Francesco Zaltron

Francesco Zaltron, nome di battaglia "Silva" (Marano Vicentino, 1920Calvene, 28 marzo 1945), è stato un partigiano italiano, medaglia d'oro al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Lapide in memoria di Zaltron e altri partigiani a Rovereto

Inquadrato come sottotenente degli alpini, dopo l'8 settembre 1943, si nasconde a Thiene e comincia l'attività partigiana. Nella primavera del 1944 costituisce la Brigata "Granezza" della quale diventa comandante, si mette poi alla testa della brigata "Mazzini" sull'Altopiano dei Sette Comuni, facendo parte della Divisione Alpina Monte Ortigara, delle Fiamme Verdi, comandata da Giacomo Chilesotti. Viene infine catturato e giustiziato.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Organizzatore entusiasta, comandante valoroso, combattente eroico, sosteneva alla testa dei suoi partigiani le più audaci azioni contro un nemico sempre superiore per numero e mezzi. Ferito in piena mischia e caduto in un burrone, veniva salvato da un compagno d’arme dopo due giorni di patimenti, di fame e di freddo. Ancora sofferente, ripigliava il suo posto di lotta emergendo sempre per elevato spirito combattivo ed indomito valore in epici combattimenti durante i quali scorreva per la seconda volta il suo sangue. Catturato per vile delazione e consegnato al boia capiva che nessuna salvezza più gli rimaneva e con abile stratagemma, simulando di voler consegnare al nemico armi e uomini, si faceva condurre in un’alpestre località, ove per suprema segreta aspirazione voleva morire con lo sguardo fisso alle sue montagne. Eludendo la vigilanza della scorta, con le mani incatenate alla schiena, si lanciava in un baratro mentre echeggiavano i colpi della battaglia ingaggiata dai compagni accorsi per salvarlo. Raccolto gravemente ferito dai rabbiosi sicari che non volevano rinunziare alla loro vittima, veniva vilmente soppresso con un colpo alla nuca ed il suo cadavere, per estremo vilipendio, impiccato ed oltraggiato. Così nella piena giovinezza e nel pieno ardore della sua passione, assurgeva fra gli eroi una delle più nobili figure del movimento partigiano.[1]
— Calvene, 28 marzo 1945.

Marano Vicentino, paese natale, gli ha dedicato la piazza principale. Una lapide a Rovereto lo ricorda insieme a Guido Rampini, Otello Pighin, Bruno Pasino, Teresio Olivelli, Bernardo Castagneri, Bruno Bocconi e Francesco Besso.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Quirinale - scheda - visto 19 febbraio 2009

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]