ESO 137-001

ESO 137-001
Galassia spirale barrata
ESO 137-001 (Telescopio spaziale Hubble)
Scoperta
ScopritoreMing Sun[1]
Data2005
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneTriangolo Australe
Ascensione retta16h 13m 27.305s
Declinazione-60° 45′ 50.59″
Distanza208 milioni a.l.  
Magnitudine apparente (V)1.23′ × 0.55′′
Redshiftz = 0,015565
Caratteristiche fisiche
TipoGalassia spirale barrata
Altre designazioni
ESO 137-1 , ESO 137- G 001, ESO-LV 137-0010, LEDA 57532, PGC 57532
Mappa di localizzazione
ESO 137-001
Categoria di galassie a spirale barrata

ESO 137-001 è una galassia spirale barrata situata in direzione della costellazione del Triangolo Australe alla distanza di circa 200 milioni di anni luce. Fa parte dell'Ammasso del Regolo o Abell 3627, che la galassia sta attraversando a velocità elevata di milioni di chilometri orari[2].

La galassia è stata studiata dal Telescopio spaziale Hubble nella banda dell'ultravioletto e dal telescopio spaziale Chandra nei raggi X ottenendo immagini che esaltano la presenza di una colossale scia che si disperde nello spazio intergalattico per una lunghezza di circa 260.000 anni luce, e che nell'insieme genera una suggestiva immagine che ricorda la morfologia di una medusa. La scia è costituita da un insieme di giovani stelle avvolte da gas, che raggiunge elevate temperature, strappate via dalla galassia tramite un fenomeno chiamato ram pressure stripping[3][4]. Tale fenomeno è il risultato dello scontro tra i gas di una galassia e quelli presenti nello spazio intergalattico di un ammasso.

In questo caso il campo gravitazionale di Abell 3627 allontana stelle, gas e polveri soprattutto dalle regioni periferiche di ESO 137-001 risparmiando, ma solo in parte, la materia situata nel nucleo galattico. Col tempo, la maggior parte delle polveri e del gas saranno allontanati e ESO 137-001 risulterà alla fine del tutto spogliata del materiale necessario alla formazione di nuove stelle.

ESO 137-001, considerata un tipico esempio di galassia medusa, sarà oggetto di uno studio approfondito facente parte delle osservazioni a tempo garantito (GTO) in luce infrarossa con lo strumento MIRI del telescopio Webb,[5] per osservare i siti di formazione stellare nei diversi punti della coda e come il processo di stripping sia evoluto nel tempo e in che modo questo abbia influenzato la formazione di nuove stelle.[6]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Jim Steele, UAH professor watching galaxy he discovered collide with cluster, su uah.edu, The University of Alabama in Huntsville, 11 novembre 2014. URL consultato il 25 aprile 2020.
  2. ^ HubbleSite - NewsCenter - Life Is Too Fast, Too Furious for This Runaway Galaxy (03/04/2014) - Release Images, su hubblesite.org. URL consultato il 29 agosto 2015.
  3. ^ information@eso.org, Spiral galaxy spills blood and guts, su spacetelescope.org. URL consultato il 29 agosto 2015.
  4. ^ information@eso.org, MUSE Reveals True Story Behind Galactic Crash, su eso.org. URL consultato il 29 agosto 2015.
  5. ^ (EN) Space Telescope Science Institute (a cura di), GTO 1178, su stsci.edu. URL consultato il 20 aprile 2019.
  6. ^ (EN) A “Jellyfish” Galaxy Swims Into View of NASA’s Upcoming Webb Telescope, su nasa.gov, 17 aprile 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Oggetti del profondo cielo: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di oggetti non stellari