Giardino all'inglese

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Il ponte palladiano di Prior Park a Bath, nel Somerset

Il giardino all'inglese è un tipo di giardino, sviluppato nel corso del Settecento in accordo con il concetto di pittoresco, che al contrario di quelli geometrici (all'italiana e alla francese), non si avvale più di elementi per definire e circoscrivere lo spazio, come fondali, quinte arboree o prospettive, ma si basa sull'accostamento e sull'avvicendarsi di elementi naturali e artificiali, tra cui grotte, ruscelli, alberi secolari, cespugli, e capricci come pagode, pergole, tempietti neoclassici e rovine (simulanti l'aspetto di resti archeologici antichi o medievali), che chi passeggia scopre senza mai arrivare ad una visione d'insieme; nonostante l'aspetto simile ad un paesaggio naturale, è comunque un luogo in cui la natura non è mai incolta, anche quando assume un'apparenza selvaggia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il Parco Sempione di Milano con dietro il Castello Sforzesco
Il Regno giardino di Dessau-Wörlitz, uno dei maggiori parchi all'inglese dell'Europa ottocentesca

Il giardino all'inglese è un fenomeno che ebbe inizio attorno al XVIII secolo, conducendo al superamento dei vecchi schemi geometrici (giardino all'italiana e giardino alla francese) all'interno dei nuovi giardini nobiliari.

È un fenomeno legato all'Illuminismo, che vede il giardino come il luogo in cui il piacere, suscitato dall'avvicendarsi delle sorprese, viene temprato dall'armonia che lega le varie parti, attraverso la contrapposizione degli opposti, come il regolare al selvaggio, il maestoso all'elegante, l'ameno al malinconico, in modo da bilanciare le differenti sensazioni.

Un esempio è quello realizzato a Stowe, in Inghilterra, tra il terzo e quarto decennio del Settecento da Charles Bridgeman e da William Kent. Nel parco si susseguono, disseminati in un terreno irregolare, 38 monumenti, tra cui la Piramide, il tempio di Venere e Bacco, il tempio dei grandi uomini britannici e il tempio gotico, in modo che vi sembrino riuniti differenti luoghi e civiltà.

L'architettura del paesaggio all'inglese, originato dall'estetica di Joseph Addison, risente sia dell'estetismo neoclassico di Winckelmann[1] sia del naturalismo derivato dalle teorie filosofiche di Rousseau e del suo allievo paesaggista René-Louis de Girardin, trovando la sua massima espressione in epoca illuminista e romantica, rimanendo preponderante in tutto il XIX secolo.[2]

«Per mio conto preferisco guardare un albero in tutto il suo splendore e in tutto il fiorire dei suoi rami […] che quando è potato e mutilato in modo da assumere una forma geometrica; non posso impedirmi di immaginare che un frutteto in fiore presenti un aspetto infinitamente più delizioso che tutti i piccoli labirinti dell’aiuola più curata.»

«Egli [l'essere umano] costringe un terreno a nutrire i prodotti di un altro, un albero a portare frutti non suoi; mescola e confonde i climi, gli elementi, le stagioni; mutila il cane, il cavallo, lo schiavo; tutto sconvolge, tutto sfigura, ama la deformità, le anomalie; nulla accetta come natura lo ha fatto, neppure il suo simile: pretende ammaestrarlo per sé come cavallo da giostra, dargli una sagoma di suo gusto, come ad albero di giardino.»

Il Tempio della Filosofia a Ermenonville. Parco Jean-Jacques Rousseau

In Francia sono presenti ad esempio il Parco Jean-Jacques Rousseau di Ermenonville (ex tenuta del marchese Girardin e luogo dove morì e fu inizialmente sepolto il filosofo), il Parco del Castello di Fontainebleau (come fatto modificare da Napoleone), e il giardino presente nell'Hameau de la Reine, finto villaggio rurale e dipendenza del Petit Trianon alla reggia di Versailles, edificato per la regina Maria Antonietta all'interno del grande parco (che è invece perlopiù un giardino alla francese) che circonda il palazzo reale. Sul modello di Ermenonville, compresi gli omaggi a Rousseau, è il Regno giardino di Dessau-Wörlitz.

Il giardino all'inglese venne molto sviluppato in Italia da Ercole Silvia, che lo applicò alla propria villa; in seguito riscosse una buona fortuna e lo stesso Ercole Silvia partecipò alla realizzazione di diversi parchi e giardini all'inglese, come i Giardini Reali di Monza e il Giardino della Villa Belgiojoso Bonaparte. In Italia vi sono anche ad esempio il Giardino inglese di Palermo (Parco Piersanti Mattarella), costituito perlopiù da specie mediterraneee ed esotiche, il Parco giardino Sigurtà, i giardini di Villa Mosconi Bertani, il Parco Sempione di Milano e il giardino Treves de Bonfili, oggi appartenente al Comune di Padova che ne ha, con tutti i limiti dei gravi danni subiti a metà Novecento, restaurato una parte. Di valore botanico e storico il Giardino all'inglese della Reggia di Caserta, realizzato da John Andrew Graefer, e i Giardini botanici Hanbury di Ventimiglia.

Negli Stati Uniti famoso è il Central Park di New York.

Note[modifica | modifica wikitesto]

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