Guerra regia e guerra di popolo

Guerra regia e guerra di popolo è un'espressione che ricorre nella storiografia del Risorgimento italiano per indicare una forma possibile di lotta per la conquista dell'indipendenza e dell'Unità d'Italia, quella basata sull'iniziativa popolare, in alternativa a quella su iniziativa dei sovrani[1]. Bisogna anche considerare che nel termine "guerra di popolo" vengono inclusi i moti del '48 che si ricollegavano a quelli del '21 e del '31 organizzati dai movimenti carbonari e mazziniani, storicamente ricollegati alla massoneria.

Prima guerra d'indipendenza[modifica | modifica wikitesto]

Nella prima guerra di indipendenza, dal risultato sfavorevole alla causa italiana, ci fu un contemperamento delle due iniziative:

Guerra di popolo[modifica | modifica wikitesto]

I momenti salienti della guerra di popolo furono:

  • Cinque giornate di Milano
    cronologicamente il primo fatto importante che determinò l'uscita degli austriaci dalla città, avvenuta per effetto solo di una rivolta spontanea dei milanesi.
  • Venezia
    La repubblica di San Marco governò la città dal 17 marzo 1848 al 22 agosto 1849 e cadde dopo un assedio molto combattuto.
  • Dieci giornate di Brescia
    Resistenza per dieci giornate nei confronti della repressione austriaca dal 23 marzo 1849 (il giorno della sconfitta piemontese a Novara) al 1º aprile.
  • Repubblica romana
    Dal 24 novembre del 1848 (fuga di Pio IX) al 3 luglio 1849.

Guerra regia[modifica | modifica wikitesto]

Seconda guerra d'indipendenza[modifica | modifica wikitesto]

La seconda guerra di indipendenza fu un tipico esempio di guerra regia. Vittorio Emanuele II, alleato a Napoleone III condusse la guerra contro l'Austria.
Unico limitato apporto della guerra di popolo furono i Cacciatori delle Alpi, un corpo di volontari, comandati da Giuseppe Garibaldi considerata un'unità speciale dell'esercito regio.[2]

Spedizione dei Mille[modifica | modifica wikitesto]

La spedizione dei Mille fu completamente un fatto di guerra di popolo, avendo come figura centrale Giuseppe Garibaldi.[3]

Terza guerra d'indipendenza[modifica | modifica wikitesto]

Anche la terza guerra di indipendenza, con le sconfitte di Custoza e di Lissa, furono essenzialmente un fatto di guerra regia. Il corpo di volontari guidato da Garibaldi conseguì la vittoria di Bezzecca.

Analogie con la Resistenza[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso schema di contrapposizione tra guerra regia e guerra di popolo è stato applicato dagli storici[4][5][6] anche alla seconda guerra mondiale dove il Regno del Sud (guerra regia) contro la Repubblica Sociale del fascismo, è succeduta in concomitanza alla fase cruenta ma con momenti di riscatto della Resistenza[7] (guerra di popolo).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'espressione ha un uso corrente anche aldi fuori dei testi accademici vedi Stefano Biguzzi, L'Austria, su ilgiornaledivicenza.it, 3 aprile 2011. URL consultato il 13 ottobre 2020 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2012).
  2. ^ Repubblica
  3. ^ Il Veltro vol 4.
  4. ^ Amato Rossi La resistenza italiana Edizione Lucarini (1981) p.169
  5. ^ *Roberto Battaglia, Storia della Resistenza italiana (8 settembre 1943 - 25 aprile 1945), Torino, Einaudi, 1964,
  6. ^ * Giorgio Bocca, Storia dell'Italia partigiana, Bari, Laterza, 1963
  7. ^ Mosghetti Baden

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]