Faubourg

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Faubourg (fo.buːʁ) è una parola del francese arcaico traducibile approssimativamente in italiano con sobborgo[1] (per i quali nel francese moderno si usa adesso la parola banlieue). La sua forma più antica è forsbourg, che deriva dal latino foris (fuori) e dalla parola volgare (originariamente germanica) burgus ("città" o "fortezza")[1]. Tradizionalmente, il nome veniva attribuito a un'agglomerazione, popolata per lo più da mercanti[2], che si forma intorno a una strada che conduce fuori da una città attraverso una porta[1], e in genere prendeva il nome della strada corrispondente all'interno della città[3]. Visto che le città si trovavano spesso in cima a una collina (a scopo difensivo), i faubourg si trovavano spesso più in basso, e proprio da questa tendenza deriva il termine italiano "suburbio" o "sobborgo" (dal latino sub, sotto, e urbs, città).

I faubourg sono spesso considerati predecessori dei sobborghi moderni, nei quali si trasformarono fra gli anni cinquanta e sessanta del XX secolo. La differenza fra i due modelli è data principalmente dalla densità abitativa. Oltre a molte città francesi, i faubourg sono presenti in Québec e nella città di New Orleans.

I faubourg a Parigi[modifica | modifica wikitesto]

I faubourg erano molto diffusi a Parigi all'inizio del XVII secolo[4]. Nel 1860 il Barone Haussmann cancellò le tracce dei vecchi faubourg, assorbendoli e portando alla coniazione del termine banlieue. Molte strade di Parigi hanno conservato l'antica denominazione: oggi è possibile individuare i confini della città precedenti alle trasformazioni haussmaniane individuando i punti in cui il nome delle strade cambia da rue a rue du faubourg. Ad esempio, la rue du Faubourg Saint-Germain si trovava fuori dalle mura della città ed era l'estensione della rue Saint-Germain oltre le mura. Allo stesso modo nacquero la rue du Faubourg Saint-Honoré, la rue du Faubourg Saint-Martin e diverse altre[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Faubourg, in Treccani. URL consultato il 24 agosto 2012.
  2. ^ Henri Pirenne, Storia economica e sociale del Medioevo, Newton Compton, 2012, ISBN 9788854138834. URL consultato il 24 agosto 2012.
  3. ^ Bianca Bibi, Cartouche, Rubbettino, 2010, ISBN 9788849827422. URL consultato il 24 agosto 2012.
  4. ^ a b Francesco Ramella (a cura di), Trasporti e infrastrutture. Un'altra politica è possibile, IBL Libri, 2011, pagina 82, ISBN 9788864400426. URL consultato il 24 agosto 2012.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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