Epirogenesi

Grove Karl Gilbert

In geologia l'epirogenesi è un processo isostatico che alza o abbassa lentamente le zone continentali, esibendo ampie lunghezze d'onda e scarsi piegamenti oltre a vaste ondulazioni.[1] Le vaste parti centrali dei continenti sono chiamate cratoni e costituiscono regioni epirogeniche.[2]

Il movimento può essere di subsidenza verso il, o di sollevamento dal, centro della Terra. Il movimento è causato da una serie di forze che agiscono lungo il raggio della Terra, come quelle che contribuiscono all'isostasia e alla formazione di faglie nella litosfera. In generale i movimenti epirogenici risultano nelle zone costiere in trasgressioni marine, dove il dominio continentale sta affondando, e in regressioni marine quando il continente si solleva. Un esempio di processo epirogenico è fornito dal sollevamento post-glaciale della Scandinavia, del Canada e del nord degli Stati Uniti. Si associano all'epirogenesi alcuni dei terremoti che si verificano all'interno delle placche tettoniche e la cui entità è generalmente da bassa a moderata.

Il movimento epirogenico può essere permanente o transitorio. Il sollevamento transitorio può verificarsi su un'anomalia termica dovuta a una convezione anomalmente calda del mantello, e che scompare quando la convezione declina. Il sollevamento permanente può verificarsi quando materiale igneo è iniettato nella crosta, e il sollevamento circolare o ellittico (cioè, senza piegamenti) su un ampio raggio (decine di migliaia di km) è caratteristico di un pennacchio del mantello.[3][4]

I movimenti epirogenici hanno causato il sollevamento della regione delle Montagne Rocciose meridionali da 1.300 a 2.000 m a partire dall'Eocene. Questo fenomeno seguì ed è distinto dalla creazione delle Montagne Rocciose durante l'orogenesi laramide tra il Tardo Cretaceo e il Primo Cenozoico. Il sollevamento è interpretato come dovuto al riscaldamento litosferico risultante dall'assottigliamento e dall'intrusione di diffusi batoliti di densità relativamente bassa nel Terziario Medio.[5]

Il termine epirogenesi è stato coniato nel 1886 dal geologo statunitense Grove Karl Gilbert (1843 - 1918) sul calco delle parole greche epeiros (continente) e genesis (nascita). Nello spirito di Gilbert, si oppone ad orogenesi, che denota tutti i processi che portano alla costruzione di catene montuose, e che danno origine a terremoti più frequenti e spesso violenti.

Diversamente dal movimento epirogenico, il movimento orogenico è infatti una deformazione più complessa della crosta terrestre, associata all'assottigliamento crostale e in particolare alla convergenza delle placche tettoniche. Tale convergenza delle placche forma cinture orogeniche che sono caratterizzate "dal piegamento e dal fagliamento di strati di roccia, dall'intrusione di magma e dal vulcanismo".[6][7]

L'epirogenesi è un processo differente anche dall'eustatismo: anche i processi eustatici sono caratterizzati da trasgressioni e regressioni marine, ma queste variazioni del livello del mare sono attribuite alle variazioni del volume delle acque dei mari e degli oceani, e non a lenti spostamenti di materiale crostale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Arthur Holmes e Doris L. Holmes, Holmes principles of physical geology, 4ª ed., Taylor & Francis, 2004, p. 92, ISBN 0-7487-4381-2.
  2. ^ Richard J. Huggett, Fundamentals of geomorphology, Routledge, 2003, p. 76, ISBN 0-415-24146-4.
  3. ^ AMC Şengör, Elevation as an indicator of mantle-plume activity, in Richard E. Ernst, Kenneth L. Buchan (a cura di), Mantle plumes: their identification through time, Geological Society of America, 2001, p. 215, ISBN 0-8137-2352-3.
  4. ^ SP Holford et al., Neogene exhumation in the Irish Sea area, in Howard Johnson et al. (a cura di), The nature and origin of compression in passive margins, Geological Society, 2008, p. 112, ISBN 1-86239-261-7.
  5. ^ Gordon P. Eaton, Epeirogeny in the Southern Rocky Mountains region: Evidence and origin, in Geosphere, vol. 4, n. 5, ottobre 2008, pp. 764–784, DOI:10.1130/GES00149.1.
  6. ^ Frank Northen Magill, Magill's survey of science: Earth science series, Volume 5, Salem Press, 1990, p. 2498, ISBN 0-89356-611-X.
  7. ^ Robert J. Twiss, Eldridge M. Moores, Structural geology, 2ª ed., Macmillan, 1992, p. 217, ISBN 0-7167-2252-6.
    «Orogenic belts are all characterized by a number of fold systems. [Le cinture orogeniche sono caratterizzate tutte da numerosi sistemi di pieghe.]»

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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