Flosi Þórðarson

Flosi Þórðarson (X o XI secolo), noto anche come Brennu-Flosi (Flosi l'Incendiario) è un personaggio stori presente nella saga di Njáls.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Flosi Þórðarson era un sovrano e capo del clan Svínfellingar, vissuto a Svínafell ad Öræf nel X secolo. Nacque nel 965 come figlio di Thord Freysgod, figlio di Ossur e di Ingunnar, Il fratellastro del suo fratellastro era Starkaður Þórðarson, padre di Hildigunn Starkaðardóttir, precedentemente sposata con Hauskuld e poi con Kári Sölmundarson.

L'Incendio di Bergþórshvoll[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'uccisione di Hoskuld da parte dei figli di Njal, Kari e Mörður Valgarðsson, Flosi si rese conto della necessità di vendicarsi. Radunò un grande esercito e nella fine dell'estate del 1011, attaccò e diede fuoco a Bergþórshvoll, ordinando l'evacuazione delle donne e dei bambini. Bergthora, moglie di Njal, rifiutò di uscire, e molte persone morirono nell'incendio, inclusi Thord, figlio di Kári, e suoi nonni.

Esilio[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'incendio, Flosi cercò supporto tra i goði, ottenendo alleati importanti. Tuttavia, l'Althing islandese, il più antico parlamento del mondo, lo condannò a un esilio di tre anni nel 1012. Questa sentenza rifletteva l'importanza dell'Althing nella risoluzione delle dispute e nel mantenimento dell'ordine nella società vichinga. L'esilio di Flosi, una figura influente e capo clan, aveva significative implicazioni politiche, evidenziando come anche i capi potenti fossero soggetti alle leggi e alle decisioni dell'Althing. Durante questo periodo, Flosi avrebbe perso non solo il suo status politico, ma anche l'accesso alle sue risorse e influenze in Islanda, un duro colpo per chiunque in una società dove il prestigio e il potere erano di cruciale importanza. L'esilio, oltre a essere una punizione, era anche un mezzo per prevenire ulteriori violenze e faide, consentendo alla comunità di ripristinare l'equilibrio. Inoltre, riflette il passaggio dalla vendetta personale a una forma di giustizia più collettiva e organizzata, elemento fondamentale nel processo di cristianizzazione e civilizzazione della società islandese di quel tempo.

L'esilio, oltre a essere una punizione, era anche un mezzo per prevenire ulteriori violenze e faide, consentendo alla comunità di ripristinare l'equilibrio. Inoltre, riflette il passaggio dalla vendetta personale a una forma di giustizia più collettiva e organizzata, elemento fondamentale nel processo di cristianizzazione e civilizzazione della società islandese di quel tempo.

Questo periodo di esilio di Flosi può anche essere visto come un momento di riflessione e possibile trasformazione personale, un tema comune nelle saghe nordiche, dove i personaggi affrontano prove e tribolazioni che li portano a cambiare o rafforzare il loro carattere.

Riconciliazione e ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Flosi e Kári Sölmundarson si riconciliarono successivamente, culminando nel matrimonio di Kári con Hildigunni Starkaðardóttir. In tarda età, Flosi intraprese un viaggio commerciale in Norvegia. Nonostante gli avvisi sulla non idoneità della sua nave, insistette per salpare, ma la nave affondò, portando alla sua scomparsa e probabile morte.

Codice d'Onore e Rivalità[modifica | modifica wikitesto]

Nella saga, Flosi è ritratto come un uomo d'onore, rispettoso del codice vichingo, che includeva la vendetta come un dovere morale. La sua ammirazione per Kári Sölmundarson, un altro guerriero fedele alle sue convinzioni, è evidente quando Flosi elogia Kári per la sua fedeltà al codice d'onore.

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Dopo l'incendio, Flosi cercò supporto tra i goði, ottenendo alleati importanti. Tuttavia, l'Althing islandese lo condannò a un esilio di tre anni nel 1012. La sua storia si conclude con un viaggio in mare, intrapreso in tarda età, da cui non fece ritorno.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. Íslendingabók og Landnámabók (1968), Jakob Benediktsson, 1907-., (1 volume in 2 parts. Reykjavík, Iceland: Íslenzka Fornritafélag, 1968), FHL book 949.12 H2bj., vol. 1, pt. 2, p. 382, 381, Tables 15, 18.
  2. Njáls saga: the Arna-Magnæan manuscript 468, 4.º (Reykjabók) (1962), (Copenaghen: Ejnar Munksgaard, c1962), FHL book 949.12 B4m v. 6., pt. 1, 95, 97, 101, 109, 111, 115-119, 121-139, 141-147, 149-151, 153-155, 157-159.
  3. Saga de Njal, capitoli vari: 95, 90-130, 145, 147, 151, 155, 159.
  4. Islenzkar æviskrár frá landnámstímum til ársloka 1940 (1948-1976), Páll Eggert Ólason, Jón Guðnason, and Ólafur Þ. Kristjánsson, (6 volumes. Reykjavík: Hid Íslenzka Bókmenntafélags, 1948-1952, 1976), FHL book 949.12 D3p., vol. 2, p. 17; vol. 3, p. 365.
  5. Flóamanna saga (1948), Valdimar Ásmundsson, (Salt Lake City, Utah: Filmet av the Genealogical Society of Utah, 1948), FHL film 73,227 Item 4., pt. 2, p. 9.
  6. Ljósvetninga saga (1948), Valdimar Ásmundsson, (Salt Lake City, Utah: Filmet av the Genealogical Society of Utah, 1948), FHL film 73,226., pt. 2, p. 15.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • The 14th International Saga Conference, Uppsala, 9th–15th August 2009, edited by Agneta Ney, Henrik Williams and Fredrik Charpentier Ljungqvist (Gävle University Press, 2009) Vol. 1 ISBN 978-91-978329-0-8
  • Anónimo (2003) Saga de Nial, (trad.) Enrique Bernárdez, Siruela Ediciones, Madrid, España, ISBN 8478447245; ISBN 9788478447244 (en español)