Elisabetta di Kiev

Elisabetta di Kiev
Regina consorte di Norvegia
In carica1045 –
1066 circa
PredecessoreEmma di Normandia
EredeIngrid di Danimarca
Nascita1025 circa
Morte1066 circa
Casa realeRjurikidi
PadreJaroslav I di Kiev
MadreIngegerd Olofsdotter
ConsorteHarald III di Norvegia
FigliIngegerd di Norvegia
Maria Haraldsdatter

Elisabetta di Kiev (1025 circa – 1066 circa) (Ellisif o Elisiv in norvegese) fu Regina di Norvegia grazie al matrimonio con Harald III di Norvegia[1].

La vita[modifica | modifica wikitesto]

Elisabetta di Kiev nacque attorno al 1025 da Jaroslav I di Kiev e Ingegerd Olofsdotter, sue sorelle furono altre due regine, una fu Anna di Kiev, che andò in moglie a Enrico I di Francia e che resse il regno per qualche anno mentre il figlio Filippo I di Francia era ancora piccolo e Anastasia di Kiev che andò in moglie a Andrea I d'Ungheria. Nell'inverno 1043-1044 Elisabetta sposò Harald III di Norvegia, questi aveva lasciato la patria quasi quindici anni prima a seguito della Battaglia di Stiklestad dove il fratellastro Olaf II di Norvegia era caduto sotto i colpi dell'esercito guidato dai contadini fedeli a Canuto il Grande. Da allora aveva vissuto sotto la protezione di Jaroslav ed era poi entrato nella Guardia variaga al servizio dell'Imperatore bizantino[2]. Elisabetta fu l'oggetto di alcuni versi, sopravvissuti al tempo, in cui Harald si lamenta della mancanza d'affetto della giovane nei suoi confronti, versi che non possono però essere rappresentativi del vero sentimento che li univa poiché potevano essere semplicemente frutto della convenzione letteraria. Nel 1045 Elisabetta seguì il marito in Norvegia dove avrebbe regnato insieme al nipote Magnus I di Norvegia, l'unica fonte norvegese che parla delle loro nozze è del poeta di corte Stuv den blinde e non esistono altre fonti della sua permanenza in quel paese. Nel 1047 Magnus morì e Harald divenne il solo regnante e l'anno dopo si risposò nuovamente con Tora Torbergsdatter, quest'unione può tranquillamente essere vista come un'unione politica perché Tora apparteneva alla potente famiglia dei Giskeætten i cui capi giocarono un ruolo importante nell'arena politica del tempo. Al tempo è possibile che Elisabetta fosse tornata a vivere nella Rus' di Kiev o che fosse già deceduta, è ovviamente anche possibile che Tora fosse soltanto una concubina. Una sua morte prematura porrebbe le figlie che la tradizione vuole che abbia dato al marito come figlie di Tora, ma è piuttosto improbabile perché la minore di esse si fidanzò con Eystein Orre, fratello della stessa Tora. Le due figlie sono:

Tora dal canto suo partorì due maschi:

Nel 1066 Harald invase l'Inghilterra e venne ucciso a Stamford Bridge. Alcune fonti vogliono che dopo la sconfitta Elisabetta e la figlia maggiore tornarono in Norvegia scortate dalla loro flotta, quindi avrebbe dovuto essere lei ad accompagnare Harald nel viaggio, soggiornando nel frattempo presso le Isole Orcadi, tuttavia è più probabile che fosse stata Tora ad andare con lui perché cugina di Thorfinn Sigurdsson Conte delle Orcadi[3]. Secondo Adamo da Brema la vedova di Harald e madre di Olaf Kyrre si risposò con Sweyn II di Danimarca o con un altro re svedese di nome ignoto, ma di questo non vi sono conferme. Se le fonti sono veritiere allora la madre è Tora, se si trattasse della matrigna allora a contrarre questo matrimonio sarebbe stata Elisabetta. In ogni modo, poiché di fonti terze non ne esistono la data e il luogo della morte di Elisabetta restano ignoti.

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Svjatoslav I di Kiev Igor' di Kiev  
 
Olga di Kiev  
Vladimir I di Kiev  
Maluša  
 
 
Jaroslav I di Kiev  
Ragnvald  
 
 
Rogneda di Polack  
 
 
 
Elisabetta di Kiev  
Eric il Vittorioso Björn III di Svezia  
 
 
Olof III di Svezia  
Sigrid la Superba Miecislao I di Polonia  
 
Dubrawka  
Ingegerd Olofsdotter  
 
 
 
Estrid degli Obotriti  
 
 
 
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ sito, su snl.no. URL consultato il 15 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2016).
  2. ^ storia, su snl.no.
  3. ^ articolo, su stamford-bridge.dk. URL consultato il 15 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2016).

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