Elezioni parlamentari in Siria del 2016

Elezioni parlamentari in Siria del 2016
Stato Bandiera della Siria Siria
Data
13 aprile
Legislatura XVI
Assemblea Consiglio del popolo
Leader
Partito
Voti
4.068.355
80,0%
Seggi
200 / 250


2012 2020

Le elezioni parlamentari in Siria del 2016 si sono tenute il 13 aprile[1]. Il Paese era in piena guerra civile, e le elezioni si sono svolte solo nel territorio controllato dal governo di Damasco, dove vive circa il 60% della popolazione siriana, e non in quelle controllate dai ribelli e dal Daesh. L'affluenza è stata del 57,56%, e i curdi hanno boicottato le elezioni. Le elezioni sono state vinte dal Fronte Nazionale Progressista, guidato dal Presidente Bashar al-Assad, che ha ottenuto l'80% dei voti e 200 seggi su 250 nel Consiglio del popolo. Il 6 giugno 2016, per la prima volta, una donna, Hadiya Khalaf Abbas, è stata eletta Presidente del Consiglio del popolo.

Sistema elettorale[modifica | modifica wikitesto]

I 250 parlamentari sono stati eletti con sistema proporzionale in 15 collegi plurinominali[2].

Collegio Seggi Popolazione
(stime 2011)[3][4]
Governatorato di Damasco 29 1,754,000
Governatorato di Rif Dimashq 19 2,836,000
Aleppo (città) 20 2,132,100
Governatorato di Aleppo 32 2,735,900
Governatorato di Homs 23 1,803,000
Governatorato di Hama 22 1,628,000
Governatorato di Latakia 17 1,008,000
Governatorato di Idlib 18 1,501,000
Governatorato di Tartus 13 797,000
Governatorato di Raqqa 8 944,000
Governatorato di Deir ez-Zor 14 1,239,000
Governatorato di Al-Hasakah 14 1,512,000
Governatorato di Daraa 10 1,027,000
Governatorato di As-Suwayda 6 370,000
Governatorato di Quneitra 5 90,000
Totale 250 21,377,000

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

Dopo quasi cinque anni di guerra civile, visti i tentativi di tregua, l'intervento militare russo e le vittorie dell'Esercito Arabo di Siria, il Presidente Bashar al-Assad indisse le elezioni.

Al momento del voto, il Governatorato di Idlib era quasi interamente fuori dal controllo del governo, poiché controllato dai ribelli. Il Governatorato di Raqqa ed il Governatorato di Deir ez-Zor erano occupati per la maggior parte dal Daesh. Pertanto, le elezioni non si sono tenute in queste province. Anche parti dei givernarorati di Aleppo, Homs e Daraa erano controllate da forze antigovernative al momento delle elezioni. Il Rojava era autonomo sin dall'inizio della guerra civile.

Il Fronte Nazionale Progressista, guidato dal Partito Ba'th, ha ottenuto 200 seggi su 250, mentre l'opposizione interna ed estera ha boicottato le elezioni. L'affluenza è stata del 57,56%. Due armeni sono stati eletti al Consiglio del Popolo, tra cui la prima donna armena[5].

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Liste Voti % Seggi
Partito Ba'th 3 498 785 68,8 172
Partito Nazionalista Sociale Siriano 142 392 2,8 7
Partito Comunista Siriano (Bakdash) 61 025 1,2 3
Socialisti Unionisti 40 684 0,8 2
Unione Socialista Araba 40 684 0,8 2
Partito Comunista Siriano (Unificato) 20 342 0,4 1
Movimento del Voto Nazionale 20 342 0,4 1
Indipendenti all'interno del Fronte Nazionale Progressista 244 101 4,8 12
Indipendenti 1 017 089 20,0 50
Totale 5 085 444 250

Reazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Bandiera della Germania - Martin Schaefer, portavoce per il Ministero degli Esteri, ha annunciato che la Germania non avrebbe accettato i risultati delle elezioni. Ha dichiarato: "Lo svolgimento di elezioni libere e prive di brogli è semplicemente impossibile nella situazione attuale, con tutti i rifugiati, in una situazione di piena guerra civile"[6]
  • Bandiera degli Stati Uniti - John Kirby, portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America ha annunciato che gli Stati Uniti d'America ritengono che le elezioni non siano credibili, libere o prive di brogli. Ha parlato della morte di molti cittadini in seguito alla guerra civile siriana[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Polling Stations Closed in All of Syria’s Provinces – Elections Committee, in Sputnik International.
  2. ^ President Assad calls for parliamentary elections next April Archiviato il 10 ottobre 2017 in Internet Archive. AMN, 22 February 2016
  3. ^ (AR) Population estimates on 31 December 2011, su cbssyr.sy, Ufficio statistico centrale. URL consultato il 23 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  4. ^ (AR) 2004 census data, su cbssyr.sy, Central Bureau of Statistics. URL consultato il 23 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  5. ^ Two Armenians Elected to Syria’s Parliament, in Armenian Weekly, Hairenik.
  6. ^ The Latest: Syrian opposition in Geneva lashes out at Assad, in The Chronicle Herald.
  7. ^ Copia archiviata, su turkishweekly.net. URL consultato il 19 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2016).
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