Grammatichetta vaticana

Leon Battista Alberti
Grammatichetta vaticana
Titolo originaleGrammatica della lingua toscana
AutoreLeon Battista Alberti
1ª ed. originale1440
Generetrattato
Sottogeneregrammatica, linguistica
Lingua originaleitaliano

La Grammatichetta vaticana è un'opera di grammatica e di linguistica scritta da Leon Battista Alberti tra il 1438 e il 1441. È considerata come il primo, grande sforzo da parte dell'umanesimo di riconoscere e dare dignità alla lingua volgare, equiparandola a quella latina e alla greca antica.

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Leon Battista Alberti.

Il contesto storico-culturale in cui l'opera fu scritta era quello dell'umanesimo classicista di stampo fiorentino. Fondato da Petrarca e da Boccaccio, l'eredità di tale movimento, che si presupponeva lo scopo di indagare la realtà e la dimensione antropologica partendo dalla grande tradizione della letteratura latina e greca, fu raccolta a Firenze da Coluccio Salutati prima, e da Leonardo Bruni, Poggio Bracciolini e Niccolò Niccoli poi. Leon Battista Alberti, benché fosse anche lui fiorentino, crebbe in un ambiente cosmopolita a causa del bando che aveva gravato per decenni sulla sua famiglia e non si concentrò soltanto sulla letteratura, ma anche sull'architettura, sulla pittura e sulla filosofia pratica in generale.

Opera[modifica | modifica wikitesto]

Titolo[modifica | modifica wikitesto]

Il titolo corretto dell'opera, redatta tra il 1438 ed il 1441[1], sarebbe Grammatica della lingua toscana[2], anche se il titolo di Grammatichetta vaticana è quello con cui l'opera è maggiormente conosciuta. Il nome deriva dal fatto che il libello, di appena 16 carte, è conservato in una copia del 1508 in un codice in ottavo[3] della Biblioteca vaticana appartenuto a Pietro Bembo[2]. Lo scritto non ha epigrafe, pertanto il titolo è stato assegnato in seguito: fu riscoperto infatti nel 1850 e dato alle stampe solo nel 1908[4].

Scopo[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli interessi eclettici dell'Alberti vi fu anche la linguistica ed è su questo punto che si scontrò con gli altri umanisti a lui coevi: anche il volgare ha una sua dignità linguistica e letteraria al pari di quella latina. Come afferma Claudio Marazzini «la Grammatichetta vaticana nasce da una sorta di sfida: dimostrare che anche il volgare ha una sua struttura grammaticale ordinata, come ce l'ha il latino»[5].

Struttura dell'opera[modifica | modifica wikitesto]

Presentandosi come un saggio, un piccolo manuale (da qui grammatichetta) di appena 16 pagine, l'opera prevede l'analisi della lingua toscana viva del XV secolo. Al contrario delle grammatiche e degli esperimenti più letterari di Pietro Bembo e di Giovanni Francesco Fortunio si basano sull'analisi di modelli letterari del passato[4], nel tentativo di cristallizzarli in un'opera di codificazione più stilistica che linguistica, l'Alberti si concentra esclusivamente sulla lingua viva[6]: ciò ne è testimonianza dall'uso dell'articolo el al posto di il (usato quest'ultimo nel XVI secolo) o dalla desinenza verbale -o anziché -a per l'indicativo imperfetto[7].

L'eredità[modifica | modifica wikitesto]

Benché la proposta dell'Alberti non ebbe immediatamente successo (tanto che fu bocciata al Certame coronario del 1440 per l'opposizione dell'intellighenzia medicea), l'eredità della Grammatichetta fu enorme in quanto, a partire dagli anni '70 del XV secolo, vi fu una grande rinascenza del volgare da parte di Lorenzo de' Medici, di Agnolo Poliziano, di Matteo Maria Boiardo e da parte dell'umanesimo in generale, non più monolinguista in chiave classicista ma bilinguista in chiave classicista e volgare[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Biffi.
  2. ^ a b Marazzini, p. 240.
  3. ^ L'opera è conservata nelle prime pagine del codice Reginense Latino 1370, per l'esattezza (Marazzini, 2010)
  4. ^ a b Marazzini, 2010.
  5. ^ Marazzini, pp. 240-241.
  6. ^ Biffi: «Nella Grammatichetta è costante il riferimento all’uso e al parlato, senza richiamarsi all’autorità degli scrittori...»
  7. ^ Marazzini, p. 241.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Biffi, Leon Battista Alberti, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010. URL consultato il 25 maggio 2019.
  • Claudio Marazzini, Grammatica, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010. URL consultato il 25 maggio 2019.