Famiglio (spirito)

Una strega che nutre i suoi famigli, da una stampa inglese del 1579

Nella tradizione religiosa popolare il famiglio è uno spirito maligno,[1] generalmente un demone minore, che funge da servitore delle streghe,[2] e da cui derivano le storie di superstizione per i gatti neri o per i gufi, ritenuti posseduti da uno di essi.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La pozione d'amore, di Evelyn De Morgan (1903), in cui è raffigurato un famiglio nelle sembianze di un gatto nero ai piedi della strega.

Si riteneva che i famigli potessero assumere l'aspetto non soltanto di gatti e gufi, ma anche di altri animali come corvi, cornacchie, civette, rospi, furetti, ecc.[1]

La strega, per tradizione, poteva ricevere un famiglio direttamente dal diavolo.[3] In occasione delle cacce alle streghe occorse nel Medioevo e nel Rinascimento, molti di questi animali, tra cui in particolare i gatti, essendo ritenuti di origine diabolica vennero sterminati, soprattutto in Scozia ed Inghilterra. Ne derivò una maggiore proliferazione di topi, spesso portatori di peste.[4]

Non sempre tuttavia ai famigli era attribuita una pessima fama, anzi in alcuni luoghi della Germania potevano essere considerati amichevoli in quanto assistenti di persone particolarmente sagge, come i maghi o le guide spirituali delle comunità.[5]

Per la loro capacità di presentire i pericoli o gli eventi funesti, potevano essere usati a scopi scaramantici e protettivi contro malocchi e malattie, oppure come catalizzatori nei rituali di magia, oltre che in tutte le forme di divinazione. Tramite un incantesimo il loro spirito poteva anche essere racchiuso dentro bottiglie, anelli o pietre, ed evocato al momento opportuno.[6]

Oltre che in Europa, i famigli esistevano anche in diverse parti del mondo come testimoniato da varie tradizioni popolari: in Nuova Guinea gli stregoni o sciamani utilizzano il serpente, in Malaysia il gufo.[7]

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Nel Faust di Goethe vengono descritti i famigli di una strega, incaricata da Mefistofele di preparare una pozione in grado di ridare la gioventù al protagonista: essi hanno le sembianze di Gatti Mammoni, e vivono in una fucina di filtri magici.[8]

Nei libri di Carlos Castaneda, i due stregoni principali presso cui lo scrittore svolge il proprio apprendistato appaiono assistiti da due spiriti animaleschi ciascuno, denominati «alleati», e contenuti nella loro «zucca del potere»: quelli di don Juan erano capaci di tramutarsi in un famelico coyote ed un grosso macigno scuro imprecisato; quelli di don Genaro in un gigantesco giaguaro ed un essere alto e secco dalle fattezze umane.[9]

Anche tra i personaggi di Walt Disney, un esempio di famiglio è il corvo della strega Amelia, di nome Gennarino.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Peter Underwood, Dentro l'Occulto, pag. 142, trad. it. di Franca Galli, Sperling & Kupfer, 1973.
  2. ^ Lisa Morton, Fantasmi: una storia di paura, trad. it. di Carlo Braccio, Il Saggiatore, 2020.
  3. ^ Francesca Matteoni, Il famiglio della strega: sangue e stregoneria nell'Inghilterra moderna, Aras edizioni, 2014.
  4. ^ Armando Maraucci, Nessuno è innocente, pag. 145, Lampi di Stampa, 2013.
  5. ^ Armando Maraucci, op. cit., ivi.
  6. ^ Armando Maraucci, op. cit., ivi.
  7. ^ Armando Maraucci, op. cit., pag. 146.
  8. ^ Andrea Casalegno, "Faust", prima parte della tragedia, su rodoni.ch, vv. 2337-2604, marzo 2018.
  9. ^ Carlos Castaneda, Il secondo anello del potere, cap. III, Milano, Rizzoli, 1978.
  10. ^ Eve Blissett, Amelia o dell'esoterismo in Topolino, su webcache.googleusercontent.com, 31 ottobre 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesca Matteoni, Il famiglio della strega: sangue e stregoneria nell'Inghilterra moderna, Aras edizioni, 2014.

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