Helmut Schmidt

Helmut Schmidt
Helmut Schmidt nel 1977

Cancelliere federale della Germania[1]
Durata mandato16 maggio 1974 –
1º ottobre 1982
PresidenteGustav Heinemann
Walter Scheel
Karl Carstens
Vice capo del governoHans-Dietrich Genscher
Egon Franke
PredecessoreWilly Brandt
SuccessoreHelmut Kohl

Presidente del Consiglio europeo
Durata mandato1º luglio 1978 –
31 dicembre 1978
PredecessoreAnker Jørgensen
SuccessoreValéry Giscard d'Estaing

Ministro federale delle finanze
Durata mandato7 luglio 1972 –
16 maggio 1974
Capo del governoWilly Brandt
PredecessoreKarl Schiller
SuccessoreHans Apel

Ministro federale dell'economia
Durata mandato7 luglio 1972 –
15 dicembre 1972
Capo del governoWilly Brandt
PredecessoreKarl Schiller
SuccessoreHans Friderichs

Ministro della difesa
Durata mandato22 ottobre 1969 –
7 luglio 1972
Capo del governoWilly Brandt
PredecessoreGerhard Schröder
SuccessoreGeorg Leber

Presidente del gruppo SPD nel Bundestag
Durata mandato14 marzo 1967 –
22 ottobre 1969
PredecessoreFritz Erler
SuccessoreHerbert Wener

Presidente federale della
Lega tedesca degli studenti socialisti
Durata mandato1947 –
1948
ContitolareKarl Wittrock
PredecessoreHeinz-Joachim Heydorn e
Alfred Hooge
SuccessoreJohn van Nes Ziegler e
Rolf Recknagel

Membro del Bundestag
per Amburgo
Durata mandato6 ottobre 1953 –
15 ottobre 1957
Predecessoredistretto plurinominale
Successoredistretto plurinominale

Durata mandato15 ottobre 1957 –
19 gennaio 1962
PredecessoreWilly Max Rademacher
SuccessoreEugen Glombig

Durata mandato19 ottobre 1965 –
20 ottobre 1969
Predecessoredistretto plurinominale
Successoredistretto plurinominale

Durata mandato20 ottobre 1969 –
18 febbraio 1987
PredecessoreNikolaus Jurgensen
SuccessoreRolf Niese
Legislatura, , , , , , , 10ª
Gruppo
parlamentare
SPD
Circoscrizione, : Amburgo VIII
, , , , 10ª: Amburgo-Bergedorf

Dati generali
Partito politicoSPD
Titolo di studioLaurea in economia
UniversitàUniversità di Amburgo
ProfessioneFunzionario, editore, economista
FirmaFirma di Helmut Schmidt
Helmut Schmidt
NascitaAmburgo, 23 dicembre 1918
MorteAmburgo, 10 novembre 2015
(96 anni)
Luogo di sepolturaCimitero di Ohlsdorf
Dati militari
Paese servito Germania nazista
Forza armataLuftwaffe
Unità 1. Panzer-Division
Anni di servizio1937–1945
GradoOberleutnant
GuerreSeconda guerra mondiale
DecorazioniCroce di Ferro
Altre caricheCancelliere federale della Germania
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Helmut Schmidt durante un discorso alla conferenza della SPD ad Hannover nel 1973

Helmut Heinrich Waldemar Schmidt (Amburgo, 23 dicembre 1918Amburgo, 10 novembre 2015[2][3]) è stato un politico e funzionario tedesco.

Con più di otto anni a capo del governo, detiene il record di longevità dei cancellieri SPD. È stato Cancelliere federale della Germania (Germania Ovest) dal 6 maggio 1974 al 1º ottobre 1982 (→ Governo Schmidt I, II e III). Dopo aver partecipato al conflitto mondiale, divenuto membro del Partito Socialdemocratico di Germania nel 1946, fu parlamentare del Bundestag nel 1953-1962. Mantenne il ruolo di Ministro della difesa della RFT dal 1969 al 1972, diventando nel 1972 Ministro delle finanze (Governo Brandt I).

Nel 1974 subentrò a Willy Brandt alla guida del governo, dopo che questo si era dimesso per la scoperta del coinvolgimento di un suo consigliere, Günter Guillaume, in una rete di spionaggio a favore della DDR. Schmidt resse il paese per otto anni, durante un periodo segnato dal terrorismo (banda Baader-Meinhof), dalla guerra fredda che coinvolgeva la RFD e la vicina DDR, dal rafforzamento dell'integrazione europea e dalla crisi energetica che provocò forti fiammate inflazionistiche in tutto l'Occidente industrializzato, segnato anche dalla recessione o stagflazione.

Venne sostituito nel 1982 da Helmut Kohl per mezzo di una mozione di sfiducia costruttiva, presentata dai suoi ex-alleati della FDP insieme alla CDU/CSU. I quattro ministri della FDP avevano lasciato pochi giorni prima la coalizione social-liberale formata da SPD e FDP in seguito a disaccordi in tema di politica economica e politica estera. La mozione di sfiducia costruttiva contro Schmidt fu la seconda utilizzata nella storia della Repubblica Federale Tedesca. Per la prima volta la mozione di sfiducia costruttiva era stata utilizzata nel 1972 da Rainer Barzel, leader della CDU, contro il cancelliere Willy Brandt. Questa mozione non ebbe successo, venendo a mancare a Barzel 2 voti sui 249 che sarebbero stati necessari per sostituire Brandt.

Dal 1953 al 19 gennaio 1962 e dal 1965 al 1987 è stato membro del Bundestag tedesco e dal 27 febbraio 1958 al 29 novembre 1961 è stato anche membro del Parlamento europeo. Si ritirò dal Parlamento nel 1986, dopo essersi scontrato con l'ala sinistra della SPD, che gli si oppose in difesa e delle questioni economiche. Nel 1986 è stato uno dei principali promotori dell'unione monetaria europea e di una Banca centrale europea.

Dopo il suo cancellierato, Schmidt ha goduto di popolarità e stima tra i partiti come statista anziano. Ha anche scritto numerosi libri ed è stato condirettore del settimanale Die Zeit dal 1983 fino alla sua morte.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Inizi, famiglia, vita e formazione[modifica | modifica wikitesto]

Helmut Schmidt era il maggiore dei due figli degli insegnanti Ludovica Koch (1890-1968) e Gustav Ludwig Schmidt (1888-1981) e nacque a Barmbek, un quartiere operaio di Amburgo, nel 1918.[4][5] Schmidt studiò ad Amburgo alla scuola Lichtwark, laureandosi nel 1937. Il padre di Schmidt era il figlio naturale di un banchiere ebreo tedesco, Ludwig Gumpel, e una cameriera cristiana, Friederike Wenzel,[6] e poi di nascosto venne adottato: sulle origini fu mantenuto un segreto di famiglia per molti decenni.[7][8] Ciò venne confermato pubblicamente da Schmidt nel 1984, dopo che Valéry Giscard d'Estaing rivelò il fatto ai giornalisti, a quanto pare con il parere conforme di Schmidt. Schmidt stesso era un luterano non praticante.[9]

Schmidt fu un leader del gruppo (Scharführer) nell'organizzazione della Gioventù hitleriana fino al 1936, quando fu retrocesso e inviato in congedo a causa delle sue idee anti-naziste.[10][11] Tuttavia, nuovi documenti accessibili da 1942 elogiano il suo comportamento impeccabile" "nazional-socialista, e nel 1944 i suoi superiori dissero che Schmidt "stava nel terreno dell'ideologia nazionalsocialista, sapendo che doveva trasmetterla".[12][13] Il 27 giugno 1942 sposò la sua amica d'infanzia Hannelore "Loki" Glaser (3 marzo 1919 - 21 ottobre 2010); la coppia ebbe due figli: Helmut Walter (26 giugno 1944 - 19 febbraio 1945, morto di meningite) e Susanne (nata l'8 maggio 1947), che lavora a Londra per Bloomberg Television.[14][15] Schmidt riprese la sua formazione ad Amburgo dopo la guerra, conseguendo una laurea in economia e scienze politiche nel 1949.[5]

Servizio militare[modifica | modifica wikitesto]

Schmidt venne arruolato nel servizio militare nel 1937 e cominciò il suo servizio in una batteria antiaerea a Vegesack, vicino a Brema, nella seconda guerra mondiale. Dopo un breve servizio sul fronte orientale durante l'invasione dell'Unione Sovietica nel 1941, tra cui l'assedio di Leningrado, tornò in Germania nel 1942 per lavorare come formatore e consulente presso il Ministero dell'Aviazione. Durante il suo servizio nella seconda guerra mondiale, Schmidt ricevette la croce di ferro di 2ª Classe. Frequentò il Tribunale del Popolo come spettatore militare ad alcuni dei processi farsa per gli ufficiali coinvolti nella trama del 20 luglio, in cui venne eseguito un tentativo fallito di assassinare Hitler a Rastenburg, ed era disgustato dal comportamento di Roland Freisler. Verso la fine della guerra, dal dicembre 1944 in poi, lavorò come Oberleutnant nell'arma contraerea sul fronte occidentale durante l'Offensiva delle Ardenne. Venne catturato dagli inglesi nell'aprile 1945 sulla Landa di Luneburgo, e fu prigioniero di guerra fino all'agosto dello stesso anno, in Belgio.

Il cancellierato[modifica | modifica wikitesto]

Helmut Schmidt e Jimmy Carter durante una visita del cancelliere alla Casa Bianca il 13 luglio 1977
Helmut Schmidt accanto al Segretario generale del Comitato Centrale del Partito Socialista Unificato di Germania (SED) Erich Honecker in un incontro dell'11 dicembre 1981
Helmut Schmidt e la moglie Loki al loro arrivo in Maryland il 20 maggio 1981

Schmidt successe nel 1974 a Willy Brandt, in seguito allo scandalo che aveva coinvolto il segretario di Brandt, Günter Guillaume, smascherato come spia della Germania Est. Nel 1976 vinse le elezioni federali formando un secondo governo in alleanza col Partito liberal-democratico. Come cancelliere federale contribuì al percorso della costruzione dell'Unione europea, in particolare istituzionalizzando il Consiglio europeo nel 1974 e lanciando il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale nel 1978, il Sistema Monetario Europeo (antesignano dell'euro) nel 1979 e favorendo la prima elezione diretta del Parlamento europeo nello stesso 1979.

Favorì inoltre la nascita del G5 nel 1975, poi divenuto G8, e la "doppia decisione" con cui la NATO contrappose l'installazione dei Pershing-2 e dei Cruise, dispiegati sul suolo tedesco e per le pressioni di Schmidt anche su quello italiano, al mancato smantellamento dei missili SS-20 che l'URSS aveva collocato nel teatro europeo. Dapprima allacciando strette relazioni con Nixon, prese progressivamente le distanze dai successori di quest'ultimo, Carter e Reagan.

Queste azioni di politica estera furono realizzate grazie al buon rapporto, politico e personale, con il Presidente francese Valéry Giscard d'Estaing: si iniziò a parlare da allora di asse franco-tedesco[16], cioè di una linea comune di intesa che poi ebbe nuovi fasti col buon rapporto tra François Mitterrand ed Helmut Kohl. Alla crisi energetica degli anni settanta rispose con politiche economiche disinflazionistiche, ma rifiutando di operare tagli della spesa sociale (non esitando a ricorrere all'indebitamento pubblico), che ebbero riverberi sull'impetuoso sviluppo del paese, frenato dopo venti anni di incessante ascesa.

Riconfermato cancelliere nel 1980, sempre in alleanza con i liberali, cercò di favorire il dialogo tra le due Germanie, rilanciando i rapporti della Repubblica federale con i vicini orientali (Ostpolitik), sulla scia di Brandt, linea che ebbe risonanza negativa presso la NATO (ricevette per questo accuse di infedeltà dall'Alleanza). Il suo governo cadde nell'ottobre 1982, con l'utilizzo dell'istituto della sfiducia costruttiva, per il venir meno dell'appoggio del Partito liberale a seguito di varie divergenze in materia di spesa sociale, indebitamento pubblico, rapporti Est-Ovest, sostituito da una coalizione democristiano-liberale guidata da Helmut Kohl.

Politico pragmatico, terminato il ruolo di membro del Bundestag, si ritirò dalla politica attiva nel 1986. Oggi si è pronunciato in termini critici sulla posizione di dominio che sembra occupare la Germania in Europa, mettendo in guardia sulle conseguenze funeste che una leadership tedesca costruita a spese dei paesi periferici, a suo dire, potrebbe avere in futuro sul progetto europeo.[17]

Posizioni politiche[modifica | modifica wikitesto]

Politica interna[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2005, Schmidt ha descritto la disoccupazione di massa come il più grande problema tedesco. Ha elogiato l'"Agenda 2010" di Gerhard Schröder e l'ha vista come un primo passo per affrontare le conseguenze del cambiamento demografico.[18] Tuttavia, riteneva che il programma di riforma fosse insufficiente e sostenne nel 1997[19] una deregolamentazione del mercato del lavoro tedesco, compresa una limitazione della protezione dal licenziamento. I criteri di ragionevolezza per i disoccupati dovrebbero essere ulteriormente rafforzati e il sussidio di disoccupazione dovrebbe essere congelato in termini nominali per un certo numero di anni (o diminuire in termini reali). Il contratto collettivo forfettario era considerato da Schmidt come obsoleto e chiedeva la sua completa abolizione; l'influenza dei sindacati, che a suo avviso erano troppo potenti, dovrebbe essere ridotta. Solo dopo che queste riforme sarebbero state attuate, secondo Schmidt, potrebbe essere introdotto un salario minimo (ma relativamente basso).[20] Per finanziare le pensioni, è essenziale un'estensione generale dell'orario di lavoro (orario di lavoro e settimanale).

Inoltre, Schmidt era un sostenitore dell'energia nucleare e degli oppositori del phase-out nucleare, che fu deciso sotto il governo federale rosso-verde. Considerava il rifiuto dell'energia nucleare tra la popolazione di essere un prodotto della paura tedesca del cambiamento derivante dalla Seconda guerra mondiale e dall'Olocausto.[21] Un altro punto di conflitto con l'SPD è stata la sua approvazione delle tasse universitarie generali con l'appropriata disposizione del BAföG e del sistema di borse di studio.

Schmidt era già negli anni '60 un sostenitore dell'introduzione del voto a maggioranza in Germania, poiché questa riforma faceva parte dell'agenda interna dell'allora grande coalizione. Più tardi, lo considerava ancora proporzionato alla rappresentazione proporzionale, ma considerava impossibile il successo di un nuovo tentativo di riforma elettorale. Schimdt ha respinto una frequente espansione richiesta di referendum, perché erano troppo dipendenti dall'umore della gente. Ha anche criticato la natura del finanziamento dei partiti in Germania. A lungo termine ha auspicato l'abolizione completa dei finanziamenti statali e delle donazioni economiche. Le quote associative private non dovrebbero essere deducibili dalle tasse.

Il federalismo tedesco, che ha descritto come un "piccolo Stato", Schmidt ha attestato numerose debolezze storicamente cresciute, sebbene abbia ammesso il principio di sussidiarietà. A causa dell'"egoismo dei partiti" e dell'interferenza della politica statale e federale, Schmidt considerava la "campagna elettorale permanente nel ciclo trimestrale" paralizzante, in quanto influenzava o ritardava la legislazione dello stato populista ("allo scopo di aumentare la popolarità"). Pertanto, ha chiesto la fusione di tutte le elezioni federali e statali in un unico appuntamento ogni due anni, seguendo l'esempio degli Stati Uniti d'America. La capitale tedesca di Berlino doveva essere rafforzata finanziariamente secondo la volontà di Schmidt, per la quale era subordinata alla Confederazione e mantenuta da lui la capitale (distretto federale) come Washington considerato il modello più praticabile.

Helmut Schmidt si è lamentato per tutta la sua vita di un'eccessiva "rabbia normativa" tedesca e notava nell'esecutivo dello Stato un pronunciato "paragraphenglaubigkeit". La classe politica in Germania è stata colpita da una "epidemia psichica", di cui tra l'altro, il deposito di lattine introdotto nel 2003 e l'imposizione fino al 2008 del divieto di fumo fu testimoniato. Pertanto, molte leggi dovrebbero essere abolite e semplificate. La Legge fondamentale dovrebbe essere modificata con maggiore cautela e non così spesso e la Corte costituzionale federale dovrebbe ritenere i suoi giudizi "restrittivi". Schmidt ha messo in guardia contro un cambio di potere tra Parlamento e burocrazia. Il miglior esempio di un'autorità che opera senza ragione e controllo parlamentare è stato per lui il KMK, la Conferenza dei ministri dell'istruzione, che ha causato il caos tedesco della scrittura.

Nel 2011, Schmidt è entrato nel dibattito sul ruolo della BCE nell'attuale crisi dell'euro.

Politica aziendale[modifica | modifica wikitesto]

Helmut Schmidt definiva la società multiculturale "un'illusione di intellettuali".[22] Il concetto di multiculturalismo è difficile da riconciliare con una società democratica, secondo Schmidt. Fu quindi un errore che nella Repubblica federale all'inizio degli anni '60 lavoratori da cultura straniera emigrarono.[23]

Sulla questione della maggiore età, Helmut Schmidt è stato sempre contrario alla riduzione dal 21º al 18º anno di vita nel 1975. Quindi, fu in opposizione all'opinione del partito SPD.[24]

Politica estera[modifica | modifica wikitesto]

In politica estera, Schmidt attribuiva una grande importanza al principio di non ingerenza negli affari degli Stati sovrani. Criticò nei commenti su i cosiddetti interventi umanitari, come ad esempio nei Balcani: "Purtroppo stiamo vivendo in termini di diritto internazionale, al momento solo battute d'arresto, non solo gli americani, ma anche da parte tedesca. Ciò che abbiamo fatto in Kosovo e in Bosnia-Erzegovina ha chiaramente violato l'allora diritto internazionale vigente."[25]

Schmidt era un oppositore della prevista adesione della Turchia all'Unione europea. Temeva che l'adesione avrebbe messo a repentaglio la libertà politica estera di azione dell'Unione europea, e anche che l'adesione e il movimento associato sarebbe stato inutile con urgenza a suo parere l'integrazione offerta di vivere in Germania ai cittadini turchi.[26]

Ha definito il vertice del G8 nella sua versione attuale come il "circo mediatico" e ha chiesto l'aggiunta di Cina, India, e dei maggiori esportatori di petrolio e dei paesi in via di sviluppo.[27]

Politica climatica[modifica | modifica wikitesto]

Helmut Schmidt nel 2001

Schmidt ha definito il dibattito sul riscaldamento globale nel giugno 2007 "istericamente surriscaldato". C'è sempre stato un cambiamento climatico; le cause sono "nel frattempo non sufficientemente esplorate". Nel 2011, Schmidt ha dichiarato da una parte: "L'operato a livello internazionale di molti governi cosiddetti di politica climatica è ancora nella sua infanzia. I documenti forniti finora da un gruppo internazionale di scienziati"- (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) - "sono accolti con scetticismo. In ogni caso, gli obiettivi pubblicamente menzionati da alcuni governi sono "molto meno scientifici e solo politicamente motivati, ma piuttosto, ha chiesto una nuova direzione nella politica energetica, dal momento che le riserve fossili sono state limitate e anche il cambiamento climatico, in quanto è in materia di energia, dovrebbero essere neutralizzate.[28]

Ha descritto l'esplosione demografica globale e la relativa gestione delle questioni relative a cibo, energia e protezione ambientale come la più grande sfida internazionale del futuro.

Amicizie[modifica | modifica wikitesto]

Schmidt con Valéry Giscard d'Estaing, Henry Kissinger e Egon Bahr nel 2014

Schmidt ha descritto l'assassinato presidente egiziano Anwar Sadat come uno dei suoi amici del mondo della politica, e ha mantenuto una amicizia con l'ex presidente della Francia Valéry Giscard d'Estaing. La sua cerchia comprendeva anche l'ex segretario di Stato americano Henry Kissinger, che dichiarò pubblicamente come desiderasse la morte prematura di Helmut Schmidt, perché non avrebbe desiderato vivere in un mondo senza di lui.[29]

È stato anche buon amico con l'ex primo ministro canadese Pierre Trudeau. Al vertice del 4° G7, i due hanno discusso le strategie per le future elezioni federali, e Schmidt gli ha dato consigli in materia di politica economica.[30] Nel 2011, Schmidt ha fatto un pellegrinaggio alla tomba della famiglia Trudeau al cimitero di St-Rémi-de-Napierville, accompagnato da Jean Chrétien e Tom Axworthy.[31]

La morte e il funerale di Stato[modifica | modifica wikitesto]

Processione ad Amburgo per i funerali di stato di Schmidt, 23 novembre 2015

Il 2 settembre 2015, Schmidt ha subito un intervento chirurgico per un coagulo di sangue nella gamba.[32] Dopo un iniziale miglioramento, la sua condizione è peggiorata di nuovo l'9 novembre, con il suo medico che ha affermato "temeva per il peggio".[33][34][35][36][37] Schmidt è morto nella sua casa di Amburgo nel pomeriggio del 10 novembre 2015, all'età di 96 anni.

Per Schmidt si è tenuto un funerale di stato il 23 novembre presso la Chiesa protestante luterana di San Michele, ad Amburgo, dove era stato tenuto il funerale di Loki Schmidt. La cancelliera tedesca Angela Merkel, in un discorso a lutto, ha detto, "ci mancherà. Era un attento osservatore e commentatore, e fu con buona ragione che ebbe una reputazione di affidabilità." Hanno parlato anche altri inclusi l'ex Segretario di Stato americano Henry Kissinger. Parlando in tedesco, ha lodato Schmidt per "la visione e il coraggio", sulla base dei principi della "ragione, del diritto, della pace e della fede," e ha detto Schmidt era stato "una sorta di coscienza del mondo."

Tomba di Loki e Helmut Schmidt nel Cimitero di Ohlsdorf

Tra i 1800 che hanno partecipato al funerale vi sono stati il presidente tedesco Joachim Gauck, l'ex Segretario di Stato americano Henry Kissinger e l'ex presidente francese Valéry Giscard d'Estaing, la cui permanenza in carica è stata di pari passo vicina a quella del cancelliere tedesco Schmidt. Altri ospiti inclusi l'ex cancelliere Gerhard Schröder, gli ex presidenti Christian Wulff, Horst Köhler, Roman Herzog e il sindaco di Amburgo Olaf Scholz.[38] La bara dell'ex canceliere è stata avvolta con la bandiera tedesca, in quanto anche ex ministro della Difesa tedesco, è stato scortato dal Wachbataillon dell'Esercito tedesco dalla chiesa di San Michele al cimitero di Ohlsdorf per una cerimonia privata di sepoltura.[39] I resti di Helmut Schmidt sono stati sepolti il giorno seguente nel medesimo cimitero, nella tomba di famiglia accanto ai resti dei suoi genitori e di sua moglie, Loki.[40]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Schmidt nel dicembre 2013

Schmidt era un ammiratore del filosofo Karl Popper, e ha contribuito ad una prefazione nel 1982 di Festschrift in onore di Popper.[41]

Schmidt è stato un pianista talentuoso, ha registrato concerti per pianoforte di Mozart e Bach, sia con il pianista e direttore d'orchestra tedesco Christoph Eschenbach. Schmidt ha registrato il concerto per tre pianoforti e orchestra, K. 242, con la London Philharmonic Orchestra diretta da Eschenbach nel 1982 con i pianisti Eschenbach e Justus Frantz per EMI Records (CDC 7 47473 2). In quella registrazione, secondo le note di copertina del CD, Schmidt eseguì la parte scritta per Giuseppina, la figlia minore della contessa Antonia Lodron. Nel 1990 Schmidt si è unito a Eschenbach, Frantz, Gerhard Oppitz e alla Hamburg Philharmonic Orchestra nella registrazione della Deutsche Grammophon dei Concerti per clavicembalo di Johann Sebastian Bach BWV 1065.[42]

In tutta la sua vita adulta, Schmidt è stato grande fumatore. Egli era ben noto durante le interviste televisive e i talk show. Il 13 ottobre 1981, Schmidt è stato dotato di un pacemaker cardiaco.[43] Fino agli ultimi giorni della sua vita, fu direttore editoriale del prestigioso settimanale Die Zeit, su cui intervenne di frequente con analisi ed editoriali in seguito al suo ritiro dall'attività politica.

Nel gennaio 2008, la polizia tedesca ha lanciato un'indagine dopo una iniziativa anti-fumo dove Schmidt era stato pagato sfidando il divieto di recente introduzione di fumare. L'iniziativa ha sostenuto che l'ex cancelliere aveva palesemente ignorato le leggi anti-fumo. Nonostante le immagini della stampa, il caso è stato successivamente abbandonato dopo che l'ufficio del pubblico ministero stabilì che le azioni di Schmidt non erano una minaccia per la salute pubblica.[44]

Il 6 aprile 2010, con una durata di 33.342 giorni, ha superato Konrad Adenauer in termini di longevità, e al momento della sua morte era il più vecchio ex cancelliere nella storia della Germania.[45]

La moglie Loki Schmidt è morta il 21 ottobre 2010, a 91 anni.[46]

All'inizio del mese di agosto 2012, Schmidt ha rilasciato un'intervista alla televisione tedesca e ha rivelato che a 93 anni di età, si era innamorato di nuovo. La sua nuova compagna era Ruth Loah, di 79 anni.[47][48]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze tedesche[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Opere tradotte in italiano[modifica | modifica wikitesto]

  • Uomini al Potere. Incontro con Breznez · L'Ostpolitik · La Conferenza di Helsinki · L'invasione dell'Afghanistan · Gli errori di Reykjavik · La strategia dell'equilibrio · Gli ostaggi di Mogadiscio, Entebbe e Teheran · Potere e Tv in America · Le crisi petrolifere · La legge marziale in Polonia · L'opzione zero · I Grandi a Venezia · La Cina di Mao e di Deng · Il boom giapponese (titolo or. Menschen und Mächte), Milano, Sugarco Edizioni, 1988.
  • Globalizzazione. Sfide politiche, economiche e culturali, a cura di N. Di Meola, Collana I grandi piccoli, Lavoro, 1999, ISBN 978-88-7910-867-6.
  • Le Grandi potenze di domani, traduzione di M. Giacci, Collana Le terre n.192, Roma, Fazi, 2009, ISBN 978-88-8112-997-3.
  • L'essenza del bene comune, traduzione di M. Giacci, Collana Le terre n.200, Roma, Fazi, 2009, ISBN 978-88-6411-066-0.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A causa della divisione della Germania, Helmut Schmidt era il cancelliere federale della sola Germania Ovest. Il termine Germania Ovest è il nome comune per la Repubblica Federale di Germania nel periodo compreso tra la sua formazione il 23 maggio 1949 e la riunificazione tedesca il 3 ottobre 1990, quando la Germania Est venne unita alla sua controparte occidentale.
  2. ^ È morto Helmut Schmidt., su ansa.it, Ansa, 10 novembre 2015. URL consultato il 10 novembre 2015.
  3. ^ Germania: morto l'ex cancelliere Helmut Schmidt, primo grande riformatore della sinistra tedesca., su repubblica.it, La Repubblica, 10 novembre 2015. URL consultato il 10 novembre 2015.
  4. ^ Ancestry of Henri de Laborde de Monpezat, su wargs.com, Wargs. URL consultato il 10 settembre 2013.
  5. ^ a b (DE) Helmut Schmidt geb. 1918, su Lebendiges Museum Online, Stiftung Haus der Geschichte der Bundesrepublik Deutschland. URL consultato il 10 novembre 2015.
  6. ^ Sachbücher: Kleiner, großer Mann mit Mütze, su Der Spiegel. URL consultato il 10 novembre 2015 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2015).
  7. ^ (EN) Steven Lehrer, Wannsee house and the Holocaust, McFarland, 2000, p. 74, ISBN 978-0-7864-0792-7.
  8. ^ Told French President of Jewish Origins – Helmut Schmidt's Revelation Reported, in Los Angeles Times, 25 febbraio 1988. URL consultato il 25 settembre 2009.
  9. ^ (DE) Franz Walter, Helmut Schmidt: Der deutsche Krisen-Kanzler, su Der Spiegel, 31 dicembre 2006. URL consultato il 10 novembre 2015.
  10. ^ (DE) Stephan Janzyk, Sozialisation in der Hitlerjugend, p. 87. URL consultato il 12 dicembre 2013.
  11. ^ (EN) "Helmut Schmidt has died, aged 96", The Economist, 10 novembre 2015.
  12. ^ (DE) Sabine Pamperrien, Helmut Schmidt und der Scheisskrieg: die Biografie 1918 bis 1945. URL consultato il 5 gennaio 2017.
  13. ^ Was Helmut Schmidt an 'impeccable Nazi'?, in The Local, 2 dicembre 2014. URL consultato il 6 gennaio 2017.
  14. ^ (DE) Ich hatte eine Beziehung zu einer anderen Frau, su Die Welt, 4 marzo 2015. URL consultato il 10 novembre 2015.
  15. ^ (DE) Tilman Gerwien e Gerda-Marie Schönfeld, Helmut Schmidts Tochter Susanne: Kein Platz für Befindlichkeiten, su Stern, 23 dicembre 2008. URL consultato il 10 novembre 2015.
  16. ^ Die Deutsch-Französischen Beziehungen während der Kanzlerschaft von Helmut Schmidt (1974-1982), in Historische Zeitschrift 288, no. 3 (giugno 2009): 843-844.
  17. ^ Basta tatticismi di partito, Berlino sia solidale, su ilsole24ore.com, ilsole24ore.it, 5 giugno 2012. URL consultato il 21 maggio 2014.
  18. ^ (DE) Björn Hengst: Helmut Schmidt preist Schröders Agenda. In: Spiegel Online – Politik, 27. ottobre 2007.
  19. ^ (DE) Die Thesen: Helmut Schmidt: Wer Arbeitslosigkeit wirksam bekämpfen will, muß deregulieren. In: Die Zeit, Nr. 15/1997.
  20. ^ Helmut Schmidt: Außer Dienst. 2008, S. 213–269.
  21. ^ Helmut Schmidt: SPD wird Atomausstieg kippen. In: Hamburger Abendblatt, 24. Juli 2008.
  22. ^ (DE) Helmut Schmidt: Multikulturelle Gesellschaft „Illusion von Intellektuellen“. NA-Presseportal, 20. aprile 2004.
  23. ^ (DE) Holger Dohmen: Schmidt: Multikulti ist kaum möglich. In: Hamburger Abendblatt, 24 novembre 2004.
  24. ^ (DE) Volljährig mit 18? Helmut Schmidt hält nichts davon. In: Jetzt, 11 novembre 2007.
  25. ^ (DE) Patrick Bahners, Frank Schirrmacher: So sicher waren die Verhältnisse gar nicht. In: Frankfurter Allgemeine Zeitung, 23 dicembre 2008 (Intervista).
  26. ^ (DE) Helmut Schmidt: Türkei passt nicht in die EU. In: Hamburger Abendblatt, 13 dicembre 2002.
  27. ^ (DE) Kai Diekmann, Hans-Jörg Vehlewald: „Der G8-Gipfel ist nur noch ein Spektakel“ In: Bild, 3 giugno 2007 (Interview).
  28. ^ (DE) Verantwortung der Forschung im 21. Jahrhundert, su mpg.de, Max-Planck-Gesellschaft, 11 gennaio 2011. URL consultato il 27 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2011).
  29. ^ Helmut Schmidt – der deutsche Kanzler, documentary, ZDF 2008.
  30. ^ Martin, Lawrence Chrétien: The Will to Win, Toronto: Lester Publishing, 1995 page 262.
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  47. ^ (EN) Ex-Chancellor Schmidt, 93, in love again, su thelocal.de. URL consultato il 10 novembre 2015.
  48. ^ (DE) FOCUS Online, Altkanzler bekennt sich mit 93 zu Ruth Loah: Helmut Schmidts Neue sieht Loki zum Verwechseln ähnlich, su FOCUS Online, 4 agosto 2012. URL consultato il 10 novembre 2015.
  49. ^ Four Freedoms Award, su fourfreedoms.nl. URL consultato il 13 giugno 2022 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2022).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Cancelliere federale della Germania Ovest Successore
Willy Brandt 16 maggio 1974 – 1º ottobre 1982 Helmut Kohl
Predecessore Presidente del Consiglio europeo Successore
Anker Jørgensen 1º luglio – 31 dicembre 1978 Valéry Giscard d'Estaing
Predecessore Ministro federale delle finanze Successore
Karl Schiller 7 luglio 1972 – 16 maggio 1974 Hans Apel
Predecessore Ministro federale dell'economia Successore
Karl Schiller 7 luglio 1972 – 15 dicembre 1972 Hans Friderichs
Predecessore Ministro federale della difesa Successore
Gerhard Schröder 22 ottobre 1969 – 7 luglio 1972 Georg Leber
Predecessore Senatore dell'interno di Amburgo Successore
Wilhelm Kröger 13 dicembre 1961 – 14 dicembre 1965 Heinz Ruhau
Predecessore Presidente del gruppo SPD nel Bundestag Successore
Fritz Erler 14 marzo 1967 – 22 ottobre 1969
Predecessore Presidente federale della Lega tedesca degli studenti socialisti Successore
Heinz-Joachim Heydorn e
Alfred Hooge
1947 – 1948
con Karl Wittrock
John van Nes Ziegler e
Rolf Recknagel
Predecessore Presidente del G7 Successore
James Callaghan 16 – 17 luglio 1978 Masayoshi Ōhira
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