Francesco Paolo Palomba

Francesco Paolo Palomba (Avigliano, 1779Napoli, 22 gennaio 1799) è stato un patriota e rivoluzionario italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La presa di castel Sant'Elmo del 1799

Appartenente ad una delle più importanti e ricche famiglie nobiliari della zona di Potenza, i suoi genitori erano Don Giustiniano Palomba e Donna Angela Maria Parrini. Venne così chiamato in onore del nonno paterno, il nobiluomo Don Giovanni Francesco Palomba. Si avvicinò giovanissimo alle idee illuministe e alla Massoneria. Dopo aver frequentato gli ambienti più illuminati della sua città, entrando in rapporto con esponenti della massoneria (in particolare con il domenicano Girolamo Gagliardi, figura chiave della Libera Muratorìa aviglianese), intorno al 1792 Palomba si recò a Napoli, accompagnato dallo zio sacerdote Don Nicola, anch’egli massone e futuro commissario del Dipartimento del Bradano per la Repubblica napoletana, per frequentare gli studi di diritto, entrando in contatto, attraverso l’intercessione dello zio, con i nuclei patriottici radicali che facevano capo all’Accademia di Chimica di Carlo Lauberg e di Annibale Giordano. Il sodalizio, nato con l'intento di sviluppare studi scientifici che non trovavano ancora spazio sufficiente nelle università, era diventato un centro di cospirazione contro il governo borbonico.

In questo ambiente venne preparata una rivolta giacobina per il 1794, sventata in anticipo dalla polizia. Numerosi furono gli arresti e tre cospiratori vennero condannati a morte. Palomba, sfuggito alle indagini, continuò a tessere la rete clandestina rivoluzionaria. All'arrivo delle truppe francesi del generale Championnet nel 1799 partecipò attivamente all'insurrezione repubblicana e cadde, assieme al coetaneo Antonio Moscadello di Trani, nei combattimenti a Castel Sant'Elmo contro il popolo minuto che si opponeva alla cacciata del sovrano. Prima di morire, colpito da una fucilata da parte di uno dei ‘lazzari’, Palomba fece in tempo a innalzare il vessillo repubblicano.

Il giorno dopo ci fu la solenne proclamazione della Repubblica Napoletana, e il patriota Domenico Forges Davanzati, nominato membro del governo provvisorio, spese parole d’encomio per l’estremo sacrificio del giovane, ottenendo di elevare a sue spese una colonna al largo del castello in onore dell’aviglianese, e di altri patrioti deceduti, su cui si doveva incidere un'iscrizione che così diceva:

«Alla libertà.

Ad Emmanuele De Deo di Minervino
primo martire della libertà
morto sotto la scure ingiusta
di Ferdinando il tiranno.

Ad Antonio Moscadelli di Trani
A Francesco Paolo Palomba di Avigliano
entrambi nel numero di coloro
che presero il forte Sant'Elmo
e piantarono il vessillo tricolore
morti combattendo alla testa
delle legioni francesi.»

«A Francesco Pepe di Acquaviva
membro del governo provvisorio
ucciso vicino a Bari.

E ad Andrea Serrao di Filadelfia
vescovo di Potenza
che innalzò di sua mano l'albero della repubblica
e che cadde gridando viva la libertà.

La patria libera finalmente
nella riconoscenza erige e consacra.»

Questa colonna non fu mai realizzata a causa della breve esistenza della Repubblica Napoletana. Una lapide a Castel Sant’Elmo ricorda il gesto eroico del giovane Palomba[1].

Albero genealogico[modifica | modifica wikitesto]

Stemma della famiglia Palomba
 Consalvo
XIII secolo
Cavaliere
 
 
 
Palomba di Napoli
 
 
 Signore Don Antonello
-1451
 
 
 
Palomba di Napoli e poi di Avigliano
 
 
 Magnifico Don Giovanni
-1537
Notaio
 
 
 Magnifico Don Giovanni
-1555
 
 
 Magnifico Don Marco Antonio
 
 
 Magnifico Don Giovanni
Dottore in utroque jure e Consultore del Vescovo di Muro
 
 
 Magnifico Don Cesare
Notaio
sp. Vittoria De Carluccio
2 ⚭ Clementia Martinelli
 
                
 Magnifico Don Giovanni Battista
1648-1712
Notaio
1 ⚭ Caterina Coviello
sp. Isabella Gagliardi
Giuseppe Mattia
1631
sp. Camilla Coviello
Beatrice Laura
1633
Reverendo Don Carlo Gennaro
1634
sacerdote
Laura Ippolita
1636
Barbara Benedetta
1641
Caterina Beatrice
1642
sp. Giuseppe Colangelo
Marco Antonio
1644
sacerdote
Beatrice Monica
1646
Angelo Innocenzio
1650
Iacono Filippo Francesco
1653
Gaetano Andrea Eligio
1655
Anna Crescenzia
1658
Iacono Tommaso
1660
Francesco Domenico
1663
Barbara

sp. Don Domenico Guglielmo, dottore in utroque jure
 
         
 Magnifico Don Nicola Francesco
1686-?
Dottor Fisico
sp. Maria Camilla Ruoti
Clemenza Ippolita Antonia
1669
sp. Don Francesco Gagliardi
Cesare Antonio Francesco
1671
Barbara Antonia
1673
Pietro Luca Antonio
1674
Nicola Antonio
1682
Nicola Antonio Vito
1684
Stanislago Vito Antonio
1687
Gianfrancesco Bartolomeo
1691
 
   
 Giovanni Francesco
1719-?
Nobile vivente
sp. Orsola Pacifico
Emanuele
1725
Avvocato
Alessandro
1723
Sacerdote
 
         
Raffaele
c. 1740-?
Maria Gerarda
1742-?
Caterina Dorotea
1743-?
Nicola
1746-1799
Sacerdote, politico e generale rivoluzionario
Vincenzo
1749-?
Giustiniano
1751-1800
Avvocato e politico giacobino
sp. Angela Maria Parrini
Gennaro
1751-1828
Sacerdote e rivoluzionario
Pasquale
Domenica Vincenza
 
         
 Giuseppe
1776-1799
Avvocato, rivoluzionario e martire della Repubblica Napoletana
Francesco Paolo
1779-1799
Rivoluzionario e martire della Repubblica Napoletana
Raffaele
1780-1799
Rivoluzionario e martire della Repubblica Napoletana
Antonio Maria Emanuele
1781-1814
sp. Maria Giuseppa Cubelli
Amalia
c.1791-?
sp. Canio Manfredi
 Nicoletta
c.1793-1838
sp. Francesco Telesca
Angelo Maria
Nicola
Maria Teresa Rafaele
1795
  
     
 Luigi
1811→1889
Nicola
1807
Antonio
Angela Maria Telesca
1818-1890
sp. Don Raffaele Tasca
Domenico Antonio Telesca
1838
  
  
 Palomba di Napoli
 Salvatore Vincenzo Giulio Teodoro Ferdinando Tasca
1851
Segretario Comunale Capo di Ruvo del Monte, Rapolla e Melfi
sp. Lucietta Telesca

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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