Elezioni regionali nel Lazio del 2010

Elezioni regionali italiane del 2010
Stato Bandiera dell'Italia Italia
Regione   Lazio
Data
28, 29 marzo
Renata Polverini 2009.jpg
Emma Bonino - World Economic Forum on Europe 2010.jpg
Candidati
Partiti
Coalizioni
Voti
1.409.025
51,14%
1.331.375
48,32%
Seggi
41 / 70
29 / 70
Distribuzione del voto per comune
Presidente uscente
Piero Marrazzo (PD)
2005 2013

Le elezioni regionali italiane del 2010 nel Lazio si sono tenute il 28 ed il 29 marzo. Esse hanno visto la vittoria di Renata Polverini, candidata del centro-destra, che ha ottenuto il 51,14% dei voti, sconfiggendo Emma Bonino, sostenuta dal centro-sinistra, che ha raccolto il 48,32%.

In questa tornata elettorale, per la prima volta nella storia del Lazio, la sfida per la presidenza è stata interamente al femminile: infatti, oltre a Bonino e Polverini la terza candidata è stata Marzia Marzoli della lista Rete dei Cittadini.

Il primo partito della regione è stato la lista civica Renata Polverini Presidente, che ha ottenuto circa 640.000 voti, staccando il Partito Democratico per 1.500 voti.

Composizione degli schieramenti e candidature[modifica | modifica wikitesto]

Rispetto alle elezioni regionali del 2005, il quadro degli schieramenti è rimasto pressoché inalterato. Si ricompongono, dunque, gli schieramenti di centrosinistra e di centrodestra, dopo le spaccature registratesi alle elezioni politiche del 2008.

Centrosinistra[modifica | modifica wikitesto]

Il centrosinistra ha deciso di ripresentarsi nella sua forma tradizionale, ossia una coalizione che è composta da Partito Democratico e dai partiti che nello spazio politico si collocano alla sua sinistra.

Centrodestra[modifica | modifica wikitesto]

Il centrodestra ricalca, invece, la stessa formazione della Casa delle Libertà. Unico cambiamento è rappresentato dall'ingresso nella coalizione dei Popolari UDEUR che, nel 2005, era alleata dei partiti de L'Unione.

Altri[modifica | modifica wikitesto]

Al di fuori dei due poli, l'unica lista presentata è stata la Rete dei Cittadini.

I candidati alla presidenza[modifica | modifica wikitesto]

I candidati alla presidenza della Regione ammessi alla competizione, riportati in ordine alfabetico, sono stati tre:

Risultati elettorali[modifica | modifica wikitesto]

Candidati
Voti % Liste Voti % Seggi
Renata Polverini (Per il Lazio)
✔️ Presidente
1 409 025
51,14
Renata Polverini Presidente
646 774 26,36 15
291 199 11,87 7
150 293 6,13 3
97 186 3,96 2
21 120 0,86
17 375 0,71
15 537 0,63
Il Popolo della Vita - La Voce dei Consumatori
12 531 0,51
8 079 0,33
Seggi assegnati alla lista regionale
14
Emma Bonino (Emma Bonino Presidente)
1 331 375 48,32 645 187 26,30 15
211 561 8,62 5
80 982 3,30 2
77 134 3,14 2
67 386 2,75 1
Lista Civica Cittadini/e per Bonino
40 097 1,63 1
33 160 1,35 1
29 725 1,21 1
Seggio assegnato al candidato presidente classificatosi secondo
1
Marzia Marzoli
14 685 0,53
Rete dei Cittadini
7 860 0,32
Totale
2 755 085
100
2 453 186
100
70

Consiglieri eletti[modifica | modifica wikitesto]

Lista Circoscrizioni
Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo
Renata Polverini Presidente (15) Enzo Di Stefano (4.558) Gianfranco Sciscione (2.941) Mario Brozzi (22.417)
Olimpia "Tarsia" Tarzia (21.545)
Giuseppe Melpignano (17.111)
Francesco Saponaro (16.733)
Luigi "Abbate" Abate (15.489)
Alessandro Vicari (13.499)
Maurizio Perazzolo (13.097)
Gilberto Casciani (12.816)
Nicola Illuzzi (12.587)
Rocco Pascucci (11.803)
Antonio Paris (10.872)
Gianfranco Gatti (10.244)
Angelo Miele (10.047)
Andrea Bernaudo (9.554)
Pino Palmieri (9.271)
Partito Democratico (15) Francesco Scalia (20.452) Claudio Moscardelli (15.917) Mario Perilli (5.569) Bruno Astorre (22.355) Giuseppe Parroncini (10.178)
Esterino Montino (21.745)
Umberto "Carlo" Ponzo (15.958)
Marco Di Stefano (15.599)
Claudio Mancini (15.493)
Mario Mei (14.775)
Enzo Foschi (14.297)
Carlo Lucherini (12.040)
Francesco "Franco" Dalia (11.293)
Mario Di Carlo (10.522)
Tonino D'Annibale (10.298)
Il Popolo della Libertà (7) Franco Fiorito (26.217) Claudio Fazzone (28.817) Antonio Cicchetti (13.946) Francesco Battistoni (9.149)
Mario Abbruzzese (22.553) Stefano Galetto (20.715) Giancarlo Gabbianelli (8.484)
Giovanni Di Giorgi (10.453)
Italia dei Valori (5) Anna Maria Tedeschi (2.821) Vincenzo Maruccio (8.032)
Claudio Bucci (7.187)
Giovanni "Gianni" Loreto Colagrossi (5.230)
Giulia Rodano (4.919)
Unione di Centro (3) Aldo Forte (10.540) Pietro Sbardella (15.844)
Raffaele D'Ambrosio (10.534)
La Destra (2) Francesco Storace (15.174)
Roberto Buonasorte (4.050)
Lista Bonino Pannella (1) Giuseppe Rossodivita (776)
Sinistra Ecologia Libertà (2) Luigi Nieri (7.812)
Filiberto Zaratti (5.839)
Federazione della Sinistra (1) Margherita Hack (7.205)
Federazione dei Verdi (1) Angelo Bonelli (2.594)
Lista Civica Cittadini/e per Bonino (1) Giuseppe Celli (6.778)
Partito Socialista Italiano (1) Luciano Romanzi (1.838)

Il "caos liste"[modifica | modifica wikitesto]

Questa tornata elettorale ha visto l'esclusione della lista de Il Popolo della Libertà nella provincia di Roma, non avendo presentato la documentazione necessaria nei tempi previsti.[1]. Il 27 febbraio, termine ultimo per la presentazione delle candidature, il rappresentante di lista del PdL, Alfredo Milioni, si è effettivamente recato all'ufficio elettorale del Tribunale di Roma, salvo poi allontanarsene; al momento di rientrare, però, è stato bloccato dai rappresentanti degli altri soggetti politici e dalle forze dell'ordine, poiché i termini di presentazione delle liste erano ormai scaduti. Il PdL ha fatto ricorso al TAR e, successivamente, al Consiglio di Stato, che però hanno rigettato il ricorso. Al fine di riammettere la lista, si è giunti all'approvazione di un decreto-legge interpretativo: ciò ha suscitato roventi polemiche, protrattesi anche dopo la controfirma del Presidente della repubblica[2]. La lista del PdL, comunque, è rimasta esclusa dalla competizione elettorale: le elezioni regionali, infatti, seguono una legge regionale e non nazionale e quindi il decreto interpretativo non è stato preso in considerazione.

Un ulteriore fronte di polemica si è aperto dopo l'esclusione, e la successiva riammissione, della lista Rete Liberal. Rivendicando il diritto ad un periodo di campagna elettorale pari a quello avuto dalle altre liste in campo, Sgarbi ha chiesto il rinvio del voto, ma la sua richiesta non è stata accolta.[3].

Per tutto il periodo della campagna elettorale la Rete dei Cittadini, il terzo schieramento a queste elezioni, ha denunciato l'oscuramento subito dai media; la denuncia ha trovato riscontro nelle multe che il CORECOM ha comminato ad alcune testate televisive per gravi violazioni della par condicio in particolare nei confronti della lista Rete dei Cittadini [4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]