Filippo D'Acquarone

Pierfilippo D'Acquarone, noto come Filippo D'Acquarone (New York, 26 gennaio 1957[1]), è un giornalista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a New York nel 1957, Pierfilippo è figlio del duca Luigi Filippo d'Acquarone e di sua moglie, la contessa Emanuela Castelbarco Pindemonte Rezzonico; suo nonno paterno fu il duca Pietro d'Acquarone, Ministro della Real Casa dal 1939 al 1944 e che nell'estate del 1943 fece da intermediario fra Vittorio Emanuele III e gli esponenti politici del prefascismo e oppositori del regime, al fine di rimuovere Benito Mussolini, nominare al suo posto un governo non fascista e concordare con le forze armate angloamericane la fine delle ostilità; sempre per parte di suo padre è inoltre discendente dei principi Pignatelli; sua nonna materna era invece Wally Toscanini,[2] figlia del celebre direttore d'orchestra Arturo, ed il suo prozio acquisito il celebre pianista Vladimir Horowitz. I suoi genitori si separano quando Filippo ha appena cinque anni e quindi si trasferisce a Roma al seguito della madre che intraprenderà una relazione con l'industriale lombardo Aldo Borletti; il padre, intrapresa l'attività di floricultore in Liguria, si risposò avendo altri due figli.

Inizialmente orientato al mondo della cinematografia e della regia, per merito della nonna Wally venne affiancato a Valerio Zurlini con l'intento di divenire suo aiuto regista, ma dopo il servizio militare decise di trasferirsi a vivere a New York. Qui intraprese la carriera giornalistica come corrispondente della Rai dagli Stati Uniti d'America, dove venne assunto da Antonello Marescalchi come documentarista. Quando la Abc venne acquistata da Arnoldo Mondadori Editore, tornò in Italia e sbarcò al TG4 di Rete 4 dove, sino al 2014, è stato il conduttore dell'edizione del telegiornale delle 11:30 e delle 14:00, alternandosi a Diletta Petronio, Marina Dalcerri, Giuliana Fiorentino, Donatella Di Paolo, Francesca Romanelli. Si è occupato in particolare di notizie provenienti dall'estero e di economia.[1]

Il giornalista ed opinionista Klaus Davi lo ha definito esponente di un giornalismo "colto, distinto, rassicurante".[3]

Matrimoni e discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Si sposò una prima volta con Antonella Gallarati Scotti, sua lontana cugina, figlia di Federico Gallarati Scotti e di Lavinia Taverna.

Dopo la separazione, si risposò con Elisabeth Dallimore Mallaby, meglio conosciuta come Spray Mallaby, componente della prima formazione de I Gatti di Vicolo Miracoli capitanata da Gianandrea Gazzola, da cui ha avuto una figlia, Viola Veronica D'Acquarone, in arte Veyl, musicista elettronica.[4]

Attualmente ha una relazione con Nicoletta Gemnetti della Radiotelevisione svizzera.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Luigi Filippo Acquarone, III conte d'Acquarone Pietro Acquarone, II conte d'Acquarone  
 
Maria Gabriella Landolina di Torrebruna  
Pietro d'Acquarone, I duca d'Acquarone  
Maria Pignatelli di Montecalvo Alfonso Pignatelli di Montecalvo  
 
Marianna Pandolfelli  
Luigi Filippo d'Acquarone, II duca d'Acquarone  
Cesare Trezza di Musella  
 
 
Maddalena Trezza di Musella  
Elena Sofia Knowles  
 
 
Pierfilippo d'Acquarone, III duca d'Acquarone  
Tomaso Castelbarco Visconti Simonetta, conte Giuseppe Castelbarco Visconti Simonetta, conte  
 
Edoarda Gallarati Scotti  
Emanuele Alberto Castelbarco Pindemonte Rezzonico, conte  
Maria Luigia Pindemonte Rezzonico Giovanni Luigi Pindemonte Rezzonico, marchese  
 
Maria Luigia Franza  
Emanuela Castelbarco Pindemonte Rezzonico  
Arturo Toscanini Claudio Toscanini  
 
Paola Montani  
Wally Toscanini  
Carla De Martini  
 
 
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Filippo d'Acquarone, su TGcom24, 31 agosto 2012. URL consultato il 21 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2012).
  2. ^ Costanzo l'indiscreto, in La Stampa.
  3. ^ vedi qui
  4. ^ Irene Vallone, La pronipote di Toscanini: lo tradisco con l'elettronica, in Libero, 29 marzo 2017. URL consultato il 3 maggio 2017.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]