Franco Barberi

Franco Barberi

Capo del Dipartimento della Protezione Civile
Durata mandato16 luglio 1997 –
7 settembre 2001
PredecessoreGuido Bertolaso
SuccessoreGuido Bertolaso

Ministro per il Coordinamento della Protezione civile
Durata mandato17 gennaio 1995 –
17 maggio 1996
PresidenteLamberto Dini
PredecessoreDomenico Lo Jucco (da Sottosegretario)
SuccessoreFranco Barberi (da Sottosegretario)

Sottosegretario di Stato del Ministero dell'Interno
Durata mandato17 maggio 1996 –
25 aprile 2000
PresidenteRomano Prodi
Massimo D'Alema
PredecessoreLuigi Rossi
SuccessoreAniello Di Nardo

Franco Bàrberi (Pietrasanta, 16 agosto 1938) è un vulcanologo e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Carriera accademica[modifica | modifica wikitesto]

Laureato in geologia all'Università di Pisa, ha cominciato in questo ateneo una carriera accademica che lo ha portato a divenire professore ordinario di vulcanologia, occupando tale cattedra dal 1975 al 2001; prima di andare in pensione ha avuto lo stesso incarico anche all'Università Roma Tre. Nel 1989 ha ricevuto la laurea honoris causa in fisica dall'Università di Bologna. È autore di oltre trecento pubblicazioni scientifiche.

Nel 1999 coordina la pubblicazione del Censimento di vulnerabilità degli edifici pubblici, strategici e speciali nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia, il cosiddetto rapporto Barberi, un'opera che raccoglie la mappatura di tutti gli edifici pubblici delle sei regioni considerate a più alto rischio sismico.

È stato direttore del Progetto Finalizzato Geodinamica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che ha condotto le prime ricerche sistematiche sul rischio sismico e sul rischio vulcanico in Italia, portando anche alla classificazione sismica del territorio nazionale. Ha fondato e diretto il Gruppo Nazionale per la Vulcanologia del CNR, che ha promosso lo sviluppo delle reti di monitoraggio dei vulcani attivi italiani e la predisposizione di piani d'emergenza in caso di eruzione.[1]

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1995 viene nominato ministro senza portafoglio al coordinamento della Protezione Civile nel governo Dini. Alle elezioni politiche del 1996 fu candidato senatore tra le file dell'Ulivo non risultando però eletto. Fu in seguito sottosegretario al Ministero dell'Interno nei governi Prodi I, D'Alema I e D'Alema II. Era Capo Dipartimento della Protezione Civile durante lo scandalo della missione Arcobaleno e sul suo operato si levarono molte critiche, che gli valsero anche un tapiro d'oro consegnatogli da Striscia la notizia.[2]

Procedimenti giudiziari[modifica | modifica wikitesto]

In seguito alla riunione della Commissione Nazionale per la Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi, Barberi è stato processato per omicidio colposo plurimo. L'accusa non deriva, come erroneamente riportato da alcuni organi di stampa[3], dal non aver previsto il terremoto o fatto evacuare il capoluogo abruzzese, quanto dall'aver dato indicazioni erronee alla popolazione, causando la morte di chi ha seguito quelle indicazioni[4]. Un sismologo presente alla riunione ha riferito che durante la riunione stessa sono state fatte affermazioni non suffragate da dati scientifici, e "previsioni" rassicuranti ma prive di fondamento.[5]

Il 22 ottobre 2012 Franco Barberi viene condannato dal giudice Marco Billi a sei anni di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale durante l'esecuzione della pena, e risarcimento fino a 450 000 euro per le vittime, assieme agli altri partecipanti alla riunione della Commissione Grandi Rischi (Enzo Boschi, Bernardo De Bernardinis, Giulio Selvaggi, Gian Michele Calvi, Claudio Eva e Mauro Dolce).

Il processo di appello, conclusosi il 10 novembre 2014, ha confermato l'esistenza di un omicidio colposo, condannando però il solo De Bernardinis e assolvendo tutti gli altri, fra cui Barberi.[6]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Franco Barberi | Dancalia
  2. ^ la Repubblica/cronaca: Barberi: 'Non mi dimetto paga chi è colpevole'
  3. ^ Il Messaggero, su ilmessaggero.it. URL consultato il 30 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2010).
  4. ^

    «L'intento, quindi, non è quello di muovere agli imputati, a posteriori (cioè a terremoto avvenuto), un giudizio di rimprovero per non aver previsto la scossa distruttiva del 6 aprile 2009 o per non aver lanciato allarmi di forti scosse imminenti o per non aver ordinato l'evacuazione della città; l'intento è invece quello di analizzarne la condotta, nella qualità contestata, alla data del 31 marzo 2009, alla luce delle prescrizioni di legge e sulla base dei dati storici, statistici e scientifici a quella data disponibili e a loro noti.»

  5. ^ Giustino Parisse, Un testimone: fu una riunione grottesca, in Il Centro, 26 luglio 2010, p. 2. URL consultato il 6 settembre 2010.
  6. ^ Processo commissione Grandi rischi, l'appello: assolti sei imputati, 2 anni a De Bernardinis, in Il Centro, 10 novembre 2014. URL consultato il 10 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 10 novembre 2014).
  7. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato., su quirinale.it. URL consultato il 10 novembre 2021.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Capo Dipartimento della Protezione Civile Successore
Guido Bertolaso 19 giugno 1996 - 16 luglio 1997 Guido Bertolaso
Predecessore Ministro per il Coordinamento della Protezione civile Successore
Domenico Lo Jucco
(da Sottosegretario di Stato del Ministero dell'Interno con delega al coordinamento della Protezione Civile)
17 gennaio 1995 - 17 maggio 1996 (Governo Dini) Franco Barberi
(da Sottosegretario di Stato del Ministero dell'Interno con delega al coordinamento della Protezione Civile)
Predecessore Sottosegretario di Stato del Ministero dell'Interno Successore
Luigi Rossi 31 maggio 1996 - 9 ottobre 1998 (Governo Prodi I) Franco Barberi I
Franco Barberi 9 ottobre 1998 - 22 dicembre 1999 (Governo D'Alema I) Franco Barberi II
Franco Barberi 22 dicembre 1999 - 25 aprile 2000 (Governo D'Alema II) Aniello Di Nardo III
Controllo di autoritàVIAF (EN59149178 · ISNI (EN0000 0001 1571 7061 · SBN CFIV004781 · LCCN (ENn83213423 · BNF (FRcb12300919v (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n83213423