Eduardo Morales Durillo

Eduardo Morales Durillo
NascitaLinares, 4 agosto 1892
MorteDar Buxada, Marocco, 28 dicembre 1916
Cause della mortecaduto in combattimento
Luogo di sepolturacimitero della Purísima Concepción di Melilla
Dati militari
Paese servitoBandiera della Spagna Regno di Spagna
Forza armata, Ejército de Tierra
ArmaFanteria
Anni di servizio1907- 1916
Grado1° Tenente
GuerreGuerra del Rif
CampagneCampagna del Kert
Comandante di4ª Mía della Policía Indígena di Melilla
Studi militariAcademia General de Infantería di Toledo
voci di militari presenti su Wikipedia

Eduardo Morales Durillo (Linares, 4 agosto 1892Dar Buxada, 28 dicembre 1916) è stato un militare spagnolo, che prese parte alla operazioni di definitiva conquista del Marocco settentrionale da parte degli spagnoli. Insignito alla memoria della Croce Laureata dell'Ordine di San Ferdinando, la più alta decorazione militare spagnola[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Linares (provincia di Jaén), il 4 agosto 1892, figlio del Comandante di fanteria Eduardo Morales Navarro e di Juana Durillo Chico.[1] Il 23 agosto 1907, all'età di quindici anni, si arruolò volontario nel 59º Regimiento de Infantería di Melilla, dove prestò servizio militare fino a quando non superò gli esami di ammissione all'Accademia Militare. Il 4 settembre 1909 entrò all'Academia Militar de Infantería a Toledo, da cui uscì[2] il 23 luglio 1912, assegnato al Regimiento de "Cazadores de Arapiles" n.9 di stanza a Alcalá de Henares (Madrid).[1] Il suo battaglione, al comando del Tenente Colonnello Don Alfredo Castro Ontaño, si imbarcò poi ad Algeciras sul piroscafo Canalejas per sbarcare successivamente a Ceuta.[1] Il 23 maggio 1913 la sua unità fu assegnata di guarnigione nella zona di Tetuán, entrando subito in azione contro i ribelli per proteggere un convoglio durante l'occupazione di Laucién il 15 giugno dello stesso anno, attraversando una zona di circa tre chilometri sotto un potente fuoco nemico su entrambi i lati per entrare nella posizione.[1] Sette giorni dopo partecipò ad una missione di ricognizione delle alture di Fuerte Busceja che ben presto furono occupate dal suo battaglione.[1] L'8 luglio prese parte ad un'azione atta a proteggere le forze dei Regulares sulla collina di Arapiles durante un attacco sferrato al villaggio di Samsa, e il mese successivo si distinse nei combattimenti per la conquista delle alture di Decla, dando così protezione ad un convoglio che si stava dirigendo a Laucién.[1]

Per il comportamento tenuto durante queste azioni fu decorato con la Croce al Merito Militare con distintivo rosso, passando il resto dell'anno in servizio di guarnigione e protezione convogli a Lomas de Beni Amaranzo, Loma Amarilla, Llanos de Río Martin, Ben Karrich e Beni Busman, prendendo parte, verso la fine del gennaio 1914 all'occupazione di Malalíen, impegnando il nemico in un durissimo combattimento a Casa del Hoh.[1] Promosso il 31 gennaio 1914, al grado di Primo Tenente di fanteria[3] per meriti di guerra, nell'aprile successivo fu decorato con la Croce del Reale e Militare Ordine di Maria Cristina.[1] Il 25 gennaio 1915 assunse il comando della 1ª Mia del Tabor de Policía Indígena di Tetuán, che guidò nei combattimenti del Monte Negrón e di Cudia Federico.[1] Nel giugno dello stesso anno, agli ordini del capitano Eleuterio Eña, comandante della Mia, si distinse nel combattimento del villaggio di Maidua, scoppiato per proteggere la costruzione del fortino (“blocao”) “Kaus”.[1] Per tale azione ricevette personalmente gli elogi del Comandante Generale della Piazza di Tetuán.[1] Nel mese di agosto si recò a Madrid per un periodo di convalescenza, entrando poi in servizio nel Regimiento de Infantería de "Asturias" n.31 dove rimase fino alla fine dell'anno quando tornò a Melilla. Assegnato al Batallón de "Cazadores de Chiclana" n.23 il 23 febbraio 1916 partecipò con il suo reparto, inquadrato nella colonna del generale Friedrich, al combattimento di Kaddur e alla successiva occupazione di Trincheret, per venire citato come "distinto" nel successivo Ordine Generale.[1]

Arrivato con il suo battaglione sul Monte Arruit il 25 marzo, occupò Arrof e poi Tifasor, assumendo poi il comando della 3ª Mía della Policía Indígena di Melilla,[4] per passare poi a quello della 4ª Mía, inquadrata nella colonna del Comandante Martínez Monje, con cu partecipò alle azioni di Chevira, Ifrán, Boara, Dar Bucada e Beni Said.[1]

Il 28 dicembre 1916[4] rimase gravemente ferito durante una carica contro il nemico effettuata a Dar Buxada, ma continuò a guidare l'azione fino a che non venne nuovamente colpito a morte.[4] Per il coraggio dimostrato in questa azione il 19 novembre 1919 S.M il Re Alfonso XIII lo decorò alla memoria con la Croce Laureata dell'Ordine di San Ferdinando,[4] la più alta decorazione militare spagnola.[5]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Croce Laureata dell'Ordine di San Ferdinando - nastrino per uniforme ordinaria
«El día 28 de diciembre de 1916, el primer teniente de Infantería don Eduardo Morales Durillo formaba parte de la vanguardia de las tropas que concurrieron a la operación para la ocupación de Dara-Buzzada (Melilla) al mando de una sección de Caballería de las Fuerzas de la Policía Indígena, cargando con su sección contra el enemigo que las hostilizaba desde las casas de Bu-Rahail; fue el primero en ocuparlas después de una lucha cuerpo a cuerpo, y, no obstante haber sido herido de gravedad en el pecho, continuó al frente de su fuerza con arrojo extraordinario la persecución de aquel hasta darle alcance y dispersarle, recibiendo nueva herida en la cabeza, que le causó la muerte.»
— Madrid, 19 novembre 1919[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n Juan Diez Sanchez, Eduardo Morales Durillo, su personajescelebresdemelilla.blogspot.com, 8 novembre 2010. URL consultato il 1º novembre 2016.
  2. ^ ABC Jueves 27 de Junio de 1912, Edicion 1ª, pag.12.
  3. ^ Diario Official del Ministero de la Guerra, Año XXVIII, D.O. núm.293, Viernes 31 de diciembre de 1915, pag.953.
  4. ^ a b c d e Ballenilla y García de Gamarra 1999, p. 13.
  5. ^ Nel febbraio 1920 l'alta onorificenza fu portata personalmente sulla tomba del militare dal generale Manuel Fernández Silvestre y Pantiga.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (ES) Nestor Gambetta, España en África, Lima, La Prensa, 1928.
  • (ES) Manuel Leguineche Bollar, Annual 1921: el desastre de España en el Rif, Madrid, Ed. Alfaguara, 1996, ISBN 84-204-8235-8.
  • (ES) Gustavo Peyra Anglada, Estudio de una organización del ejército arreglada a la potencia contributiva de España, Barcelona, Ed. Juan Gili, 1905.
  • (ES) Gustavo Peyra Anglada, España en nel Rif, Barcelona, Ed. Juan Gili, 1909.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • Miguel de Ballenilla y García de Gamarra, Caballeros laureados de San Fernando caídos en la Zona Oriental, durante las Campañas de Marruecos, in Rivista Estela, Madrid, Fundación Cultural Istolacio, 1999, ISSN 1139-1464.