Gerard Horenbout

Miniatura del mese di dicembre dal Breviario Grimani, realizzato da Hoernbout assieme ad Alexander e Simon Bening
Miniatura del mese di dicembre dal Breviario Grimani, realizzato da Hoernbout assieme ad Alexander e Simon Bening

Gerard Horenbout (1465 circa – 1540 o 1541) è stato un miniaturista e pittore fiammingo. È molto probabile che sia il Maestro di Giacomo IV di Scozia.[1][2] ed è considerato tra gli esponenti della scuola gantobruggese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Horenbout visse e lavorò a Gand, ed è conosciuto soprattutto come miniatore, anche se Lodovico Guicciardini in un trattato del 1567 scrive che «Gherardo eccellentifsimo [sic] nell'alluminare» risiedeva a Bruges.[3] La sua attività di pittore però non fu inferiore a quella di miniatore (anche se nessuno dei suoi dipinti è sopravvissuto, a parte forse un paio di ritratti attribuiti al Maestro di Giacomo IV di Scozia[4]), tanto che nei documenti Horenbout viene chiamato più spesso pittore che miniatore.[5] Ha anche realizzato vetrate, arazzi, disegni dei ricami e oggetti in ferro.

Viene menzionato per la prima volta nel 1487, quando entrò nella Corporazione di San Luca,[1][6] precisamente il 27 agosto.[7] Iniziò la sua attività di miniatore intorno al 1498 e potrebbe aver avuto una bottega piuttosto importante.[8]

Si sposò con Margaret Svanders poco dopo essersi unito alla corporazione ed ebbe sei figli, tra cui gli artisti Lucas e Susanna Hornebolt, che vennero formati dal padre.[1] Entrambi diventarono artisti piuttosto noti e si pensa siano stati determinanti per lo sviluppo dell'arte dei ritratti miniati alla corte inglese.[6][9] Almeno un altro figlio era un artista; altri due figli si chiamavano Eloy e Joris.

Ebbe almeno due apprendisti, uno nel 1498 e uno nel 1502. Tra il 1508 e il 1509 realizza alcuni cartoni per un arazzo commissionato dalla Confraternita di Santa Barbara per la chiesa di San Farailde.[7][10]

Tra il 1515 e il 1522 Horenbout lavorò per Margherita d'Asburgo realizzando varie opere tra cui, molto probabilmente, il Libro delle ore degli Sforza,[11] che la regina volle portare a termine dopo che fu lasciato incompleto per trent'anni.[12] Tra l'ottobre 1528 e l'aprile 1531 lavorò per Enrico VIII in Inghilterra,[13] con il quale ebbe forse dei contatti fin dal 1514, quando venne affidata ad un «paynter of gaunt» (pittore di Gand) la realizzazione di un ritratto del sovrano per la vetrata della chiesa di San Nicola di Calais.[13] Albrecht Dürer fece visita a «maister Gerhart, jlluminist» nel 1520; i due si incontrarono ad Anversa[13] e forse Dürer comprò un manoscritto realizzato dalla figlia di Horenbout, Susannah.[14]

La moglie di Horenbout morì nel 1529[15][16] ed egli realizzò la placca di ottone alla sua memoria che si trova nella Chiesa di tutti i Santi a Londra.[17][18]

Alcuni sostengono che il “Gerarder” o “Garard” citato in alcuni documenti contabili nel 152829 a proposito di alcune miniature per il cardinale Thomas Wolsey sia Hornebout, ma sembra più probabile si tratti dello scrivano William Gerard o Garrard.[8]

Georges Hulin de Loo, Friedrich Winkler e Robert G. Calkins hanno identificato in Horenbout il prolifico Maestro di Giacomo IV di Scozia. Le prove però sono solo indiziarie e si basano soprattutto sul trattato di Marcantonio Michiel Notizia d'opere di disegno nella prima meta del secolo XVI che cita “Girardo da Guand” come coautore del Breviario Grimani assieme ad altri artisti tra cui “Zuan Memling” (Hans Memling) e “Livieno da Anversa” (Lievin van Lathem),[19] che però erano già deceduti quando il manoscritto venne realizzato.[20] Altre prove riguardano la clientela in comune tra il Maestro e Horenbout e la compatibilità tra il periodo di attività e lo stile dei due artisti.[21]

Horenbout morì nel 1540-41.[1]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Susan E. James. The Feminine Dynamic in English Art, 1485-1603: Women As Consumers, Patrons and Painters. Ashgate Publishing Company; 2009. ISBN 978-0-7546-6381-2. p. 242.
  2. ^ Scot McKendrick. "Reviving the Past," in Illuminating the Renaissance: The Flemish Triumph of Manuscript Painting in Europe. Getty Publications; 1 July 2003. ISBN 978-0-89236-704-7. p. 428.
  3. ^ Guicciardini (1567), p. 98.
  4. ^ Kren (2003), p. 54.
  5. ^ Kren (2003), pp. 36-37.
  6. ^ a b Carol M. Richardson e Kim Woods, Renaissance art reconsidered: an anthology of primary sources, Michael W. Franklin, Wiley-Blackwell, 2007, pp. 10-11, ISBN 978-1-4051-4641-8. URL consultato l'8 luglio 2009.
  7. ^ a b Campbell e Foister (1986), p. 719.
  8. ^ a b c Campbell e Foister (1986), p. 721.
  9. ^ Kren (2003), p. 412.
  10. ^ Kren (2003), p. 36.
  11. ^ Campbell e Foister (1986), pp. 720-721.
  12. ^ Sforza Hours, su bl.uk, British Library. URL consultato il 29 luglio 2017.
  13. ^ a b c Campbell e Foister (1986), p. 720.
  14. ^ Kayo Hirakawa, The Pictorialization of Dürer's Drawings in Northern Europe in the Sixteenth ..., Verlag Peter Lang, p. 75, ISBN 3-03911-725-4.
  15. ^ Kathy Lynn Emerson, Wives and Daughters: The Women of Sixteenth Century England. Troy, NY: Whitston, 1984. p. 113.
  16. ^ James Thorne. Handbook to the Environs of London: Alphabetically Arranged, Containing an Account of Every Town and Village, and of All Places of Interest, Within a Circle of Twenty Miles Round London. John Murray; 1876. p. 220.
  17. ^ Fulham: Parish Church of All Saints. An Inventory of the Historical Monuments in London, Volume 2: West London (1925), pp. 31-37. Retrieved 29 January 2014.
  18. ^ Susan E. James. The Feminine Dynamic in English Art, 1485-1603: Women As Consumers, Patrons and Painters. Ashgate Publishing Company; 2009. ISBN 978-0-7546-6381-2. pp. 242-243.
  19. ^ Michiel (1800), pp. 77-78.
  20. ^ Kren (2003), p. 427.
  21. ^ Kren (2003), pp. 427-428.
  22. ^ Lotte Hellinga e Joseph Burney Trapp, The Cambridge History of the Book in Britain: 1400-1557, Donald Francis McKenzie, David McKitterick, John Barnard, Ian R.. Willison, Cambridge University Press, 1999, p. 56, ISBN 978-0-521-57346-7. URL consultato l'8 luglio 2009.
  23. ^ High quality version of the Sforza Hours, su bl.uk, British Library. URL consultato l'8 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2009).
  24. ^ Norbert Wolf, Hans Holbein the Younger, 1497/98-1543: the German Raphael, Taschen, 2004, p. 48, ISBN 978-3-8228-3167-0. URL consultato l'8 luglio 2009.
  25. ^ Portrait of Lieven van Pottelsberghe, su vlaamseprimitieven.vlaamsekunstcollectie.be. URL consultato il 27 luglio 2017.
  26. ^ Portrait of Livina van Steelant, su vlaamseprimitieven.vlaamsekunstcollectie.be. URL consultato il 27 luglio 2017.

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