Edmund P. Gaines

Edmund P. Gaines
Edmund P. Gaines (1845 circa)
NascitaContea di Culpeper, 20 marzo 1777
MorteNew Orleans, 6 giugno 1849
Cause della morteColera
Luogo di sepolturaChurch Street Cemetery (Mobile)
Dati militari
Paese servitoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Forza armataEsercito degli Stati Uniti d'America
Anni di servizio1799-1800
1801-1808
1812-1849
GradoMaggior generale
FeriteFerita alla mascella riportata nelle guerre seminole
ComandantiAndrew Jackson
GuerreGuerra del 1812
Guerre seminole
Guerra di Falco Nero
BattaglieAssedio di Fort Erie
Comandante diDavid E. Twiggs
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Edmund Pendleton Gaines (Contea di Culpeper, 20 marzo 1777New Orleans, 6 giugno 1849) è stato un generale statunitense.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque nel 1777 in Virginia da una prominente famiglia di coloni,[1] e venne battezzato in onore del prozio, il patriota Edmund Pendleton. Durante l'infanzia si trasferì più volte, prima in Carolina del Nord e infine in Tennessee, dove crebbe e si arruolò nella milizia locale nel 1799, venendo congedato con onore l'anno successivo col grado di secondo tenente[2] e facendo per un certo tempo l'agrimensore.[1]

Si riarruolò nel 1801 e per alcuni anni fece parte di molte guarnigioni, e nel 1807 arrestò l'ex-vicepresidente degli Stati Uniti Aaron Burr, accusato di alto tradimento.[1][2][3] Poco dopo abbandonò l'esercito per studiare legge e diventare avvocato, ma si arruolò nuovamente allo scoppio della guerra del 1812.[1][2] Per le sue azioni valorose sul campo di battaglia venne promosso brigadier generale nel 1814, mentre in seguito al successo dell'assedio di Fort Erie venne promosso maggior generale e ricompensato dal Congresso degli Stati Uniti con una medaglia d'oro.[1][2][3]

Sottoposto al comando di Andrew Jackson, fu uno dei principali comandanti statunitensi all'inizio delle guerre seminole e durante la guerra di Falco Nero.[2][3] A differenza di molti altri comandanti, Gaines cercava di instaurare un rapporto di collaborazione con i nativi americani, spesso difendendoli contro le prepotenze dei coloni e credendo che la soluzione definitiva ai conflitti con gli statunitensi fosse la loro integrazione nella società americana.[1] Ciò lo portò a scontrarsi con Jackson e Winfield Scott, che mal tolleravano il suo atteggiamento spesso avventato e prevaricatore.[1]

Durante una nuova spedizione contro i Seminole nei primi anni '30 venne ferito gravemente alla mascella; sopravvisse, anche se il suo volto rimase sfigurato.[2] Nel 1836 divenne comandante della Louisiana, col preciso compito di impedire ai volontari statunitensi di unirsi all'armata della Repubblica del Texas comandata da Sam Houston.[1] Gaines tuttavia simpatizzava con i texani, e permise a chi lo voleva di transitare attraverso la proprietà di un suo cugino, James Gaines, posta proprio al confine col Texas (la località si sarebbe in seguito chiamata Gaines Ferry).[2] Il generale avrebbe voluto intervenire direttamente nella rivoluzione texana, ma ricevette il preciso ordine di astenersi da Andrew Jackson, suo vecchio superiore e allora presidente degli Stati Uniti.[2]

Quando nel 1846 scoppiò la guerra messico-statunitense Gaines non attese le direttive del governo centrale, disponendo massicci arruolamenti di volontari in Louisiana, Alabama, Mississippi e Missouri.[1] Ciò gli costò un'accusa di insubordinazione, la rimozione dal comando e una corte marziale presso Fort Monroe, dove tuttavia venne giudicato innocente.[2] Non ricoprì comunque più alcun ruolo attivo, divenendo comandante dei dipartimenti dell'East Coast fino al congedo finale, avvenuto nel gennaio 1849.[1][2]

Ritiratosi in Louisiana, morì poco dopo vittima di un'epidemia di colera.[1][2] Dato il suo ruolo nell'espansione americana del primo XIX secolo gli vennero intitolate varie città, tutte chiamate Gainesville.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k (EN) Grant D. Hiatt, Edmund Pendleton Gaines, su encyclopediaofalabama.org.
  2. ^ a b c d e f g h i j k (EN) Thomas W. Cutrer, Gaines, Edmund Pendleton, su tshaonline.org.
  3. ^ a b c d (EN) Mark G. Jessop, Edmund Pendleton Gaines, su it.findagrave.com.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN13878876 · ISNI (EN0000 0000 3040 0049 · LCCN (ENn88277194 · WorldCat Identities (ENlccn-n88277194