Enzo Mastropietro

Enzo Mastropietro detto Enzetto (Roma, 14 giugno 1956) è un mafioso italiano, ed esponente dell'organizzazione mafiosa romana Banda della Magliana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Frequentatore dell'ambiente malavitoso dei quartieri romani del Trullo e della Magliana, il primo reato a suo carico, una rapina, risale addirittura al 1971. Fin da giovane si unisce alle batterie dedite alle rapine che gravitano attorno alla figura del boss Maurizio Abbatino, del quale è cognato.[1]

Nel 1977 entra a far parte del nucleo storico della Banda della Magliana, coinvolto nel progetto criminale dallo stesso Abbatino. Nella suddivisione del territorio per lo smercio della droga insieme ad Abbatino e altri controllò le zone Eur, Magliana e Monteverde.

Nel febbraio del 1979 una retata notturna porta in carcere, con l’accusa di sequestro di persona e riciclaggio, 29 persone tra cui Abbatino, Giuseppucci, Toscano, Mastropietro, Danesi e D’Ortenzi ma tutti nel giro di poco vengono rimessi in libertà. Solo con il pentimento di Abbatino si arriverà a una svolta per l’omicidio Grazioli con il processo del 1995.[2]

In seguito alle dichiarazioni del pentito Abbatino, nel maxiprocesso contro la Banda, la Prima corte di Assise di Appello, il 27 febbraio del 1998 viene condannato a 30 anni di reclusione.[3]

Dopo una lunga latitanza, il 14 luglio 1999, viene catturato a Ibiza, mentre si preparava a partire per il Sud America.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bianconi, 2005, p. 25.
  2. ^ Raffaella Fanelli, I segreti della Magliana, in La verità del Freddo, 1ª ed., Milano, Chiarelettere, 2018, pp. 122-128, ISBN 9788832960389.
  3. ^ Lievi riduzioni di pena per la banda della Magliana, in Il Corriere della Sera, 28 febbraio 1998. URL consultato il 6 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  4. ^ Catturato a Ibiza boss della Magliana latitante da mesi, in Il Corriere della Sera, 15 luglio 1999. URL consultato il 12 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]