Emidio Piermarini

Emidio Piermarini (Nereto, 27 marzo 1888Roma, 11 aprile 1969) è stato un poeta, scrittore e bibliotecario italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Iscritto alla Università di Bologna, successivamente si sposta a Pisa e a Napoli, dove si laurea nel 1910. Professore di italiano in diverse città, tra cui Perugia e Messina, in seguito a una grave malattia viene comandato, dal 1926, alla Biblioteca Nazionale di Napoli, dove riordina la collezione libraria della regina Maria Carolina d'Austria, gli scritti autografi di Giacomo Leopardi[1] e i documenti di Antonio Ranieri.

Intensa e duratura è l'amicizia con il conterraneo Benedetto Croce, che in Piermarini trova un importante riferimento per le sue ricerche nella biblioteca partenopea. Il ricco epistolario incorso tra di loro è ancora inedito ma, da quanto è possibile consultare, risulta lampante la reciproca stima tra il filosofo e il bibliotecario. Il filosofo avrebbe inoltre redatto la prefazione al suo libro, Per la vita serena (Firenze, Vallecchi, 1922). Nel 1948, per ringraziare Piermarini di un libro di versi a lui dedicato, Croce scrive:

«Mio caro Piermarini,
grazie del libriccino di versi, nel quale è tutta la vostra dolorosa e pur fervida e ricca vita interiore, con le sue elevatezze e con la sua rassegnazione, e i suoi gemiti, che si reprimono per sforzi che si facciano; una vita così schietta e severa che muove a riverenze e quasi a timore di profanarla con le nostre parole. Non vi dico niente dei versi indirizzati a me e li ho tra i miei ricordi più cari; ma anch'essi danno qualche tristezza, perché m'inducono a domandare se merito davvero quella lode e quella fiducia.
Vi stringo la mano.
Aff.te vostro, Benedetto Croce[2]»

A Piermarini si devono, in qualità di archivista e bibliotecario, due importanti scoperte: il ritrovamento di quindici ottave inedite dell'Ariosto riferite all'Orlando Furioso[3] e di un romanzo sconosciuto del patriota Luigi Settembrini, I Neoplatonici, per il cui carattere "lubrico e malsano" (racconta la storia di un amore omosessuale nella Grecia antica) Croce lo avrebbe dissuaso dal renderlo noto.[4]

Emidio Piermarini è stato anche uno scrittore di novelle, favole, e soprattutto epigrammi. Francesco Flora lo ha definito "il più amoroso e dolce favolista del nostro tempo"[5] mentre Carlo Filosa lo ammette nel novero dei maggiori epigrammisti del secolo.[6]

Lasciata l'attività di bibliotecario nel 1955, il letterato abruzzese si ritira a Roma dove muore a 81 anni.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ " [...] ad opera di Emidio Piermarini, si è proceduto alla verifica di tutto il materiale leopardiano conservato nella biblioteca napoletana: che venne interamente ricontrollato e ordinato [...]; quindi venne bollato [...], e più razionalmente registrato" (Giacomo Leopardi, Pensieri, edizione critica a cura di Matteo Durante, Firenze, Accademia della Crusca, 1998).
  2. ^ Girolamo G. Cacciatore, Croce filosofo. Atti del Convegno Internazionale di Studi, vol. 1, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2003, pp. 530-531.
  3. ^ Emidio Piermarini, Un episodio inedito dell'Orlando Furioso, in "Pegaso", a. I, n. 2, febbraio 1929, pp. 168-181
  4. ^ Walter Pedullà, Il romanzo erotico di Settembrini, in "Avanti!", a. LXXXI, n. 59, 20 marzo 1977.
  5. ^ Francesco Flora, Un poeta in esilio, in "Letterature moderne. Rivista di varia umanità", a. X, n. 4, 1960.
  6. ^ Carlo Filosa, Emidio Piermarini (1888-1969) nostro epigrammista maggiore, Venezia, Libreria Emiliana Editrice, 1970.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Flora, Un poeta in esilio, in "Letterature moderne. Rivista di varia umanità", a. X, n. 4, 1960.
  • Carlo Filosa, Emidio Piermarini (1888-1969) nostro epigrammista maggiore, Venezia, Libreria Emiliana Editrice, 1970.
  • Tito Rubini, Emidio Piermarini, in Gente d'abruzzo. Dizionario biografico, a cura di Enrico Di Carlo, Castelli (Te), Andromeda editrice, 2006, vol. 8, pp. 151-156.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


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