Divi filius

Divi filius è una frase latina che significa "figlio di un dio" ed era un titolo molto usato dall'imperatore Augusto, pronipote e figlio adottivo di Giulio Cesare.

Ottaviano Augusto[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º gennaio del 42 a.C., quasi due anni dopo l'assassinio di Giulio Cesare ma prima della vittoria finale del secondo triumvirato contro i cesaricidi, il senato riconobbe Cesare come divinità. Da quel momento in poi dunque ci si riferì a lui come Divus Iulius, mentre suo figlio Ottaviano si fece chiamare Divi filius o Divi Iulii filius.[1][2] Questi usò inoltre questo titolo per incrementare il suo prestigio politico e superare i rivali nella scalata al potere. Costituì per lui infatti un utile strumento di propaganda e fu inciso nelle monete da lui battute.[3]

Imperatori successivi[modifica | modifica wikitesto]

Poiché molti imperatori furono divinizzati post mortem, il titolo Divi filius fu assunto dai loro successori, come ad esempio nel caso del successore di Augusto, Tiberio, o come per Nerone e Domiziano.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ronald Syme, The roman revolution, Oxford, Oxford Univ. Press, 2002, ISBN 0-19-280320-4.
  2. ^ (EN) Augustus Gaius Julius Octavius, su roman-empire.net. URL consultato il 16 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 18 marzo 2016).
  3. ^ (EN) Coins of the Emperor Augustus, su usask.ca. URL consultato il 16 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 25 maggio 2009).
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