Giuseppe Beati

Giuseppe Beati
NascitaParcy-et-Tigny, 27 maggio 1899
MorteGasr Reimtehah, 17 novembre 1929
Cause della morteAssassinio
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Regia Aeronautica
SpecialitàRicognizione
Anni di servizio1917 - 1929
GradoTenente
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneRiconquista della Cirenaica
Decorazionivedi qui
dati tratti da Medaglie d'Oro al Valor Militare[1]
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Giuseppe Beati (Parcy-et-Tigny, 27 maggio 1899Gasr Reimtehah, 17 novembre 1929) è stato un militare e aviatore italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della Riconquista della Cirenaica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Un aereo da ricognizione e attacco IMAM Ro.1.

Nacque a Parcy-et-Tigny, in Francia, il 27 maggio 1899, figlio di Vittorio e Zelie Beati, originari di Piacenza emigrati oltralpe per motivi di lavoro.[1] Conseguì il diploma liceale a Parma, e nel 1917 si arruolò nel Regio Esercito, assegnato all'artiglieria da campagna. Frequantò a Parma il corso per allievi ufficiali di complemento, e nel marzo 1918 venne nominato aspirante.[2] In forza al 50º Reggimento fanteria prestò servizio nel settore delle Alpi Giudicarie passando poi sull'altopiano di Asiago. Sottotenente nell'ottobre del 1918, fu promosso tenente nell'aprile 1920,[3] mentre prestava servizio presso il Tribunale militare di Torino.[2] Congedato nell'aprile 1921 fu assunto presso la SNIA Viscosa.[2] Richiamato in servizio, in seguito ad un concorso, presso la Regia Aeronautica il 30 novembre 1925 frequentò il corso per osservatore d'aeroplano.[2] Assegnato al comando all'Aeronautica della Cirenaica nel maggio 1926,[3] entrò in servizio presso la 26ª Squadriglia S.V.A. dell'Aeroporto di Benina,[2] eseguendo circa 300 ore di volo in combattimento.[3] Il giorno 11 novembre 1929 decollò a bordo di un ricognitore IMAM Ro.1 ai cui comandi vi era il maresciallo pilota Ottone Huber, per partecipare ad una azione di bombardamento, richiesta dal comando Truppe della Cirenaica sul door di Omar al-Mukhtar.[2] Raggiunta la verticale di Heleighima fu avvistato un grosso accampamento situato a nord di Caf Telem, e iniziò il bombardamento, aiutato dal pilota che portò l'aereo a bassa quota al fine di colpire meglio gli obiettivi.[2] Il tiro di fucileria avversario colpì il velivolo in punti vitali e il pilota eseguì un atterraggio di fortuna.[2] Rimasto incolume, ben presto il relitto fu accerchiato dagli arabi, ed egli aprì il fuoco con la mitragliatrice uccidendo due nemici e ferendone alcuni altri finché non venne catturato, insieme a Huber, dal nemici e fatto prigioniero.[2] Il 17 novembre, nel corso del combattimento di Uadi Mahaggia, scorse un gruppo di autoblindo dell'esercito che inseguivano i ribelli in ritirata e tentò subito di fuggire.[2] Inseguito e ricatturato, su diretto ordine di Omar al-Mukhtar fu ucciso sul posto.[2] Con Regio Decreto 3 luglio 1930 fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1] A Giuseppe Beati sono intitolate una via di Piacenza e una via nel comune di Besenzone (PC).

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Osservatore dall’aeroplano, compiva numerosissimi voli di guerra per un complesso di 300 ore fornendo sublimi prove di valore; l’11 novembre 1929 durante un’azione di bombardamento che con l’usato ardire da bassissima quota stava compiendo contro un Door ribelle, veniva abbattuto dalla fucileria nemica. Circondato dai nemici, impavido, col fuoco della mitragliatrice di bordo teneva testa al loro soverchiante numero, finché sopraffatto cadeva prigioniero. Con fierezza indomita di italiano e di combattente sopportava per più giorni ogni sorta di patimenti fisici e morali, finché veniva ucciso dal nemico in un tentativo di fuga. Cirenaica, novembre 1927- novembre 1929 .[4]
— Regio Decreto 3 luglio 1930.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica 1969, p. 28.
  2. ^ a b c d e f g h i j k Combattenti Liberazione.
  3. ^ a b c Mancini 1936, p. 78.
  4. ^ [1] Quirinale - scheda - visto 23 dicembre 2020
  5. ^ Bollettino Ufficiale 1930, dispensa 32ª, pag.562.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le medaglie d'oro al valor militare 1918, Roma, Tipografia regionale, 1968.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
  • Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica, 1969.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]