Forte Bravetta

Forte Bravetta
Campo Trincerato di Roma
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
CittàRoma
Coordinate41°52′01.21″N 12°25′28.03″E / 41.867003°N 12.424453°E41.867003; 12.424453
Mappa di localizzazione: Roma
Forte Bravetta
Informazioni generali
Stileprussiano
Costruzione1877-1883
Proprietario attualeRoma Capitale
Informazioni militari
UtilizzatoreRegno d'Italia
Funzione strategicaDifesa di Roma
Termine funzione strategica1919
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Il Forte Bravetta è uno dei 15 forti di Roma, edificati nel periodo compreso fra gli anni 1877 e 1891.

Si trova nel suburbio S. VIII Gianicolense, nel territorio del Municipio Roma XII.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Martiri di Forte Bravetta.
Chiesa Santa Chiara vista dal Parco dei Martiri di Forte Bravetta

Fu costruito a partire dal 1877 e terminato nel 1883, su una superficie di 10,6 ha, verso la fine di via di Bravetta, dalla quale prende il nome, fra la via Aurelia e la via Portuense, a poca distanza da Villa York e Casal Ninfeo nella Riserva naturale della Valle dei Casali, sui resti della villa romana di L. Fabio Pollione.

Durante il periodo fascista fu adibito a luogo di esecuzione delle sentenze di morte del Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Il 17 giugno 1932 vi vennero fucilati il repubblicano Domenico Bovone e l'anarchico Angelo Sbardellotto, rei di aver progettato attentati alla vita di Mussolini.[1]
Fra l'11 ottobre 1943 e il 3 giugno 1944, nel periodo dell'occupazione tedesca di Roma furono eseguite, per ordine del Tribunale militare di Guerra germanico e per mano della Gestapo di Herbert Kappler le fucilazioni di settantasette partigiani.[2] Un monumento, posto accanto l'ingresso del forte, ricorda i martiri della Resistenza.

Tra il 1944 e il 1945 vi furono fucilati anche dei fascisti condannati a morte dall'Alta corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo.

In data 9 settembre 2009 il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha inaugurato in questo luogo il "Parco dei Martiri", un nuovo giardino comunale di dieci ettari aperti al pubblico, consacrato alle vittime del nazifascismo. Nel corso della cerimonia è stato piantato un ulivo simbolo di pace donato dal Fondo Nazionale Ebraico e proveniente da Gerusalemme.

In occasione della riapertura al pubblico avvenuta nel giugno 2011, si è ricordata la decisione di instaurare negli edifici del forte un "Museo della Memoria".

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dell'Osa, p. 104.
  2. ^ Augusto Pompeo, Elenco dei caduti.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Autori vari (a cura di), Operare i forti. Per un progetto di riconversione dei forti militari di Roma, Roma, Gangemi Editore, 2010, ISBN 978-88-492-1777-3.
  • Elvira Cajano, Il sistema dei forti militari a Roma, Roma, Gangemi Editore, 2006, ISBN 978-88-492-1057-6.
  • Michele Carcani, I forti di Roma, Roma, Voghera Carlo tipografo di S.M., 1883.
  • Giorgio Giannini, I forti di Roma, Roma, Newton Compton Editori, 1998, ISBN 978-88-8183-895-0.
  • Augusto Pompeo (a cura di), Forte Bravetta 1932-1945. Storie memorie territorio (RTF), Roma, 2000.
  • Augusto Pompeo, Forte Bravetta. Una fabbrica di morte dal fascismo al primo dopoguerra, Roma, Odradek, 2012, ISBN 978-88-96487-21-1.
  • Pablo Dell'Osa, Il tribunale speciale e la presidenza di Guido Cristini 1928-1932), Milano, Mursia, 2017, ISBN 978-88-425-5162-1.

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