Gesto del dito medio

Dito medio proteso

Il gesto del dito medio (a volte per brevità dito medio) è un comune gesto offensivo.

Nei paesi occidentali, ma anche in alcuni orientali come il Giappone, il dito medio proteso è ritenuto generalmente un gesto osceno. Viene effettuato estendendo il dito medio verso l'alto e tenendo strette alla mano, contemporaneamente, le altre dita. In alcuni paesi è in uso una variante di tale gesto che consiste nell'estendere anche il pollice. È usato per offendere, ferire e urtare la suscettibilità di qualcuno verso cui si prova risentimento o paura. Talvolta viene usato in modo scherzoso tra amici.

Origini[modifica | modifica wikitesto]

I primi riferimenti letterari al gesto sono riscontrabili nella letteratura greca. Giulio Polluce afferma che "gli Attici danno al dito medio della mano il nome καταπῡ́γων, -ονος (katapȳ́gōn)"[1] che designa anche una persona perversa.[2] Anche Aristofane probabilmente allude al dito medio in varie sue opere: Le nuvole, in cui gioca sulla parola dattilo, la quale ha significato sia metrico, sia anatomico[3] e La pace, in cui adopera un termine spiegato dal Suda.[4] Diogene Laerzio afferma che Diogene, famoso filosofo cinico, dopo che uno straniero chiese di poter mirare Demostene fece il dito medio e disse "Ecco per voi questo, il demagogo d'Atene".[5] Arriano propone una seconda versione della storia, in cui il bersaglio non è l'oratore, ma un sofista.[6]

Nel mondo latino il gesto veniva identificato come digitus impudicus ("dito impudico")[7] (Isidoro di Siviglia, nelle sue Etimologie XI, 1, 71, dice che il terzo dito della mano è chiamato "impudicus" perché "sovente tramite esso si esprime ammonimento nei confronti di un'azione vergognosa (impudica)", anche se Persio fa riferimento a un "digitus infamis".[8] Giovenale tramite metonimia fa riferimento all'"unghia media" nei confronti della minacciosa Fortuna.[9] L'uso di questo gesto in parecchie e differenti culture è probabilmente dovuto alla vasta influenza geografica dell'Impero Romano e della civiltà greco-romana.

Oggi[modifica | modifica wikitesto]

Oggi il gesto è ampiamente usato in quanto diffuso dal cinema statunitense anche laddove non era conosciuto. In Italia, ad esempio, era molto utilizzato per offendere il gesto delle corna (celebre la scena in cui Vittorio Gassman "fa le corna" nel film "il sorpasso" di Dino Risi), ma dagli anni 80 questo è stato affiancato dall'uso del "dito medio", che spesso soppianta anche il gesto dell'ombrello (anche se in contesti diversi).[senza fonte]

Significato[modifica | modifica wikitesto]

Il significato originale del gesto è dibattuto. Una possibile origine è spiegabile come dire un invito a subire, non necessariamente da parte dell'autore, un rapporto anale ed equivarrebbe all'espressione verbale vaffanculo; poi il gesto di accompagnamento, ovvero il movimento del gomito e del braccio, maggiormente rafforza l'idea di penetrazione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Onomasticon, II, 184. Vd. anche VI, 126.
  2. ^ Franco Montanari, Vocabolario della lingua greca, Torino, Loescher, 1995, sub voce.
  3. ^ Vv. 652 ssg.
  4. ^ La pace, v. 549 e Suda sotto il lemma Ἐσκιμάλισεν Archiviato il 24 settembre 2015 in Internet Archive.. Erasmo da Rotterdam cita questo passo del Suda nei suoi Adagia, III, iii, 87 Archiviato il 5 dicembre 2014 in Internet Archive. (annotazione n° 2287).
  5. ^ Vite dei filosofi, VI, 2, 34. Nel passo 35 si dice che chi compie questo gesto è ritenuto non sano di mente, evidentemente per sottolineare la sua profonda volgarità.
  6. ^ Discorsi di Epitteto, III, 2, 11.
  7. ^ Vd, ad es. Priapeia, 56: 'Derides quoque, fur, et impudicum ostendis digitum mihi minanti?'; Marziale, Epigrammi, VI, 70, 5 e II, 28, 2. Vd. anche Svetonio, Divo Augusto, 45.
  8. ^ Satire, 2, 33.
  9. ^ Satire, 10, 52-3. Erasmo da Rotterdam fa riferimento alle citazioni di Marziale, Giovenale e Persio nei suoi Adagia, II, iv, 68 Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive. (annotazione n° 1368).

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