Editto di Roussillon

Il vecchio castello ove Carlo IX firmò nel 1564 l'editto che fissava al 1º gennaio l'inizio dell'anno (cartolina del 1913)

L'editto di Roussillon fu un editto del 1564 che stabilì in Francia l'inizio dell'anno il 1º gennaio.

In occasione del Grand Tour della Francia da parte di Carlo IX, organizzato dalla madre Caterina de' Medici, il giovane re di Francia constatò che, a seconda delle diocesi, l'anno aveva inizio a Natale, oppure il 25 marzo (a Vienne, per esempio), oppure il 1º marzo o ancora a Pasqua, il che provocava confusione[1].

Al fine di uniformare l'inizio d'anno in tutto il regno, Carlo IX confermò l'articolo 39 dell'editto di Saint-Germain, emesso a Parigi all'inizio di gennaio 1563 (editto che prescriveva già la datazione degli atti pubblici facendo iniziare gli anni il 1º gennaio), atto legislativo che egli promulgò a Roussillon il 9 agosto 1564. La misura non fu applicata che il 1º gennaio 1567[2]. L'imperatore germanico Carlo V aveva già fissato l'inizio dell'anno il 1º gennaio per i suoi territori qualche decennio prima, ma fu papa Gregorio XIII che, nel 1582, generalizzò questa misura all'insieme del mondo cattolico, nel medesimo tempo della riforma che istituiva il calendario gregoriano, per semplificare quello delle feste religiose[3].

Denominazione[modifica | modifica wikitesto]

L'editto di Parigi, datato gennaio 1563, è il documento originale che stabilisce la data di cambiamento dell'anno. La dichiarazione di Roussillon, datata dal 9 agosto 1564 non fa che confermare il precedente editto.

Blanchard, nella sua compilazione, spiega così l'errore: «Quest'editto è volgarmente detto l'Editto di Roussillon, benché sia datato a Parigi, ma ciò perché esso fu registrato il 22 dicembre 1564 con una dichiarazione datata a Roussillon il 9 agosto 1564»[4].

Per Alexandre Lenoble, vice-presidente dell'École nationale des chartes, il documento dovrebbe essere chiamato editto di Parigi, ed è Pierre Néron, giureconsulto e co-autore negli anni 1620 d'un Recueil d'edittes et d'ordonnances royaux, che è responsabile della confusione:

«Néron e i suoi continuatori hanno mantenuto e consacrato il loro errore fin tanto che era in loro potere.»

Gli articoli[modifica | modifica wikitesto]

L'editto preparato dal cancelliere Michel de l'Hôspital e dal ministro Sébastien de L'Aubespine è registrato sotto il titolo generale Edict et ordonnance du Roy, pour le bien et règlement de la Justice et Police de son Royaume (Editto e ordinanza del Re, per il bene e regolamento della Giustizia e Polizia del suo Regno). I 39 articoli che lo compongono concernono la giustizia, eccetto i quattro ultimi, aggiunti durante il soggiorno del re a Roussillon.

L'editto è seguito nel Recueil da La Déclaration sur l'Edict de Roussillon (La Dichiarazione sull'Editto di Rousillon), che precisa e commenta gli articoli numero 1, 2, 3, 4, 5, 12, 13 e 29.

Elenco degli articoli[modifica | modifica wikitesto]

(FR)

«

  • I. De libeller les adiournements
  • II. Après la contestation, le juge appointant et prononçant doit simul & semel & praeferre tous les délais pour instruire et procéder par les parties
  • III. Pour l'appel des forclusions ou de refus d'autre delay on ne doit laisser de passer outre
  • IV. Injonction d'observer le règlement porté és deux articles précédents
  • V. Bailler copie de sa prétention, demande ou défense
  • VI. De répondre catégoriquement en personne et par sa bouche sur articles et faits pertinents qu'on se voudra l'un l’autre faire interroger
  • VII. Procureur en la cause l'est aussi en l'instance d'exécution d'Arrêt ou Sentence
  • VIII. Contre ceux qui nient leur seing apposé en leurs promesses
  • IX. Pendant le débat de la suffisance de caution, faut toujours consigner
  • X. Tous juges compétents pour la reconnaissance des cedules, si les personnes sont sur les lieux et la provision est jugée par les juges royaux
  • XI. Pour se pourvoir par le vassal contre le Seigneur saisissant son fief
  • XII. Récusants de juges doivent dans trois jours nommer témoins
  • XIII. L’amende portée en l’article précédent quand on
  • XIV. En récusant une Cour souveraine, faut rapporter déclaration qu’après les récusés le reste n’est nombre pour juger
  • XV. Discontinuation d’instance pour trois ans
  • XVI. On ne se peut porter héritier par bénéfice d'inventaire des Financiers décédés en charge
  • XVII. Limitation point observée de la dot des filles n’excédant dix mille livres
  • XVIII. Appelant de prise de corps se doit rendre en état et tout décret de prise de corps se peut exécuter nonobstant
  • XIX. Le lieu du délit rend compétent le juge dudit lieu
  • XX. Fruits des biens de contumax ne comparant dans l’an après la saisie de leurs biens sont perdus pour eux
  • XXI. Il faut être du moins sous-diacre pour demander son renvoi devant le juge d’Église
  • XXII. Des juges non Royaux ressortissants nuëment à la Cour
  • XXIII. Défense de modérer les amendes
  • XXIV. En même ville ou lieu n’y doit avoir qu’un degré de juridiction de première instance
  • XXV. Règlement quand en un même lieu il y a justice du Roy et de quelque autre Seigneur
  • XXVI. Même règlement que dessus entre deux conseigneurs d’une même justice
  • XXVII. Hauts justiciers amendables pour le mal-jugé de leurs officiers
  • XXVIII. Tous Sergents doivent sur peine savoir au moins écrire leur nom
  • XXIX. Résidence des ministres de justice et révocation d’autres pouvoirs et privilèges
  • XXX. Tous procès doivent être jugés à l’ordinaire, non extraordinairement par Commissaires
  • XXXI. Défense aux Présidiaux de rien prendre, pour avoir assisté aux jugements des procès
  • XXXII. Tous officiers allant en commission ne se doivent laisser défrayer par les parties
  • XXXIII. Pour arrêts donnés sur requêtes, n’y a espèces
  • XXXIV. Greffiers tenus de coter la taxe des espèces et de leur salaire au pied des jugements
  • XXXV. Vérification des Cours en langage Français (et non en Latin)
  • XXXVI. Injonction d’observer toutes autres ordonnances, auxquelles n’est dérogé par ceux-ci
  • XXXVII. Banquets prohibés pour degrés en quelque art ou faculté que ce soit
  • XXXVIII. Etrangers tenant banque en France tenus bailler caution et la renouveler de cinq en cinq ans
  • XXXIX. L'année commence le 1er jour de janvier et ainsi se doit compter en tous actes et écritures»
(IT)

«
I. Redigere gli aggiornamenti
II. Dopo la contestazione, il giudice puntualizzando e pronunciando deve simul & semel & praeferre tutti i ritardi per istruire e procedere da parte delle parti
III. Per la chiamata delle preclusioni o del rifiuto di altri ritardi non si deve lasciar passare oltre
IV. Ingiunzione di osservare il regolamento portato dai due articoli precedenti
V. Consegnare copia della sua pretesa, richiesta o difesa
VI. Di rispondere categoricamente di persona e di propria bocca su articoli e fatti pertinenti che si vorrà l'un l'altro fare interrogare
VII. Procuratore in causa è anche nell'istanza di esecuzione di Arresto o Sentenza
VIII. Contro coloro che negano le loro firme apposte sulle loro promesse
IX.
Durante il dibattito della sufficienza di garanzia, bisogna sempre registrare
X. Tutti giudici competenti per il riconoscimento dei ruoli, se le persone sono sui luoghi e la provvisionale è giudicata dai giudici reali
XI. Per provvedere da parte del vassallo contro i Signore sequestrando il suo feudo
XII. I ricusanti dei giudici devono entro tre giorni citare i testimoni
XIII. L'ammenda citata nell'articolo precedente quando si … [?]
XIV. Ricusando una corte sovrana, bisogna riportare dichiarazione che dopo le ricuse i rimanenti non sono in numero [sufficiente] per giudicare
XV. Discontinuità d'istanza per tre anni
XVI. Non si possono portare eredi con beneficio d'inventario dei Finanzieri decuduti quando erano in servizio
XVII. Limitazioni non osservate della dote delle giovani non eccedenti diecimila lire
XVIII. Gli appellanti di presa di corpo si devono rendersi in stato e tutti i decreti di presa di corpo si possono eseguire ciò nonostante
XIX. Il luogo del delitto rende competente il giudice di detto luogo
XX. I frutti dei beni dei contumaci non comparenti entro l'anno successivo al sequestro sono perduti per loro
XXI. Bisogna essere almeno sottodiaconi per chiedere il proprio rinvio a giudizio di fronte al giudice ecclesiastico
XXII. Giudici non Reali di competenza apertamente della Corte
XXIII. Vietato moderare le ammende.
XXIV. Nella stessa città o località non ci deve essere che un grado di giurisdizione di prima istanza.
XXV. Regolamento quando in una medesima località si ha giustizia del Re e di qualche altro Signore.
XXVI. Stesso regolamento di sotto tra due amministratori di una stessa giustizia.
XXVII. Alti giudici emendabili per il cattivo giudizio dei loro ufficiali
XXVIII. Tutti i Sergenti devono sotto pena saper almeno scrivere il loro nome
XXIX. Residenza degli amministranti la giustizia e revoca di altri poteri e privilegi.
XXX. Tutti i processi devono essere giudicati dal [giudice] ordinario e non da Commissari straordinari
XXXI. Vietato ai Presidiali[5] di non prendere nulla per aver assistito ai giudizi dei processi.
XXXII. Tutti i funzionari che vanno in commissione non devono lasciarsi rimborsare dalle parti
XXXIII. Per sentenze emesse su richiesta, non vi sono spese
XXXIV. Cancellieri tenuti a valutare la tassa in contanti e del loro salario alla fine dei giudizi. XXXV.
Verifica delle Corti in lingua Francese (e non in Latino)
XXXVI. Ingiunzione di osservare tutte le altre ordinanze, alle quali non sono apportate deroghe da queste.
XXXVII. Banchetti proibiti per gradi in qualunque arte o facoltà che sia
XXXVIII. Stranieri che gestiscono banche in Francia tenuti a versare cauzione e a rinnovarla ogni cinque anni.
XXXIX. L'anno inizia il 1º giorno di gennaio e così si devono contare in tutti gli atti e scritture»

Articolo 39[modifica | modifica wikitesto]

L'articolo 39 annuncia che l'anno comincerà ormai il 1º gennaio (corrispondente alla festa della Circoncisione di Gesù):

(FR)

«Voulons et ordonnons qu'en tous actes, registres, instruments, contracts, ordonnances,
édicts, tant patentes que missives, et toute escripture privé, l'année commence doresénavant
et soit comptée du premier jour de ce moys de janvier.
Donné à Roussillon, le neufiesme jour d'aoust, l'an de grace
mil cinq cens soixante-quatre. Et de notre règne de quatriesme.
Ainsi signé le Roy en son Conseil»

(IT)

«Vogliamo e ordiniamo che in tutti gli atti, registri, strumenti, contratti, ordinanze,
editti, tanto patenti che missive, e tutte le scritture private, l'anno inizi da ora in avanti
e sia contato dal primo giorno di questo mese di gennaio
Dato a Roussillon, il nono giorno di agosto, nell'anno di grazia
mille cinque cento sessantaquattro. E di nostro regno il quarto.
Così firmato dal Re nel suo Consiglio.»

Caterina de' Medici, che stava fuggendo la peste dichiarata a Lione, aveva allora trovato rifugio, con il figlio Carlo IX e una parte della corte, nel castello di Roussillon, che era stato proprietà del cardinale François de Tournon (1489-1562), dove ella soggiornò dal 17 luglio al 15 agosto 1564. Fu durante questo soggiorno che Carlo IX firmò il famoso editto. Esso non fu applicato che parzialmente:

(FR)

«Les secrétaires d'Etat commencèrent à exécuter cet editto au mois de janvier... 1565, (mais) les secrétaires du roi et le parlement de Paris conservèrent l'ancien usage. Ainsi, on ne doit pas s'étonner si on trouve des edittos, lettres patentes et déclarations datées des mois de janvier (à avril) 1564, 1565 et 1566, et des arrêts d'enregistrement rendus dans les mêmes mois, et qui sont datés des années précédentes, 1563, 1564 et 1565»

(IT)

«I Segretari di Stato cominciarono a dare esecuzione a quest'editto nel mese di gennaio...1565, (ma) i segretari del re e il parlamento di Parigi conservarono l'antica usanza. Così non ci si deve stupire se si trovano degli editti, lettere patenti e dichiarazioni datate dal mese di gennaio (ad aprile) 1564, 1565 e 1566, e dei decreti di registrazione resi negli stessi mesi e che sono datati da anni precedenti, 1563, 1564 e 1565»

Al suo rientro a Parigi, il Re rinnovò il suo editto (dichiarazione del 10 luglio 1566, registrata il 23), ed esso entrò pienamente in vigore all'inizio dell'anno successivo (1567), cioè quattro anni dopo la sua promulgazione.

Antico e nuovo stile[modifica | modifica wikitesto]

I redattori degli atti successivi al 1566 presero l'abitudine, quando scrivevano una data compresa tra gennaio e aprile, di precisare (dopo l'anno) che essi utilizzavano il "nuovo stile". Lo stesso per gli storici, tutti gli anni "moderni" iniziano ormai con il primo gennaio, ma prima del 1567, il periodo di inizio dell'anno (cioè, compreso tra il primo gennaio e la data di Pasqua) riceve retroattivamente una data posteriore di un anno a quella scritta negli atti originali, di qui la necessità di precisare "antico stile" quando citano la data originale, o "nuovo stile" per la data corretta. Così il re Francesco I è morto il giovedì 31 marzo 1547 (nuovo stile), prima della domenica delle Palme, ma per i suoi contemporanei egli è morto nel 1546[7] (antico stile), la domenica di Pasqua e il cambio di anno non intervenenti in quell'anno che il 10 aprile. Questo "antico stile", che accompagna un anno, non deve essere confuso con quello con il quale si indicherà il calendario giuliano in rapporto al nuovo calendario gregoriano, adottato nel 1582, e che è un ritardo da 10 a 13 giorni sul calendario attuale.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) [1]
  2. ^ (FR) Jean-Marc Moriceau e Philippe Madeline, Chroniques paysannes. Du Moyen Âge al XX secolo, France Agricole Editions, 2010, p. 14.
  3. ^ (FR) Isabelle Lévy, Pour comprendre les pratiques religieuses des juifs, des chrétiens et des musulmans, Presses de la Renaissance, 2010, p. 194.
  4. ^ a b Guillaume Blanchard, Compilation chronologique, contenant un recueil en abrégé des ordonnances, edits, déclarations et lettres patentes des Rois de France..., Parigi, Vve Moreau, 1715, p. tomo I, col 868.
  5. ^ Presidiali: tribunali di giustizia creati in Francia durante l'Ancien Régime
  6. ^ Da Manuel de diplomatique di Arthur Giry, Éd. Slatkine, Genève, 1975, p. 113.
  7. ^ 1546, data ancora citata da Père Anselme nel 1726, nella sua Histoire de la Maison Royale de France, tomo I, p. 131.