli di Cremona
Personaggi
  • Filippo III, re di Spagna (basso)
  • Il Duca di Lerma (tenore)
  • Don Giovanni d'Aguilar, viceré di Navarra (basso)
  • Carmine, sua figlia (mezzosoprano)
  • Fernando d'Albayda, cugino di Don Giovanni (tenore)
  • Alberigo Delascar, capo di una tribù di Mori (baritono)
  • Elèma, sua figlia (soprano)
  • Un Moro (baritono)
  • Un servo (tenore)
AutografoBiblioteca del Conservatorio Nicolini di Piacenza

I Mori di Valenza è un'opera in 4 atti composta da Amilcare Ponchielli su un libretto di Antonio Ghislanzoni.

Genesi e fortuna dell'opera[modifica | modifica wikitesto]

Ponchielli avviò la composizione dell'opera nel 1874, ma alla sua morte nel 1886, aveva completato soli i primi 3 atti e una parte del quarto per canto e piano.

La vicenda è ambientata a Valencia all'inizio del XVII secolo, quando Filippo III di Spagna ordinò l'allontanamento dei Mori dalla Spagna. Il libretto di Ghislanzoni è basato su Piquillo Alliaga, una novella di Eugène Scribe.[1]

L'opera era stata acquisita dalla «Casa editrice musicale già Giudici e Strada» da Annibale Ponchiellii che ha ceduto il manoscritto incompleto per canto e pianoforte del compositore e la partitura dell’orchestrazione realizzata da lui tra il 1901 e il 1902[2]. L’opera però andò in scena solo nel 1914 nella nuova versione commissionata da Paolo Mariani, titolare dell'editrice già Giudici e Strada, ad Arturo Cadore, per completare l'opera in occasione del venticinquesimo anno dalla morte del compositore. Andò in scena il 17 Marzo 1914 al Théâtre du Casino a Monaco ed ebbe 3 rappresentazioni[3]. Dopo la prima a Monaco, l'opera fu proposta all'Arena di Milano diretta da Antonio Guarneri e fu rappresentata ancora nel gennaio 1915 al Teatro Ponchielli di Cremona. A causa della tiepida accoglienza ricevuta dal pubblico di Monaco, Milano e Cremona, I Mori di Valenza non è più stata rappresentata.[4]

Contemporaneamente l'editore pubblicò una prestigiosa edizione dello spartito per canto e pianoforte (n. ed. 22857)[5].

Alla morte di Cadore si aprì una battaglia legale per la proprietà dei diritti tra gli eredi dei due compositori che si protrasse per quasi quarant’anni e si concluse con una sentenza che riconosceva agli eredi di Cadore i diritti dell’ultimo atto, mentre la proprietà del resto dell’opera fu assegnata al Comune di Piacenza, subentrato come titolare dei diritti propri dell’editore[6].

Una registrazione dell'opera è stata realizzata a Cremona nel 2007 dall'etichetta discografica Bongiovanni.[7]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

La tragica vicenda è ambientata all’epoca del regno di Filippo III di Spagna, il capo della tribù dei Mori, Alberico Descalar, a Valencia è travolto dal dramma della condanna a morte del figlio, accusato di aver difeso due mori perseguitati. La sorella, Elèma, di cui il re è innamorato el e aveva promesso che avrebbe esaudito i suoi desideri, si reca quindi a Madrid, a corte, accompagnata dal viceré di Navarra don Giovanni d'Aguilar, la figlia Carmine e il fidanzato Fernando d'Albayada, che però è innamorato di Elèma e le offre la sua protezione, così come il re Filippo. Lei rifiuta entrambi, anche se in realtà è innamorata di Fernando, ma si sacrifica per l'amica Carmine.

Il re esita a firmare la cacciata del Mori, Descalar e la figlia chiedono la grazia per la loro tribù. In un primo tempo il re concede a Elèma e suo padre il permesso di residenza in Spagna ,ma obbliga all’esilio la loro gente. Il padre rifiuta il privilegio e decide di partire. Elèma, turbata dalla riconciliazione di Carmine e Fernando si rifiuta di seguirlo e Delascar, credendola amante de re, la uccide.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gherardo Casaglia, I Mori di Valenza. 17 Marzo 1914, Martedì, in Almanacco, 2005. URL consultato il 22 giugno 2022.
  2. ^ Patrizia Florio, Un progetto di ricerca e valorizzazione sull’archivio degli editori di musica Giudici e Strada conservato nella biblioteca del Conservatorio di musica “G. Nicolini” di Piacenza, in Scripta sonant, Milano, IAML Italia, 2018, pp. 89-100.
  3. ^ Walsh, T. J. (1986). Monte Carlo opera, 1910–1951, pp. 30; 272. Boethius
  4. ^ Streicher, Johannes; Teramo, Sonia; Morini, Mario; Travaglini, Roberta (2004). Scapigliatura & Fin de siècle: libretti d'opera italiani dall'Unità al primo Novecento, p. 200. Ismez
  5. ^ Per lo spartito vedi IMSLP
  6. ^ Cfr. Mario Morini, Destino postumo dei Mori di Valenza, in La Scala, marzo 1957, pp. 37-42.
  7. ^ L'incisione è stata realizzata con l'Orchestra Filarmonica Ucraina di Donetsk; il coro Ponchielli-Vertova di Cremona, direttore Silvano Frontalini, Bongiovanni GB 2419/20. Una recensione è consultabile in Opera Today : I mori di Valenza — Ponchielli’s Unfinished Opera, su www.operatoday.com. URL consultato il 22 giugno 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Amilcare De Napoli, A. Ponchielli. La vita, le opere, l'epistolario, le onoranze, Cremona, 1936.
  • Mario Morini, Destino postumo dei Mori di Valenza, in La Scala, marzo 1957, pp. 37-42.
  • Dizionario Universale della musica e dei musicisti. Titoli e personaggi, Torino, Utet, 1999.
  • Patrizia Florio, Patrizia Florio, Un progetto di ricerca e valorizzazione sull’archivio degli editori di musica Giudici e Strada conservato nella biblioteca del Conservatorio di musica “G. Nicolini” di Piacenza, in Scripta sonant, Milano, IAML Italia, 2018, p. 89-100.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]