Fleroxacina

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Fleroxacina
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC17H18F3N3O3
Massa molecolare (u)369,34 g/mol
Numero CAS79660-72-3
Numero EINECS677-525-2
Codice ATCJ01MA08
PubChem3357
DrugBankDB04576
SMILES
CN1CCN(CC1)C2=C(C=C3C(=C2F)N(C=C(C3=O)C(=O)O)CCF)F
Dati farmacologici
Modalità di
somministrazione
Orale
Dati farmacocinetici
Emivita9 -12 ore
Indicazioni di sicurezza
Frasi H---
Consigli P---[1]

La fleroxacina è una molecola che appartiene alla classe dei chinoloni di terza generazione. Viene utilizzata nel trattamento delle infezioni delle vie urinarie e delle vie respiratorie.

Farmacodinamica[modifica | modifica wikitesto]

La molecola è dotata di un ampio spettro di azione e risulta efficace verso un'ampia gamma di batteri Gram–positivi e Gram–negativi. Come tutti i chinoloni la fleroxacina agisce inibendo in modo selettivo i due tipi di enzima topoisomerasi, la DNA–girasi (conosciuta anche come topoisomerasi II) e la topoisomerasi IV interrompendo così la replicazione delle molecole dell'acido deossiribonucleico nella cellula batterica.[2][3][4]
Fleroxacina è attiva contro diversi batteri Gram-positivi e Gram-negativi. Risulta particolarmente attiva contro Shigella species, Salmonella sp., Escherichia coli, Branhamella catarrhalis, Haemophilus influenzae, Neisseria gonorrhoeae, Yersinia enterocolitica, Serratia marcescens, Staphylococcus aureus, Pseudomonas aeruginosa.[5][6]

Farmacocinetica[modifica | modifica wikitesto]

La fleroxacina a seguito di somministrazione per os presenta una buona biodisponibilità: la molecola è infatti facilmente assorbita dal tratto gastroenterico e rapidamente vengono raggiunte elevate concentrazioni plasmatiche e nei tessuti biologici. In molti fluidi e tessuti corporei le concentrazioni di fleroxacina sono sostanzialmente sovrapponibili a quelle che si riscontrano nel plasma, ma nella bile, nelle secrezioni nasali, nel liquido seminale, nel polmone e nella mucosa bronchiale nelle ovaie, le concentrazioni della molecola possono raggiungere livelli 2-3 volte superiori a quelli misurabili nel plasma. La fleroxacina ha un'emivita di eliminazione relativamente lunga (9-12 ore), che ne permette la monosomministrazione giornaliera.[7] Circa il 38 % di una dose somministrata per via orale viene escreta tramite l'emuntorio renale entro 48 ore. A ciò si aggiunge un 8.6% del metabolita N-demetil ed un 4.4% del metabolita N-ossidato. La fleroxacina può essere secreta nel latte materno delle donne che allattano al seno. Dal momento che i chinoloni possono indurre artropatia nei giovani animali, la somministrazione del composto a donne che allattano non è raccomandata.[8]

Usi clinici[modifica | modifica wikitesto]

La molecola trova indicazione nel trattamento della gonorrea e delle infezioni non complicate del tratto urinario, delle pielonefriti, delle infezioni delle basse vie respiratorie (comprese le riacutizzazioni di bronchiti croniche), della cute e dei tessuti molli, della febbre tifoide e delle enteriti batteriche, sostenute da germi sensibili ed in particolare da batteri gram negativi.[9][10]

Effetti collaterali[modifica | modifica wikitesto]

Nei pazienti in trattamento con il chinolone possono insorgere alcuni disturbi, in particolare a carico dell'apparato gastrointestinale e tra questi anoressia, dispepsia, epigastralgie, nausea, vomito, flatulenza, dolore addominale, diarrea. Comuni anche i disturbi a carico della cute (prurito, comparsa di orticaria e rash cutaneo, fototossicità e fotosensibilità)[11] e del sistema nervoso centrale (capogiri, cefalea, tremore, parestesia, alterazioni del senso del gusto e dell'odorato), disturbi di tipo psichiatrico (alterazione del ritmo sonno-veglia, stato d'ansia, depressione, allucinazioni e incubi notturni). Raramente è stata segnalata la comparsa di dispnea e tachipnea.[12][13] La fleroxacina può favorire l'insorgenza di convulsioni, probabilmente a causa di un'attività inibitoria sui recettori che legano il GABA.[14][15]

Controindicazioni[modifica | modifica wikitesto]

La fleroxacina è controindicata nei soggetti con ipersensibilità nota al principio attivo oppure ad altre molecole appartenenti al gruppo dei chinoloni. È inoltre controindicata nei pazienti in età pediatrica o nei ragazzi con meno di 18 anni di età. Nei bambini ed adolescenti è infatti concreto il rischio di danni alle cartilagini articolari di questi soggetti con organismi non ancora sviluppati e incompleto sviluppo scheletrico. Come altre molecole della classe dei chinoloni il composto può abbassare la soglia convulsiva, pertanto non deve essere somministrato a pazienti epilettici o con una storia personale di precedenti accessi convulsivi potendo favorire la comparsa di questi disturbi.

Dosi terapeutiche[modifica | modifica wikitesto]

Nei soggetti adulti in caso di infezioni non complicate delle vie urinarie o di gonorrea, il dosaggio abituale è di 200–400 mg una volta al giorno, preferibilmente la sera, in dose singola o talvolta multipla. Nelle infezioni non pneumococciche a carico delle vie respiratorie, della cute o dei tessuti molli, o in caso di infezioni complicate del tratto urinario o di febbre tifoide, enteriti batteriche o diarrea del viaggiatore la dose quotidiana, assumibile anche per via endovenosa oppure per via orale, sempre una volta al giorno, può essere pari a 400–800 mg/die.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sigma Aldrich; rev. del 18.05.2012
  2. ^ Asahina Y, Iwase K, Iinuma F, Hosaka M, Ishizaki T, Synthesis and antibacterial activity of 1-(2-fluorovinyl)-7-substituted-4-quinolone-3-carboxylic acid derivatives, conformationally restricted analogues of fleroxacin, in J. Med. Chem., vol. 48, n. 9, maggio 2005, pp. 3194–202, DOI:10.1021/jm0402061, PMID 15857125. URL consultato il 25 settembre 2014.
  3. ^ Yoshida H, Nakamura M, Bogaki M, Ito H, Kojima T, Hattori H, Nakamura S, Mechanism of action of quinolones against Escherichia coli DNA gyrase, in Antimicrobial Agents and Chemotherapy, vol. 37, n. 4, aprile 1993, pp. 839–45, PMC 187778, PMID 8388200. URL consultato il 26 settembre 2014.
  4. ^ Wolfson JS, Hooper DC, The fluoroquinolones: structures, mechanisms of action and resistance, and spectra of activity in vitro, in Antimicrobial Agents and Chemotherapy, vol. 28, n. 4, ottobre 1985, pp. 581–6, PMC 180310, PMID 3000292. URL consultato il 26 settembre 2014.
  5. ^ Chin NX, Brittain DC, Neu HC, In vitro activity of Ro 23-6240, a new fluorinated 4-quinolone, in Antimicrobial Agents and Chemotherapy, vol. 29, n. 4, aprile 1986, pp. 675–80, PMC 180465, PMID 3085584. URL consultato il 26 settembre 2014.
  6. ^ Hirai K, Aoyama H, Hosaka M, Oomori Y, Niwata Y, Suzue S, Irikura T, In vitro and in vivo antibacterial activity of AM-833, a new quinolone derivative, in Antimicrobial Agents and Chemotherapy, vol. 29, n. 6, giugno 1986, pp. 1059–66, PMC 180500, PMID 2942103. URL consultato il 26 settembre 2014.
  7. ^ Weidekamm E, Portmann R, Penetration of fleroxacin into body tissues and fluids, in Am. J. Med., vol. 94, 3A, marzo 1993, pp. 75S–80S, PMID 8452186.
  8. ^ Dan M, Weidekamm E, Sagiv R, Portmann R, Zakut H, Penetration of fleroxacin into breast milk and pharmacokinetics in lactating women, in Antimicrobial Agents and Chemotherapy, vol. 37, n. 2, febbraio 1993, pp. 293–6, PMC 187655, PMID 8452360. URL consultato il 26 settembre 2014.
  9. ^ Balfour JA, Fleroxacin. A review of its pharmacology and therapeutic efficacy in various infections, in Drugs, vol. 49, n. 5, maggio 1995, pp. 794–850, PMID 7601015.
  10. ^ Naber KG, Fleroxacin overview, in Chemotherapy, 42 Suppl 1, marzo 1996, pp. 1–9, PMID 8861529.
  11. ^ Kimura M, Kawada A, Kobayashi T, Hiruma M, Ishibashi A, Photosensitivity induced by fleroxacin, in Clin. Exp. Dermatol., vol. 21, n. 1, gennaio 1996, pp. 46–7, PMID 8689769.
  12. ^ Bowie WR, Willetts V, Jewesson PJ, Adverse reactions in a dose-ranging study with a new long-acting fluoroquinolone, fleroxacin, in Antimicrob. Agents Chemother., vol. 33, n. 10, ottobre 1989, pp. 1778–82, PMC 172754, PMID 2511802. URL consultato il 26 settembre 2014.
  13. ^ Geddes AM, Safety of fleroxacin in clinical trials, in Am. J. Med., vol. 94, 3A, marzo 1993, pp. 201S–203S, PMID 8452181.
  14. ^ Taga F, Kobayashi F, Saito S, Ooie T, Kawahara F, Uchida H, Shimada J, Hori S, Sakai O, Possibility for induction of convulsion by fleroxacin and its disposition in the central nervous system in animals, in Arzneimittel-Forschung, vol. 40, n. 8, agosto 1990, pp. 900–4, PMID 2173611.
  15. ^ Kimura M, Fujiyama J, Nagai A, Hirayama M, Kuriyama M, [Encephalopathy induced by fleroxacin in a patient with Machado-Joseph disease], in Rinshō Shinkeigaku = Clinical Neurology, vol. 38, n. 9, settembre 1998, pp. 846–8, PMID 10078039.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Manuale di malattie infettive e tropicali. Giampiero Carosi, Francesco Castelli, Herbert M Gilles, Franco Di Nola. PICCIN, 2000. ISBN 978-88-299-1509-5

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