Giorgio Chittolini

Giorgio Chittolini (Parma, 9 dicembre 1940Milano, 3 aprile 2022) è stato uno storico e medievista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Conseguì la laurea in storia medievale presso l'Università degli Studi di Milano nel 1964, con una tesi dal titolo "I beni terrieri del capitolo della cattedrale di Cremona fra il XIII e il XIV secolo", pubblicata dalla Società editrice Dante Alighieri.

Dal 1965, chiamato da Marino Berengo, fu assistente alla cattedra di storia moderna dell'Università degli Studi di Milano.

Insegnò storia medievale e storia agraria medievale presso l'Università di Pisa, storia medievale presso l'Università degli studi di Pavia e l'Università degli studi di Parma, e storia moderna presso l'Università degli Studi di Milano. Dal 1984 fino al pensionamento fu professore ordinario di storia medievale presso l'Università degli Studi di Milano[1].

Fu presidente del Centro studi sul tardo medioevo di San Miniato, e fece parte per oltre un ventennio del comitato scientifico dell'Istituto storico Italo-germanico di Trento, della "Nuova rivista storica", dell'"Archivio Storico Ticinese", della rivista "Società e Storia" e dell'International society of urban history; fu anche membro della Giunta centrale per gli Studi storici.

Fu insignito della British Academy's Serena Medal for Italian Studies nel 2009[2].

Chittolini è morto a Milano il 3 aprile 2022[3].

Campo di ricerca[modifica | modifica wikitesto]

Considerato "uno dei pionieri della nuova storia politica in Italia"[4], si occupò prevalentemente del processo di formazione dello Stato in Italia e in Europa, di storia politico-sociale del basso medioevo con particolare attenzione al rapporto tra città e contado, "inventando" il concetto di "quasi città" nel citatissimo saggio Quasi-città: borghi e terre in area lombarda nel tardo Medioevo, "Società e storia", 47 (1990), pp. 4-26 [5] con una "mediazione costante tra la nostra storiografia e quella d’oltralpe, in un continuo sforzo di comparazione tra modelli italiani ed europei di città, di relazione tra città e territorio, tra sistemi territoriali"[6].

Gli studi da lui suscitati hanno "fatto enormemente progredire, nel corso degli ultimi anni, la nostra comprensione dei meccanismi di funzionamento dello Stato visconteo-sforzesco"[7]. "Fondamentale" è stato considerato anche il suo contributo sulla crisi degli ordinamenti municipali [8] e sulla nascita delle Signorie[9]. Su due secoli poco studiati fino a metà Novecento, il '400 e il '500, ha aperto e indirizzato una nuova stagione di ricerca.

Suoi saggi e contributi sono apparsi nelle principali riviste storiche italiane ("Archivio storico italiano", "Rivista storica italiana", “Nuova rivista storica”, "Quaderni storici"), nel Dizionario biografico degli Italiani, nella Storia d'Italia Einaudi, nella Storia della Lombardia (Roma-Bari, Laterza 2001), in atti di convegni e Festschriften nazionali e internazionali. Ha scritto il volume sul medioevo nel manuale Corso di storia (Firenze, Le Monnier, 1992). Ha coordinato i lavori per il repertorio su I notai della curia arcivescovile di Milano: secoli 14.-15, Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, Direzione generale per gli archivi, 2004.

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

  • ''I beni terrieri del capitolo della cattedrale di Cremona fra il XIII e il XIV secolo', in “Nuova rivista storica”, 49 (1965) (anche in volume: Milano, società editrice Dante Alighieri, 1965);
  • La formazione dello stato regionale e le istituzioni del contado. Secoli XIV e XV, Torino, Einaudi, 1979. ISBN 880614118X
  • Città, comunità e feudi negli stati dell’Italia centro-settentrionale (secoli XIV-XVI), Milano, Unicopli, 1996 (ristampato nel 2003). ISBN 8840004076
  • L’Italia delle civitates. Grandi e piccoli centri fra Medioevo e Rinascimento, Roma, Viella, 2015. ISBN 9788867283859

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ The International Who's Who 2004, Europa Publications, 2003, Psychology Press ISBN 1857432177
  2. ^ (EN) Serena Medal, su The British Academy. URL consultato il 24 aprile 2020.
  3. ^ Isabella Lazzarini, Scomparsa di Giorgio Chittolini, su sismed.eu, Sismed, 3 aprile 2022. URL consultato il 4 aprile 2022.
  4. ^ Giovanna Petti Balbi e Giovanni Vitolo, Premessa a Linguaggi e pratiche del potere. Genova e il regno di Napoli tra Medioevo ed Età moderna, Salerno : Laveglia, [2007]
  5. ^ Marco Folin, Il principe architetto e la ‘quasi città’: spunti per un’indagine comparativa, in L’ambizione di essere città: piccoli, grandi centri nell’Italia rinascimentale, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, 2004, pp. 45-95; Leardo Mascanzoni, Città e quasi città in Romagna nei secoli XVII-XIX. Forlimpopoli, Brisighella, Lugo, Argenta, in Storiografia e identità dei centri minori italiani tra la fine del Medioevo e l’Ottocento, Atti del XIII Convegno di studi organizzato dal Centro di studi sulla civiltà del tardo medioevo, San Miniato 24-26 settembre 2010, Firenze, University Press, 2013, pp. 59-100; "L'invenzione' della quasi città da parte di Giorgio Chittolini rappresenta un ingombrante cuneo inserito nella troppo semplice endiadi città/contado italiana" (Giuseppe Petralia, I centri minori italiani nel tardo medioevo: aspetti storiografici e considerazioni di metodo, in I centri minori italiani nel tardo medioevo. Cambiamento sociale, crescita economica, processi di ristrutturazione (secoli XIII-XVI), Atti del XV Convegno di studi organizzato dal Centro di studi sulla civiltà del tardo medioevo, San Miniato 22-24 settembre 2016, Firenze, Firenze University Press, 2018, p. 6)
  6. ^ Federico Lattanzio, I centri minori italiani nel tardo medioevo. Cambiamento sociale, crescita economica, processi di ristrutturazione (secoli XIII-XVI), 1º gennaio 2018, p. 9. URL consultato il 5 ottobre 2023.
  7. ^ Alessandro Barbero, Recensione a Maria Nadia Covini, L'esercito del duca: organizzazione militare e istituzioni al tempo degli Sforza: 1450-1480, Roma, Istituto storico italiano per il Medioevo, 1998, "Rivista storica italiana, 111/3 (1999), pp. 995-1000
  8. ^ Riccardo Rao, Signori di popolo: signoria cittadina e società comunale nell'Italia nord-occidentale, 1275-1350, FrancoAngeli, 2011, p. 91, ISBN 978-88-204-0681-3. URL consultato il 5 ottobre 2023.
  9. ^ Gino Badini e Andrea Gamberini, Medioevo reggiano: studi in ricordo di Odoardo Rombaldi, FrancoAngeli, 2007, p. 326, ISBN 978-88-464-8676-9. URL consultato il 5 ottobre 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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