Gilbert Keith Chesterton

Gilbert Keith Chesterton

Gilbert Keith Chesterton, spesso citato come G. K. Chesterton (Londra, 29 maggio 1874Beaconsfield, 14 giugno 1936), è stato uno scrittore e giornalista britannico.

Scrittore estremamente prolifico e versatile, scrisse un centinaio di libri, contribuì per altri duecento, centinaia di poesie, un poema epico, cinque drammi, cinque romanzi e circa duecento racconti, tra cui la popolare serie con protagonista la figura di padre Brown. Fu autore inoltre di più di quattromila saggi per giornali.[1] Amò molto il paradosso e la polemica, contribuendo inoltre alla teoria economica del distributismo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

«Tutta la scienza, anche la scienza divina, è una sublime storia gialla. Solo che non è impostata per rivelare perché un uomo sia morto, ma il segreto più oscuro del perché egli viva.»

Gilbert all'età di 13 anni.

Infanzia e studi[modifica | modifica wikitesto]

«Inchinandomi con la mia cieca credulità di sempre di fronte alla mera autorità e alla tradizione dei padri, bevendomi superstiziosamente una storia che all'epoca non fui in grado di verificare in persona, sono fermamente convinto di essere nato il 29 maggio del 1874 a Campden Hill, Kensington; e di essere stato battezzato secondo il rito anglicano nella piccola chiesa di Saint George, che si trova di fronte alla torre dell'acquedotto, immensa a dominare quell'altura. Non attribuisco nessun significato al rapporto tra i due edifici e nego sdegnosamente che la chiesa possa essere stata scelta perché era necessaria l'intera forza idrica della zona occidentale di Londra per fare di me un cristiano.[3]»

Chesterton nacque a Londra il 29 maggio 1874 da una famiglia borghese di confessione anglicana ma che successivamente aderì alla Chiesa Unitariana. Il padre era Edward Chesterton, originale agente immobiliare in società con il fratello,[4] la madre era Marie-Louise Grosjean, figlia di un predicatore laico calvinista svizzero e di una donna scozzese che aprì al nipote Gilbert il mondo delle fiabe, cui questi rimarrà legato per sempre.

Ebbe una sorella, morta in tenera età, ed il fratello Cecil, più giovane di lui di cinque anni, con cui costituì un sodalizio culturale oltre che familiare notevolissimo. Alla nascita del fratello Chesterton riferisce —nella sua autobiografia— di aver detto soddisfatto: «Finalmente avrò un pubblico a cui parlare».

Chesterton all'età di 17 anni.

Gilbert impara a leggere piuttosto tardi, e nei primi anni di vita viene considerato di intelletto non molto sveglio. Viene educato alla St Paul's School, quindi frequenta la Slade School of Art dove studia pittura e, in seguito, l'University College di Londra, che però abbandonerà senza aver conseguito la laurea.

Depressione e rinascita[modifica | modifica wikitesto]

«Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l'incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l'erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.[5]»

A vent'anni, complici l'insuccesso universitario, l'allontanamento dai rapporti di amicizia del periodo scolastico e l'insorgere di tante domande sulla vita, Chesterton viene colpito da una grave forma di depressione e da una crisi di scetticismo durante la quale si avvicina al solipsismo e allo spiritismo. Ne parlerà esplicitamente anche nella sua Autobiografia.[6] Superata questa grave crisi attraverso le letture, in particolare del Libro di Giobbe, si assiste ad una vera e propria rinascita e al suo ritorno al cristianesimo.[6]

Nel 1895 Chesterton inizia a lavorare per l'editore londinese Redway e per T. Fisher Unwin. Molti suoi lavori, poi raccolti nel volume dal titolo The defendant (l'opera, il cui titolo significa letteralmente L'imputato, è stata inizialmente tradotta in italiano come Il bello del brutto) vengono pubblicati in giornali come The Speaker, il Daily News, l'Illustrated London News, l'Eye Witness, il New Witness (questi ultimi due sono fogli a cui diede vita Chesterton stesso, il primo con suo fratello Cecil e Hilaire Belloc, il secondo con Belloc dopo la morte a causa della prima guerra mondiale di suo fratello Cecil), e nel settimanale che egli dirige personalmente per undici anni, il GK's Weekly.[6]

Chesterton fotografato nel 1905.

Nel 1900 scrive la sua prima raccolta di poesie, The Wild Knight, a cui seguiranno articoli di critica letteraria sullo Speaker e sul Daily News. L'anno seguente sposa Frances Blogg. Nel 1905 pubblica Eretici. Tre anni dopo, nel 1908, scrive Ortodossia, forse il suo saggio più importante, una sorta di autobiografia filosofica, che continua in parte tematiche apparse nell'opera del 1905. Nel 1909 si trasferisce con la moglie a Beaconsfield dove vivrà fino alla morte.[6]

Tra il 1911 e il 1936 Chesterton inizia a scrivere i racconti di padre Brown (molti dei quali ancora inediti). Nel 1914 una grave malattia gli fa rischiare la vita.[6] Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale Chesterton fonda con lo scrittore Hilaire Belloc la Lega distributista allo scopo di aiutare lo sviluppo della piccola proprietà e della piccola industria mediante la divisione e la ridistribuzione delle grandi proprietà latifondiste. Di Belloc fu molto amico, tanto che George Bernard Shaw coniò il termine "Chesterbelloc" per indicare il loro sodalizio letterario e di amicizia.[6]

Conversione al cattolicesimo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1922 Chesterton lascia l'anglicanesimo e si converte al cattolicesimo a cui da molti anni si era già avvicinato, anche grazie all'amicizia di padre John O'Connor (il sacerdote irlandese che gli ispirerà il personaggio di padre Brown) e di Hilaire Belloc. Viene battezzato da Vincent McNabb, padre domenicano, anche lui fervente distributista ed irlandese come padre O'Connor.[6]

Nel 1934, dopo aver ricevuto diverse lauree honoris causa dalle Università di Edimburgo, Dublino e di Notre Dame, gli viene conferito il titolo di cavaliere dell'Ordine di San Gregorio Magno.[6]

Scomparsa[modifica | modifica wikitesto]

Chesterton morì la mattina del 14 giugno 1936 di insufficienza cardiaca, dopo quella che lui definì "una vita immeritatamente felice". Ad assisterlo, nei due giorni precedenti la morte, sua moglie Frances Blogg, la segretaria Dorothy Collins (una sorta di figlia per i Chesterton) e alcuni amici: padre John O'Connor, che diceva messa per la sua guarigione; padre Vincent McNabb, che cantò secondo l'antico uso domenicano il Salve Regina e che, vedendo sul tavolo la penna con cui Gilbert aveva scritto migliaia di pagine, la prese e la benedisse; monsignor Smith, il suo parroco, che gli impartì l'estrema unzione e l'eucaristia.[6][7]

Le ultime parole, il giorno prima della morte, furono per la moglie ("ciao, mia amata") e per la segretaria ("ciao, cara"). La sua bara, troppo grande per essere trasportata per le scale (Gilbert era alto circa un metro e novanta e pesava oltre centotrenta chilogrammi), dovette essere calata dalla finestra. Il funerale si svolse a Beaconsfield e seguì circa un mese dopo una messa celebrata nella cattedrale di Westminster; il panegirico fu pronunciato da mons. Ronald Knox, anche lui convertito e scrittore di gialli.[6][8][9]

Chesterton è sepolto nel cimitero cattolico di Beaconsfield, situato vicino alla Chiesa parrocchiale di Santa Teresa del Bambin Gesù, nel Buckinghamshire.[6]

Papa Pio XI inviò un telegramma al capo della gerarchia ecclesiastica in Inghilterra in cui si diceva che il Papa pregava e piangeva la morte di colui che definiva "devoto figlio della Santa Chiesa, difensore ricco di doti della Fede Cattolica" (una parte dell'espressione usata dal papa suonava in latino defensor fidei). Era la seconda volta che un Papa dava il titolo di Difensore della Fede a un inglese (la prima era stata da parte di papa Leone X a Enrico VIII). I giornali laici non vollero pubblicare per intero il telegramma del Papa, perché dava ad un suddito un titolo che spetta al re d'Inghilterra.

Posterità e influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

«La letteratura è una delle forme della felicità; forse nessuno scrittore mi ha dato tante ore felici come Chesterton.[11]»

  • L'Uomo Eterno contribuì alla conversione dell'amico di Tolkien Clive Staples Lewis al cristianesimo, mentre il romanzo Il Napoleone di Notting Hill ispirò Michael Collins a condurre gli irlandesi alla vittoria contro il dominio inglese.
  • Chesterton scrisse anche un saggio sull'Illustrated London News che ispirò Mohandas Gandhi a guidare il movimento che portò alla fine del dominio coloniale britannico in India.
  • Nel loro speciale concerto in streaming di San Patrizio del 17 marzo 2020, i Dropkick Murphys hanno suonato con una grande fotografia di Chesterton sulla gran cassa della batteria. Il batterista del gruppo Matt Kelly ha infatti dichiarato in un'intervista che Chesterton è stato un uomo grandioso, di una volontà ferrea e di una morale solida a differenza di tanti opinionisti blasonati dei nostri giorni. Rispettava i suoi oppositori, anche quelli che avevano punti di vista diametralmente contrari.[12]

Processo di canonizzazione[modifica | modifica wikitesto]

La Società Chestertoniana Argentina ha proposto ripetutamente alla Chiesa cattolica che venisse avviato l'iter di canonizzazione di Chesterton. Il cardinale Jorge Mario Bergoglio, tre giorni prima di salire al soglio di Pietro, ha approvato, per uso privato, la versione spagnola di una preghiera d'intercessione allo scrittore inglese, composta originariamente in inglese sul modello di una orazione al futuro beato, ora santo, John Henry Newman, diffusa in Canada negli anni 1930.[13]

L'indagine per una possibile apertura di una causa di beatificazione di Chesterton è iniziata il 1º agosto 2013, per iniziativa del vescovo britannico Peter John Haworth Doyle[14]. La prospettata eventuale apertura del processo di canonizzazione ha generato forti critiche negli ambienti legati alle comunità ebraiche in virtù del presunto antisemitismo di Chesterton, come dimostrato tra l'altro dagli articoli di Oliver Kamm e Geoffrey Alderman apparsi nel 2013 sul noto quotidiano londinese The Jewish Chronicle.

Il 2 agosto 2019 il vescovo inglese Doyle ha comunicato che la causa di canonizzazione di Chesterton non sarà proseguita:

«La [mia] conclusione è che non posso promuovere la causa di G. K. Chesterton, per tre ragioni. La prima e più importante è che non c'è un culto locale. La seconda è che non sono riuscito a individuare una spiritualità personale ben configurata. In terzo luogo, anche ammettendo il contesto dell'epoca di G. K. Chesterton, la questione dell'antisemitismo è un ostacolo reale, in particolare in questo momento nel Regno Unito.»

Le motivazioni del vescovo hanno ricevuto critiche da parte cattolica. Secondo i critici, Chesterton ha un séguito amplissimo e fedele diffuso in tutto il mondo; la sua spiritualità è chiara, individuabile; le accuse di antisemitismo sono pregiudizievoli, superficiali o apertamente infondate.[15][16]

La Chiesa episcopale degli Stati Uniti d'America, parte della Comunione anglicana, ha deciso invece di commemorare Chesterton il 13 giugno di ogni anno.

L'attività di scrittore e pensatore[modifica | modifica wikitesto]

Torismo
Partito Tory
Portale Regno Unito

«Uomini che cominciano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell'umanità, finiscono per combattere anche la libertà e l'umanità pur di combattere la Chiesa.»

Chesterton è stato giornalista, polemista e scrittore fertilissimo; in trent'anni ha infatti scritto quasi cento libri tra cui alcuni saggi e biografie (su Charles Dickens, Francesco d'Assisi e Tommaso d'Aquino), composto poesie, opere teatrali (Magia), romanzi, racconti brevi, un numero difficilmente calcolabile di articoli di giornale (firmati GKC) e partecipato a numerose dispute con H. G. Wells e George Bernard Shaw. È inoltre uno dei pochi intellettuali ad avere avuto il coraggio di opporsi pubblicamente alla guerra boera. Quando gli fu commissionato di scrivere un libro su san Tommaso d'Aquino, mandò la segretaria a scegliere una pila di libri su san Tommaso in biblioteca, aprì il primo in cima alla pila, lo scorse con il dito, lo chiuse e procedette a dettare un libro su san Tommaso[1]. Scrisse questo libro in contemporanea ad altri, per cui, mentre dettava gli altri libri alla Collins che li dattilografava, ogni tanto intercalava e chiedeva: "Vogliamo fare un po' di Tommy?", riferendosi alla biografia del Santo Aquinate. Il riconosciuto studioso tomistico Étienne Gilson ne disse: "Lo considero senza possibilità di paragone il miglior libro mai scritto su san Tommaso. Nulla di meno del genio può rendere ragione di un tale risultato...". Oltre alla filosofia del santo della Scolastica, presenta ragionamenti di Chesterton e caustici aforismi:

«Non va bene dire a un ateo che è un ateo, o attribuire a chi nega l'immortalità l'infamia di negarla, o pensare che si possa costringere un avversario ad ammettere di aver torto dimostrandogli che ha torto in base ai principi di qualcun altro, e non ai suoi. [...] È questo il senso di una massima attribuita al grande san Luigi, re di Francia, che le persone superficiali citano come un esempio di fanatismo; il senso è che con un infedele si deve o discutere come un vero filosofo sa fare, oppure "infilargli in corpo una spada più profondamente che si può."[17]»

Fotografia di Chesterton

Collaborò, tra l'altro, alle riviste italiane La Ronda (animata tra gli altri da Emilio Cecchi, che lo incontrò e intervistò più volte) e Il Frontespizio.

Chesterton è stato un oppositore del movimento popolare delle cd. suffragette, che rivendicava l'estensione del diritto di voto alle donne che all'epoca (primi anni del Novecento) ne erano prive, avendo tra l'altro affermato, nel proprio libro "Cosa c'è di sbagliato nel mondo" (1910), che la maggior parte delle donne in realtà non avrebbe desiderato votare considerando la partecipazione alla politica indegna della propria identità sessuale, e che quindi sarebbe stato un atto di democrazia negare il voto alle donne. Anche nella raccolta di articoli e saggi intitolata "All things considered" (1908) Chesterton sostiene che la rappresentazione popolare delle suffragette come donne brutte e sciatte sarebbe stata erronea, ma che l'istinto ad essa sottostante sarebbe stato invece giusto, in quanto alla base del movimento vi sarebbe la volontà di rendere la donna priva di dignità e grottesca.

Critica letteraria e ricerca filosofica[modifica | modifica wikitesto]

Gli scritti di Chesterton sono spesso definiti brillanti, arguti, umoristici e spesso anche paradossali, soprattutto quando si tratta di commentare la politica, l'economia, la filosofia, la teologia. In particolare la sua critica letteraria e filosofica ha fatto sì che Chesterton venisse spesso accostato a scrittori come Charles Dickens, Oscar Wilde, il suo contemporaneo ed amico George Bernard Shaw e Samuel Butler.

Ciò che tuttavia lo contraddistingue è il fatto di pervenire a conclusioni spesso diametralmente opposte rispetto ai suoi predecessori e ai suoi contemporanei. In Eretici ad esempio, parlando di Oscar Wilde, Chesterton scrive: "La stessa lezione (di chi cerca pessimisticamente il piacere fine a se stesso) viene dalla desolata filosofia di Oscar Wilde. È la religione del carpe diem; ma la religione del carpe diem non è la religione della gente felice, ma delle persone estremamente infelici. La gioia non coglie i boccioli di rosa mentre ancora può farlo; i suoi occhi fissano la rosa immortale che vide Dante". Su Marx e Aldous Huxley scrisse invece:

«Marx chiamerebbe la fede l’oppio dei popoli, e io la chiamerei piuttosto il vino dei popoli. (…) In questo caso è interessante mettere a paragone il logico con il letterato, che da sempre è più logico del logico. Quando il signor Aldous Huxley creò la sua orribile Utopia materialistica fu particolarmente attento ad evitare questa contraddizione. Il punto di Brave New World di Huxley non è che la religione è l’oppio dei popoli. Il punto è che l’oppio è la religione dei popoli.»

Questa ricerca intellettuale si fa più intensa ne L'uomo che fu Giovedì (1908) in cui all'ideale della creazione di un mondo nuovo da parte di uno strano gruppo di sette anarchici che hanno gli stessi nomi dei giorni della settimana, viene contrapposto quello della ricerca della felicità intesa come il vero compimento dell'uomo, dello scontro tra il bene e il male: "Il male è troppo grande e non possiamo fare a meno di credere che il bene sia un accidente, ma il bene è tanto grande che sentiamo per certo che il male potrà essere spiegato".

Lo scontro tra bene e male diventa perciò in Chesterton uno scontro anche tra ottimismo laico e ottimismo cristiano. Così infatti scrive in Ortodossia (1908): "Tutto l'ottimismo di quest'epoca è stato falso e scoraggiante, per questa ragione: che ha sempre cercato di provare che noi siamo fatti per il mondo. L'ottimismo cristiano invece è basato sul fatto che noi non siamo fatti per il mondo".Una delle teorie di Shaw che Chesterton non poteva accettare fu quella del Superuomo. A riguardo di Friedrich Nietzsche, in particolare delle sue teorie espresse in volumi come La gaia scienza, Così parlò Zarathustra, L'anticristo e La volontà di potenza, si espresse criticamente, definendo Nietzsche come un ripropositore di vecchie teorie (ad esempio dei sofisti come Trasimaco) già scartate dal cristianesimo e da grandi letterati come Shakespeare, polemizzando quindi coi sostenitori della presunta novità che il filosofo dello Zarathustra rappresenterebbe nel pensiero occidentale:

«Non riesco a pensare che uno sprezzo cosmopolita del patriottismo sia semplicemente questione di opinioni, così come non credo che uno sprezzo nietzscheano per la compassione sia semplicemente una questione di opinioni. Penso che entrambe siano eresie tanto orribili che il loro trattamento non dev'essere tanto mentale quanto morale, sempre che non sia solo un caso clinico. Gli uomini non sono sempre morti per una malattia, né sono sempre condannati da una delusione; ma finché ne sono a contatto, ne sono distrutti.[18]»

«Come tutti sanno, Nietzsche predicò una dottrina, che egli stesso e i suoi seguaci mostrano di considerare molto rivoluzionaria; egli sostenne che la comune morale altruistica era stata inventata da una classe di schiavi per impedire il sorgere di tipi superiori capaci di combatterli e di soggiogarli. Orbene, i moderni, sia favorevoli che contrari, vi alludono sempre come se fosse un'idea nuova e del tutto inaudita. Si suppone con la massima calma ed insistenza che i grandi scrittori del passato, come per esempio Shakespeare, non lo sostennero perché non vi avevano mai pensato, perché l'idea non era passata loro per la mente. Ma rileggete l'ultimo atto del Riccardo Terzo di Shakespeare, e vi troverete, espresso in due versi, non solo tutto ciò che Nietzsche aveva da dire, ma con le sue stesse parole. Riccardo il Gobbo dice ai suoi nobili: "La coscienza non è che una parola usata dai codardi, al principio creata per mantenere i forti in soggezione". Come ho detto, il fatto è chiaro. Shakespeare aveva pensato a Nietzsche ed alla morale del Super-Uomo, ma ne valutò l'esatta portata, e la collocò esattamente al suo posto: cioè nella bocca di un gobbo mezzo dissennato, che parla alla vigilia della sua disfatta. Questa collera contro i deboli è possibile soltanto in un uomo che sia morbosamente coraggioso, ma fondamentalmente malato; un uomo come Riccardo, un uomo come Nietzsche.[19]»

In Ortodossia, a proposito del suo amico George Bernard Shaw, il rappresentante della nuova scuola di pensiero dell'umanitarismo, Chesterton scrive:

«L'adorazione della volontà è la negazione della volontà... Non è possibile ammirare la volontà in generale perché l'essenza della volontà è nell'essere individuale»

E in Eretici (1905):

«Il signor Shaw non riesce a capire che ciò che è prezioso e degno d'amore ai nostri occhi è l'uomo, il vecchio bevitore di birra, creatore di fedi, combattivo, fallace, sensuale e rispettabile. E le cose fondate su questa creatura restano in perpetuo; le cose fondate sulla fantasia del Superuomo sono morte con le civiltà morenti che sole le hanno partorite. Quando, in un momento simbolico, stava ponendo le basi della Sua grande società, Cristo non scelse come pietra angolare il geniale Paolo o il mistico Giovanni, ma un imbroglione, uno snob, un codardo: in una parola, un uomo. E su quella pietra Egli ha edificato la Sua Chiesa, e le porte dell'Inferno non hanno prevalso su di essa. Tutti gli imperi e tutti i regni sono crollati, per questa intrinseca e costante debolezza, che furono fondati da uomini forti su uomini forti. Ma quest'unica cosa, la storica Chiesa cristiana, fu fondata su un uomo debole, e per questo motivo è indistruttibile. Poiché nessuna catena è più forte del suo anello più debole.»

Critica del romanzo poliziesco[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Come si scrive un giallo.

Oltre ad essere l'autore della serie di Padre Brown, Chesterton ha dedicato numerosi scritti alla critica del genere poliziesco. Alcuni di brevi saggi sono raccolti in due volumi editi in italiano: L'imputato e Come si scrive un giallo.

Padre Brown[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Padre Brown.

Lo stesso amore per l'uomo, per l'uomo a tutto tondo, con i suoi difetti, le sue debolezze, ma anche con la sua capacità di amare che nessun accadimento umano potrà mai spegnere ravvisato da alcuni critici secondo gli stessi è presente nei racconti di padre Brown. Il personaggio di padre Brown, modellato su quello di padre O'Connor, un sacerdote che ebbe grande parte nella sua conversione al cattolicesimo, è infatti, sotto l'apparenza umile e quasi sciatta, non solo una persona dotata di grande empatia fino al punto di immedesimarsi col criminale ("Io sono dentro un uomo. [...] aspetto di essere dentro un assassino [...] finché penso i suoi stessi pensieri, e lotto con le sue stesse passioni, [...] finché vedo il mondo con i suoi stessi biechi occhi [...]. Finché anch'io divento veramente un assassino."), ma anche un uomo capace di bontà, di misericordia perché in grado di riconoscere che ogni uomo contiene in sé sia il bene che tutto il male ("Io non ho proprio ucciso quegli uomini materialmente. Intendo dire che ho pensato e ripensato come un uomo possa diventare così, finché non mi resi conto che ero simile a lui, in tutto, eccetto che nella volontà di compiere l'azione finale").Ma soprattutto padre Brown è un amante della verità, un acuto osservatore della realtà che non teme di guardare il male negli occhi in quanto è sicuro che il bene sia sempre più grande del male e quindi in grado di affrontarlo e di sconfiggerlo. Molti critici giudicheranno l'opera giallistica di Chesterton superiore a quella di Arthur Conan Doyle:

«Il padre Brown è un cattolico che prende in giro il modo di pensare meccanico dei protestanti e il libro è fondamentalmente un'apologia della Chiesa Romana contro la Chiesa Anglicana. Sherlock Holmes è il poliziotto "protestante" che trova il bandolo di una matassa criminale partendo dall'esterno, basandosi sulla scienza, sul metodo sperimentale, sull'induzione. Padre Brown è il prete cattolico, che attraverso le raffinate esperienze psicologiche date dalla confessione e dal lavorio di casistica morale dei padri, pur senza trascurare la scienza e l'esperienza, ma basandosi specialmente sulla deduzione e sull'introspezione, batte Sherlock Holmes in pieno, lo fa apparire un ragazzetto pretenzioso, ne mostra l'angustia e la meschinità. D'altra parte Chesterton è grande artista, mentre Conan Doyle era un mediocre scrittore, anche se fatto baronetto per meriti letterari; perciò in Chesterton c'è un distacco stilistico tra il contenuto, l'intrigo poliziesco e la forma, quindi una sottile ironia verso la materia trattata che rende più gustosi i racconti.»

Altri commentatori tuttavia hanno criticato i racconti di Padre Brown dal punto di vista narrativo e stilistico. Così Oliver Kamm nel quotidiano The Jewish Chronicle osserva che i racconti di Padre Brown "come racconti polizieschi non funzionano. Si basano infatti sulle intuizioni di Padre Brown sul peccato e spesso su espedienti narrativi che sono sconosciuti al lettore sino allo scioglimento della storia" (G K Chesterton: a writer unfit to be saint, The JC, 29 agosto 2013). Imogen Russel Williams su "The Guardian" del 4 maggio 2016, pur manifestando il proprio apprezzamento per alcuni aspetti dei racconti, ha espresso disagio per gli stereotipi razziali negativi in essi contenuti (ad esempio,espressioni come "L'uomo giallo" per indicare un orientale, oppure con riferimento a un personaggio di origine africana, "Il popolare negro...che fa mostra dei suoi denti da scimmia").

Chesterton pubblicò 5 volumi dedicati ai racconti di padre Brown:

  • L'innocenza di padre Brown (The innocence of Father Brown, 1911)
    • La croce azzurra (The blue cross)
    • Il giardino segreto (The secret garden)
    • Gli strani passi (The queer feet)
    • Le Stelle Volanti (The Flying Stars)
    • L'uomo invisibile (The invisible man)
    • L'onore di Israel Gow (The honour of Israel Gow)
    • La forma errata (The wrong shape)
    • I peccati del principe Saradine (The sins of prince Saradine)
    • Il martello di Dio (The hammer of God)
    • L'occhio di Apollo (The eye of Apollo)
    • All'Insegna della Spada Spezzata (The Sign of the Broken Sword)
    • I tre strumenti di morte (The three tools of death)
  • La saggezza di padre Brown (The wisdom of Father Brown 1914)
    • L'assenza del signor Glass (The absence of mr. Glass)
    • Il Paradiso dei Ladri (The Paradise of Thieves)
    • Il duello del dottor Hirsch (The duel of dr. Hirsch)
    • L'uomo nel vicolo (The man in the passage)
    • L'errore della macchina (The mistake of the machine)
    • La testa di Cesare (The head of Caesar)
    • La parrucca violacea (The purple wig)
    • La morte dei Pendragon (The perishing of the Pendragons)
    • Il dio dei gong (The god of the gongs)
    • L'insalata del colonnello Cray (The salad of colonel Cray)
    • Lo strano delitto di John Boulnois (The strange crime of John Boulnois)
    • La favola di padre Brown (The fairy tale of Father Brown)
  • L'incredulità di padre Brown (The incredulity of Father Brown, 1926)
    • La resurrezione di padre Brown (The resurrection of Father Brown)
    • La freccia del destino (The arrow of even)
    • L'oracolo del cane (The oracle of the dog)
    • Il miracolo della Mezzaluna (The miracle of Moon Crescent)
    • La maledizione della croce d'oro (The curse of the golden cross)
    • Il pugnale alato (The dagger with wings)
    • La maledizione dei Darnaway (The doom of the Darnaways)
    • Lo spettro di Gideon Wise (The ghost of Gideon Wise)
  • Il segreto di padre Brown (The secret of Father Brown, 1927)
    • Il segreto di padre Brown (The secret of Father Brown)
    • Lo specchio del magistrato (The mirror of the magistrate)
    • L'uomo con due barbe (The man with two beards)
    • La canzone dei pesci volanti (The song of the flying fish)
    • L'attore e l'alibi (The actor and the alibi)
    • La sparizione di Vaudrey (The vanishing of Vaudrey)
    • Il peggior crimine del mondo (The worst crime in the world)
    • La Luna Rossa di Meru (The Red Moon of Meru)
    • Il luttuoso signore di Marne (The chief mourner of Marne)
    • Il segreto di Flambeau (The secret of Flambeau)
  • Lo scandalo di padre Brown (The scandal of Father Brown, 1935)
    • Lo scandalo di padre Brown (The scandal of Father Brown)
    • Lo Svelto (The Quick One)
    • La maledizione del libro (The blast of the book)
    • L'Uomo Verde (The Green Man)
    • L'inseguimento del signor Blue (The pursuit of mr. Blue)
    • Il crimine del comunista (The crime of the communist)
    • La punta di uno spillo (The point of a pin)
    • Il problema insolubile (The insoluble problem)
    • Il vampiro del villaggio (The vampire of the village)
    • L'affare Donnington (The Donnington affair) (scritto con Max Pemberton)
    • La maschera di Mida (The mask of Midas)

Teorie economiche[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Distributismo.

Il "Chesterbelloc"[modifica | modifica wikitesto]

Chesterton è stato spesso associato all'amico poeta e saggista Hilaire Belloc, con cui condivideva sia la fede cattolica che la critica nei confronti del capitalismo e del socialismo, a cui opponevano il distributismo. Fu George Bernard Shaw a coniare il nome "Chesterbelloc" per indicare i due scrittori. I due scrittori familiarizzarono per la prima volta in occasione della guerra anglo-boera, nella quale i due, cittadini britannici, parteggiavano paradossalmente per i coloni boeri. Il sodalizio umano e professionale non venne meno che alla morte di Chesterton.

Accuse di antisemitismo[modifica | modifica wikitesto]

Sia Chesterton sia Belloc sono stati spesso accusati di antisemitismo.

In alcune opere di Chesterton, dei personaggi letterari sembrano manifestare opinioni antisemite: ad esempio nel romanzo L'osteria volante, nella raccolta di racconti L'uomo che sapeva troppo e in alcuni dei racconti di padre Brown quali ad esempio Il duello del dottor Hirsh. Ne L'osteria volante la Germania —rappresentata come potenza ostile e priva di scrupoli— parla per bocca di un ambasciatore cinico, spietato e calcolatore, di cui si lascia intendere l'origine ebraica. In un racconto (La torre del tradimento nell'antologia L'uomo che sapeva troppo) il personaggio che svolge il ruolo di deus ex machina sostiene la seguente tesi: «è anche vero che gli ebrei hanno tessuto su tutte queste nazioni una rete internazionale, che è anche del tutto antinazionale. Per quanto possa essere inumana la loro usura e la loro oppressione dei poveri, non sono mai così inumani come quando diventano degli umanitari idealisti». In un altro racconto (Il pozzo senza fondo, incluso nell'antologia già citata), il personaggio principale e deus ex machina Horne Fisher, presentato come investigatore che opera essendo al corrente dei retroscena della politica estera inglese, a un certo punto si sfoga nel seguente modo: «È già troppo brutto che una banda di maledetti finanzieri ebrei ci abbia spediti qui, dove non c'è nessun interesse inglese da servire [...]».

Chesterton rigettò ogni accusa di antisemitismo e fu un oppositore della politica antiebraica di Hitler: nel 1934, dopo che Adolf Hitler ebbe preso il potere, scrisse:

«Sia io che Hilaire Belloc siamo stati accusati di essere antisemiti. Oggi, benché io pensi che esista un problema ebraico, sono inorridito davanti alle atrocità commesse da Hitler. Esse non hanno né ragione né logica. Rappresentano ovviamente l'espediente di un uomo che è stato spinto a cercare un capro espiatorio ed ha trovato con sollievo il più famoso capro espiatorio d'Europa, il popolo ebraico.[20][21]»

A proposito dei rapporti tra lo scrittore e gli ebrei, Maisie Ward, autrice di una delle prime biografie su Chesterton, ha scritto[22]:

«Era verissimo che Gilbert fosse affezionato a molti ebrei. Nel suo gruppo originario del Junior Debating Club, vi erano quattro membri ebrei e con tre di essi l'amicizia continuò per tutta la vita. Lawrence Solomon e sua moglie erano tra i vicini di casa a Beaconsfield e li vedeva spesso (...). Parlando alla Società Letteraria Ebraica del West End nel 1911, formulò la domanda su quale fosse il vero problema giudaico. Gli ebrei, disse, sono una razza nata civilizzata. Non incontrerai mai un ebreo zotico o bifolco. Essi rappresentano uno dei tipi più alti e civilizzati. Ma mentre tutte le razze hanno dei nessi locali, gli ebrei sono universali e disseminati ovunque. Non si poteva aspettare da loro di essere patrioti dei Paesi ove stabilirono le loro case: il loro patriottismo poteva essere solo per la loro razza. In principio credette alla soluzione del sionismo. Allora un reporter scrisse un titolo a grandi caratteri: "Il signor Chesterton ha detto che, parlando in generale, come nella maggior parte delle altre comunità, i poveri ebrei sono simpatici e quelli ricchi antipatici". Molti anni più tardi, in Terra d'Israele, sarebbe stato guidato per il Paese, come descrisse in La Nuova Gerusalemme, da uno di questi meno ricchi ebrei che aveva sacrificato la sua carriera in Inghilterra per i suoi ideali nazionalisti. E più tardi ancora, dopo la morte di G.K., Rabbi Wise, un esponente di spicco dell'ebraismo americano, gli riconobbe un tributo (in una lettera a Cyril Clemens datata 8 settembre 1937): "In verità io sono stato un caldo ammiratore di Gilbert Chesterton. A prescindere dalla sua piacevole arte e il suo genio in molte direzioni, lui fu, come sai, un grande religioso. Egli da cattolico, io da ebreo, non siamo mai stati della stessa opinione (nell'originale: we have never seen eye to eye with each other, letteralmente: non ci siamo mai guardati negli occhi, n.d.r.), ed egli avrebbe detto "in particolare perché sei strabico"; ma io lo rispettavo profondamente. Quando arrivò l'hitlerismo, fu uno dei primi a parlare con tutta la sincerità e la franchezza di un grande ed impassibile spirito. Sia benedetta la sua memoria!»

Nel 2008 la Società Chestertoniana Statunitense ha pubblicato, «dopo anni di riflessione», un doppio numero speciale del suo periodico Gilbert dedicato a discutere la questione del presunto antisemitismo di Chesterton. Il presidente Dale Ahlquist, studioso di Chesterton di fama mondiale, sintetizza il suo parere nell'editoriale introduttivo:

«[...] Posso dire senza eccezioni di non aver mai incontrato un chestertoniano che avesse un'antipatia o ostilità per gli ebrei. Se Chesterton era un antisemita, ha dei discepoli davvero infedeli. Non interessati, addirittura. Sembra che le uniche persone fissate con le idee di Chesterton sugli ebrei siano quelle che non si sono prese la briga di leggerlo. [...] L'effetto dell'accusa [di antisemitismo] è semplice: in quattro e quattr'otto si mette da parte Chesterton senza che lui o il suo pensiero siano mai nemmeno presi in considerazione. Il dibattito è concluso prima d'iniziare. E nessuna difesa e nessun difensore sembrano poter togliere l'etichetta una volta che è stata appiccicata. [...] Che cosa significa che rigettò l'accusa di antisemitismo? Significa che o stava mentendo o era un illuso o stava dicendo la verità. Se stava mentendo, quali sono le prove? Qualche frammento poetico citato fuori contesto? Se era un illuso, come si spiega la stupefacente lucidità del suo pensiero su praticamente ogni altra cosa? E se non stava mentendo né era un illuso, allora stava dicendo la verità, e da molto tempo è venuta l'ora di smettere di diffamarlo col velenoso titolo di antisemita. [...]»

Chesterton ed il cinema[modifica | modifica wikitesto]

Il personaggio di padre Brown ispirò diverse riuscite opere cinematografiche, tra cui:

Si ricorda anche una partecipazione di Chesterton stesso come attore ad un film del 1914 diretto da Percy Nash ed intitolato Rosy Rapture, interpretato insieme a George Bernard Shaw. Lo scrittore stesso poi racconta nella sua autobiografia di una giornata passata a girare un film di cui furono girate alcune esilaranti scene ma mai prodotto, di ambientazione western e con protagonisti, oltre che lui stesso, anche George Bernard Shaw e come regista ed organizzatore James Matthew Barrie, il creatore di Peter Pan.

Chesterton e l'Italia[modifica | modifica wikitesto]

Chesterton amò molto l'Italia. Definì gli italiani "a nation of gentlemen".[23] Oltre a esservisi recato più volte nella sua vita, vi trovò molto presto un suo pubblico, grazie anche alle primissime traduzioni delle sue opere come Le avventure di un uomo vivo e la serie di padre Brown. A lanciarlo fu il giornalista e critico Emilio Cecchi, che pubblicò alcuni articoli di Chesterton nella rivista La Ronda, lo tradusse e lo intervistò e incontrò almeno tre volte (due in Inghilterra, nella sua Beaconsfield, e una a Roma). Alcuni suoi articoli furono pubblicati su Il Frontespizio[24], e fu recensito da Giovanni Battista Montini (il futuro papa Paolo VI).

Chesterton, che era un giornalista, in uno dei suoi viaggi in Italia ebbe modo di intervistare Benito Mussolini, il quale dichiarò di aver letto alcune sue opere e di aver apprezzato L'uomo che fu Giovedì.[25] Il resoconto di quest'incontro si trova nel suo libro La Resurrezione di Roma.

La Società Chestertoniana italiana si occupa di divulgare l'opera dell'autore.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Copertina di Divorce versus democracy (Divorzio contro la democrazia), 1916
Lo stesso argomento in dettaglio: Opere di Gilbert Keith Chesterton.

Di seguito un elenco parziale di opere:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Dale Ahlquist, Who is this Guy and Why Haven’t I Heard of Him?, su chesterton.org - Sito ufficiale della Società chestertoniana americana. URL consultato il 3 luglio 2016.
  2. ^ Tratto da The Thing ("La cosa"), opera tradotta in italiano con molti titoli diversi, ad esempio come La mia fede.
  3. ^ Chesterton G. K. "Autobiografia", 1936
  4. ^ L'agenzia cui diedero vita il padre e lo zio di Gilbert esiste tuttora a Londra.
  5. ^ G. K. Chesterton, "Eretici", 1921
  6. ^ a b c d e f g h i j k Biografia a cura della Società Chestertoniana Italiana
  7. ^ Maisie Ward, Gilbert Keith Chesterton, p. 552
  8. ^ Lauer, Quentin (1991). G.K. Chesterton: Philosopher Without Portfolio. New York City, NY: Fordham University Press, p. 25.
  9. ^ Barker, Dudley (1973). G.K. Chesterton: A Biography. New York: Stein and Day, p. 287.
  10. ^ (EN) Chesterton, su Gazetteer of Planetary Nomenclature. URL consultato il 22 dicembre 2015.
  11. ^ Nota biobibliografica in G. K. Chesterton, San Tommaso, Edizioni Lindau, 2008
  12. ^ I Dropkick Murphys in concerto con Chesterton, su Radio Spada.
  13. ^ G.K. Chesterton, anche Bergoglio lo vuole santo, su lanuovabq.it. URL consultato il 12 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2016).
  14. ^ Avremo un san Chesterton? Avviata l’indagine per la causa di beatificazione di GKC
  15. ^ (EN) D. Ahlquist, G.K. Chesterton Should Be Numbered Among the Saints [G. K. Chesterton dovrebbe essere nel numero dei santi], su chesterton.org, 5 agosto 2019.
  16. ^ (EN) Monsignor E. Barr, Chesterton—Not mediocre enough to be a British saint [Chesterton: Non abbastanza mediocre per essere un santo britannico], su Patheos, 4 agosto 2019.
  17. ^ Cap. 3, p. 95
  18. ^ Illustrated London News, ILN Picture Library Archiviato il 9 maggio 2008 in Internet Archive., 31 maggio 1919
  19. ^ On Reading, articolo di critica letteraria raccolto poi in The Common Man, 1950, riportato anche in The Soul of Wit: G. K. Chesterton on William Shakespeare, Richard III and Nietzsche, pag. 107, e in G. K. CHESTERTON Ultimate Collection: 200+ Novels, Historical Works, Theological Books, Essays, Short Stories, Plays & Poems
  20. ^ M. Finch, G.K Chesterton, Ed. Paoline, Milano, 1990, pag. 361
  21. ^ Gilbert Keith Chesterton « Una casa sulla roccia
  22. ^ Gilbert Keith Chesterton, Maisie Ward
  23. ^ Ian Ker, G. K. Chesterton, A Biography, Oxford, Oxford University Press, 2011, p. 607, ISBN 978-0-19-960128-8.
  24. ^ Avvenire, 1º giugno 2012
  25. ^ Ian ker, G. K. Chesterton: A Biography
  26. ^ Quest'ultimo è noto anche coi titoli La Chiesa viva Edizioni Paoline 1955 e La mia fede Edizioni Lindau 2010.

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