Felice Sciosciammocca

Felice Sciosciammocca
Totò che interpreta Sciosciammocca
Lingua orig.Napoletano
AutoreEduardo Scarpetta
Interpretato da
Caratteristiche immaginarie
SpecieUmano
SessoMaschio
EtniaNapoletano

Felice o Feliciello Sciosciammocca è un personaggio immaginario del teatro napoletano creato da Eduardo Scarpetta.

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

"Sciosciammocca" in lingua napoletana sta ad indicare colui che sta a bocca aperta; letteralmente scioscia vuol dire soffia e 'mmocca equivale a in bocca: quindi respira a bocca aperta. Si tratta quindi di una persona che si meraviglia di tutto, credulona, di una ingenuità che arriva alla stupidità [1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La maschera di Felice Sciosciammocca fu reinventata da Eduardo Scarpetta[2], che si collocò, nella sua produzione teatrale, sulla scia del teatro dialettale di Antonio Petito (1822-1876), celebre interprete di Pulcinella, il quale a sua volta adottò in seguito anche il personaggio di Sciosciammocca. Lo stesso Antonio Petito scritturò Scarpetta conformando su di lui il personaggio di Felice Sciosciammocca che accompagnava Pulcinella nelle sue farse. Antonio Petito scrisse infatti per Scarpetta alcune farse fra cui le più note sono: "Feliciello mariuolo de 'na pizza" e "Felice Sciosciammocca creduto guaglione 'e n'anno".[3] «…[Scarpetta] riferì che da piccolo Pulcinella gli faceva paura in teatro, a causa del suo volto nero, e quindi verso la metà dell'Ottocento, quando diventa anche lui capocomico e fa un teatro autonomo, immediatamente sostituisce Pulcinella con questo Sciosciammocca.» [4]

Il Pulcinella di Petito: da contadino a cittadino[modifica | modifica wikitesto]

Il Pulcinella di Petito, in realtà, aveva già subito un'evoluzione: da rappresentante dello scemo del villaggio, vittima designata dei più furbi, aveva acquisito le caratteristiche di uomo di città e nel contempo un carattere arguto e insolente ma, soprattutto, dotato della furbizia istintiva del Pulcinella della Commedia dell'arte. «Pulcinella in teatro diventa un personaggio, e deve attenersi ormai ad una parte scritta, ad un copione. Privata del vivificante contatto diretto con il pubblico, la maschera assume sempre più caratteristiche stereotipate.»[5]

Da Pulcinella a Sciosciammocca[modifica | modifica wikitesto]

Eduardo e Pulcinella

Un'ulteriore evoluzione, dall'archetipo di Pulcinella, può considerarsi la maschera di Felice Sciosciammocca. Più esattamente, dovrebbe parlarsi di mezza maschera poiché, verso la fine del XIX secolo, il teatro napoletano si stava trasformando da teatro borbonico di maschera, a teatro di carattere. Pulcinella, infatti, rappresentava un mondo «facile e furbesco, nient'altro che questo, passione un tempo e frenesia di due plebi quella del trivio e quella della corte» [6] Un personaggio ormai anacronistico «simbolo di una plebe lazzarona e servile alleata con il vecchio potere» [7] che andava sostituito con uno più conforme alla nuova cultura unitaria. Nasce così un personaggio, un caratterista, come diremmo oggi, a tutto tondo, quello di Sciosciammocca, che rappresentava un tipo ben determinato e fisso sia nel costume di scena: un vistoso abito a quadretti molto usurato e di una misura più piccola del necessario come anche per il cilindro in bilico sulla testa, un papillon, un sottile bastoncino da passeggio, le scarpe esageratamente grandi.[8] Una tenuta che complessivamente ricorda molto da vicino quella di Charlot.[9] che nel linguaggio che imitava quello borghese[non chiaro]. Sciosciammocca è infatti un «piccolo borghese… studente povero… o figlio di famiglia viziato che non vuole studiare e corre appresso alle donne; ma talora è anche giovane di farmacia, scrivano, scarpaio, maestro di musica e di calligrafia».[10]

«[Sciosciammocca] maschera del piccolo borghese povero ma ambizioso, con il quale [Scarpetta] ha scalzato e spodestato Pulcinella, per realizzare un teatro adeguato a un pubblico che "voleva ridere" ma vedere attori e non maschere sul palcoscenico, attori ben vestiti che recitassero e non improvvisassero … La comicità deve nascere dall'ambiente, dalla situazione scenica, dal personaggio … Ma io credo di aver avuto le mie buone ragioni di averla cercata soprattutto nella borghesia dove essa zampilla più limpida e copiosa. La plebe napoletana è troppo misera, troppo squallida, troppo cenciosa per poter comparire ai lumi della ribalta e muovere il riso.[11]»

I due personaggi convissero in numerose commedie [12] dove Pulcinella, che ha abbandonato la volgarità del genere teatrale più antico, quello della recita a soggetto, rimane tuttavia l'espressione della cultura plebea napoletana contrapposta a quella medio-borghese di Sciosciammocca. Pulcinella ha conservato del passato la gestualità eccessiva e la platealità delle movenze, Sciosciammocca è più controllato nello sforzo di distinguersi proprio dalla prorompente personalità di Pulcinella. [13]


Da Sciosciammocca a Totò[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del personaggio fu reso popolare al grande pubblico dalle interpretazioni che Totò realizzò per il cinema: tre film, tutti a colori: Un turco napoletano (1953), Miseria e nobiltà (1954) e Il medico dei pazzi (1954). In effetti, però, Totò, con la sua maschera, sovrastò interamente il personaggio di Sciosciammocca, di cui rimane semplicemente il nome, sostituito nelle caratteristiche originali dall'arte scenica di Totò.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tiziana Carpinelli, La grande comicità nasce dal dolore (2003)
  2. ^ Il personaggio nella versione di Scarpetta apparve per la prima volta nella sua commedia Miseria e nobiltà nel 1887 (Fiorenza Di Franco, Eduardo De Filippo, Gremese Editore, 2000, p. 175)
  3. ^ Eduardo Scarpetta sito ufficiale, su eduardoscarpetta.it. URL consultato il 12 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2015).
  4. ^ Tiziana Carpinelli, Op. cit. ibidem
  5. ^ Pulcinella e la sua Maschera
  6. ^ Giorgio Arcoleo, Un filosofo in maschera, Studi e profili con prefazione di Giuseppe Antonio Borgese, vol. I, Milano, Mondadori, 1929 (in Guido Nicastro, Sogni e favole io fingo: gli inganni e i disinganni del teatro tra Settecento e Novecento, Rubbettino Editore, 2004, p.220
  7. ^ G. Nicastro, Op. cit. ibidem
  8. ^ Fiorenza Di Franco, Op. cit. p. 242
  9. ^ Eduardo De Filippo presenta 'Quattro commedie' di E. e V. Scarpetta, Torino, Einaudi, 1974 p.3
  10. ^ Guido Nicastro, Sogni e favole io fingo: gli inganni e i disinganni del teatro tra Settecento e Novecento, Rubbettino Editore, 2004, p.220
  11. ^ E. Scarpetta, Cinquant'anni di palcoscenico, Napoli, 1922, pp. 260 sgg.
  12. ^ Eduardo Scarpetta, Gli esordi, su eduardoscarpetta.it. URL consultato il 12 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2015).
  13. ^ Eduardo De Filippo (1900-1984), che interpretò il personaggio di Sciosciammocca, vestì spesso anche i panni di Pulcinella, soprattutto all'inizio di carriera quando lavorava con il padre Eduardo Scarpetta. Nel settembre 1958, per inaugurare la stagione del Piccolo Teatro di Milano, mise in scena un felice adattamento della commedia di Pasquale Altavilla Pulcinella in cerca della sua fortuna per Napoli

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Eduardo Scarpetta, Il teatro di Scarpetta, Napoli, Bellini, 1990;
  • Eduardo Scarpetta, Cinquant'anni di palcoscenico: memorie; introduzione di Renato Carpentieri; prefazione di Benedetto Croce, Roma, Savelli, 1982;
  • Maria Scarpetta, Felice Sciosciammocca mio padre, Napoli, Morano, 1950;
  • Mario Mangini, Eduardo Scarpetta e il suo tempo; prefazione di Eduardo De Filippo, Napoli, Montanino, 1961;
  • Eduardo De Filippo, Quattro commedie di Eduardo e Vincenzo Scarpetta, Torino, Einaudi, 1974;
  • Giovanni Antonucci, Eduardo De Filippo: introduzione e guida allo studio dell'opera eduardiana - storia e antologia della critica, Firenze, 1981;
  • Emma Giammattei, Eduardo De Filippo, Firenze 1983;
  • Andrea Bisicchia, Invito alla lettura di Eduardo De Filippo, Milano, 1982.
  • Antonio Pizzo, "Scarpetta e Sciosciammocca. Nascita di un buffo", Roma, Bulzoni, 2009;
  • Mariano d'Amora, A History Of Neapolitan Drama in the Twentieth Century, Cambridge Scholars Publishing, New CAstle, 2016.

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