Diocesi di Aosta

Diocesi di Aosta
Dioecesis Augustana
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Torino
Regione ecclesiasticaPiemonte
 
Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoFranco Lovignana
Vicario generaleFabio Brédy
Vescovi emeritiGiuseppe Anfossi
Presbiteri94, di cui 74 secolari e 20 regolari
1.308 battezzati per presbitero
Religiosi25 uomini, 82 donne
Diaconi15 permanenti
 
Abitanti127.271
Battezzati122.963 (96,6% del totale)
StatoItalia
Superficie3.262 km²
Parrocchie93
 
ErezioneV secolo
Ritoromano
CattedraleSanta Maria Assunta e San Giovanni Battista
Santi patroniSan Grato
IndirizzoRue Mgr Jean-François de Sales, 3/A
11100 Aosta[1]
Sito webwww.diocesiaosta.it
Dati dall'Annuario pontificio 2021 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Il palazzo vescovile di Aosta, in via Mgr Jean-François de Sales.

La diocesi di Aosta (in latino Dioecesis Augustana) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Torino appartenente alla regione ecclesiastica Piemonte. Nel 2020 contava 122.963 battezzati su 127.271 abitanti. È retta dal vescovo Franco Lovignana.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio della diocesi (3.262 km²) coincide con l'intero territorio della Valle d'Aosta. Diocesi e Valle d'Aosta rappresentano non solo un unicum geografico, ma un continuum di storia, cultura e tradizioni.

Due casi fanno eccezione. Il confine della parrocchia di Pont-Saint-Martin, è segnato dal torrente Lys, mentre il confinale comunale di Pont-Saint-Martin si estende da non molti decenni, con nuove abitazioni, ben oltre il Lys, sul territorio della parrocchia di Carema e quindi in diocesi di Ivrea. Le autorità diocesane, per evitare disagi, hanno fatto in modo che gli abitanti residenti a Pont-Saint-Martin facciano riferimento alla parrocchia della diocesi augustana, fatta salva l'integrità territoriale della diocesi di Ivrea e della parrocchia di Carema. La parrocchia di San Nicola di La Thuile comprende anche una porzione minore del comune francese di Séez, dove sorge l'antico ospizio del Piccolo San Bernardo.[2]

Sede vescovile è la città di Aosta, dove si trova la cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista.

La diocesi confina ad ovest con le diocesi francesi di Annecy e di Chambéry, San Giovanni di Moriana e Tarantasia, a nord con la diocesi svizzera di Sion, ad est con la diocesi di Novara e la diocesi di Biella, mentre a sud con la diocesi di Ivrea.

La liturgia si svolge in lingua italiana, con alcuni servizi (soprattutto le letture) in lingua francese. I canti sono spesso in francese. Alcune parrocchie, in particolare quella di Saint-Martin-de-Corléans a Aosta, prevedono la liturgia interamente in lingua francese.

Il territorio è suddiviso in 93 parrocchie raggruppate in 5 zone pastorali (Alta Valle - Courmayeur, Media Valle - Châtillon, Aosta città, Bassa Valle - Pont-Saint-Martin).

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Aosta.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il primo dei vescovi di Aosta storicamente documentato è Eustasio: in sua vece, il prete Grato, che gli succederà, sottoscrive gli atti del secondo sinodo di Milano (451)[3]; dopo di lui sono noti i vescovi Grato, successivamente divenuto patrono della diocesi (la festa ricorre il 7 settembre), e Giocondo. L'esistenza della diocesi è perciò attestata con certezza fin dalla metà del V secolo.

Dopo l'iniziale dipendenza dalla sede metropolitana di Milano, in epoca longobarda fu soggetta all'autorità metropolitica dell'arcivescovo di Vienne; verso la metà del IX secolo entrò a far parte, con Sion nel Vallese e Saint-Jean de Maurienne, della provincia ecclesiastica di Tarantasia in Savoia.

Due grandi santi medievali furono originari della diocesi: sant'Anselmo (1033-1109), abate di Bec-Hellouin e poi arcivescovo di Canterbury; san Bernardo (1008), che fu arcidiacono di Aosta e fondatore del monastero che da lui prende il nome sulla cima del Gran San Bernardo.

Altra figura diocesana di rilievo è stato Antonio di Challant: membro della potente famiglia omonima, arcivescovo di Tarantasia, fu creato cardinale e giocò un ruolo di primo piano nel concilio di Costanza (1414-1418).

La festa del patrono san Grato si celebra il 7 settembre. Fin da tempi remoti la diocesi era caratterizzata da un rito proprio (Almae Ecclesiae Augustensis ritus), soppresso d'autorità dalla Santa Sede nel 1829. Nelle parrocchie della diocesi, l'Angelus non suona a mezzogiorno, ma circa un'ora in anticipo, ora in cui il Consiglio votò l'arresto dell'eresiarca Calvino per ordine del balivo Mathieu de Lostan: secondo una tradizione non confermata da documenti, Calvino sarebbe arrivato a Aosta nel 1536, e ne sarebbe fuggito, grazie all'aiuto di alcuni simpatizzanti locali, rifugiandosi in Svizzera attraverso la Fenêtre de Durand[4]: in memoria di questo evento fu eretta nel 1541 la Croce di Calvino. La Riforma si era già stata imposta nel frattempo nel Vaud, a Ginevra, nel pays de Gex e nel Chiablese e la Confederazione Elvetica mirava a sottrarre la Valle d'Aosta a Casa Savoia, ma questo evento avrebbe segnato la mancata conversione della Valle al protestantesimo.

Nel 1803 la diocesi fu soppressa, insieme ai monasteri locali, dal governo francese ed unita a quella di Ivrea; fu ricostituita il 17 luglio 1817 con la bolla Beati Petri di papa Pio VII e resa suffraganea dell'arcidiocesi di Chambéry.

Solo nel 1862, dopo la cessione della Savoia alla Francia, la diocesi divenne suffraganea di Torino.

Fino al 1951 il vescovo di Aosta portava il titolo nobiliare di conte, timbrando lo scudo con la corona corrispondente, in virtù del potere temporale esercitato almeno dal 1200 sul feudo di Cogne, nel quale possedeva anche un castello che si erge tuttora parzialmente trasformato (castello reale) presso la chiesa parrocchiale della rinomata località nel cuore del parco del Gran Paradiso. Era parimenti signore feudale di Issogne, feudo che - munito di un modesto castello - venne ceduto ai conti di Challant nel XV secolo.

All'ingresso di ogni nuovo vescovo, è tradizione che le Autorità lo accolgano all'ingresso della Valle, a Pont-Saint-Martin, offrendogli un cappello di colore verde.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi nel 2020 su una popolazione di 127.271 persone contava 122.963 battezzati, corrispondenti al 96,6% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1905 ? 82.000 ? 212 188 24 ? ? ? ? 87
1950 89.700 90.000 99,7 166 148 18 540 20 252 89
1959 100.000 100.276 99,7 171 146 25 584 36 263 90
1970 108.550 108.851 99,7 176 144 32 616 47 233 94
1980 112.754 114.176 98,8 170 132 38 663 1 50 215 94
1990 113.350 115.216 98,4 160 125 35 708 9 47 147 93
1999 118.408 120.700 98,1 144 107 37 822 10 40 142 93
2000 118.400 120.700 98,1 143 104 39 827 11 43 138 93
2001 118.385 120.952 97,9 137 101 36 864 1 39 131 93
2002 118.000 120.870 97,6 136 100 36 867 12 40 128 93
2003 118.000 120.800 97,7 134 101 33 880 12 37 126 93
2004 117.700 121.000 97,3 134 101 33 878 13 36 268 93
2006 119.546 122.589 97,5 124 96 28 964 13 38 135 93
2012 128.943 133.218 96,8 104 80 24 1.239 15 36 123 93
2015 125.336 128.612 97,5 108 79 29 1.160 16 38 111 93
2018 124.043 127.797 97,1 107 80 27 1.159 15 35 101 93
2020 122.963 127.271 96,6 94 74 20 1.308 15 25 82 93

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Diocesi di Aosta - Diocèse d'Aoste : sito ufficiale.
  2. ^ Dal sito web Archiviato il 15 marzo 2018 in Internet Archive. della diocesi di Aosta.
  3. ^ Savio, op. cit., pp. 70-72.
  4. ^ (FR) Annales valaisannes - Une énigme historique. Calvin au col de Fenêtre en 1536.
  5. ^ Amato Pietro Frutaz, Le fonti per la storia della Valle d'Aosta, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1966, p. 289. (FR) Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. I, École française de Rome, 1999, p. 720 (Euthasius).
  6. ^ (FR) Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. I, École française de Rome, 1999, p. 64 (Agnellus 6).
  7. ^ Amato Pietro Frutaz, Le fonti per la storia della Valle d'Aosta, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1966, p. 290. (FR) Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), vol. I, École française de Rome, 1999, p. 884 (Gallus 2).
  8. ^ Prima di Liutfredo, Savio menziona tre altri vescovi di Aosta: Ugo, in epoca incerta e di presenza dubbia; Anselmo, documentato nel novembre 923; Gezone, documentato nel 960 circa.
  9. ^ Secondo Savio, Anselmo è già documentato in un sinodo francese del 990.
  10. ^ Questo Anselmo non è citato da Savio, il quale parla, con beneficio del dubbio, di un Guigo, divenuto vescovo di Aosta nel 1033 o nel 1034.
  11. ^ Secondo Savio (op. cit., p. 101), Rodolphe du Châtelard non acconsentì alla sua elezione sulla sede di Aosta, pur rimanendone amministratore apostolico.
  12. ^ Secondo gli autori di Gallia Christiana morì il 5 febbraio 1266, mentre un codice della cattedrale di Aosta indica la sua morte nel 1263 (o 1264 secondo Savio).
  13. ^ Data in cui è menzionato come vescovo eletto.
  14. ^ Secondo Gams muore nel 1326.
  15. ^ Secondo Gams muore il 4 luglio 1399.
  16. ^ Traslazione e nomina del successore furono disposte dall'antipapa Felice V. Secondo alcuni autori, fra cui Eubel, sarebbe stato traslato alla diocesi di Nizza, tesi confutata in modo definitivo da Amato Pietro Frutaz, Le fonti per la storia della Valle d'Aosta, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1966, pp. 337-338
  17. ^ Secondo Gams muore il 27 febbraio.
  18. ^ Secondo Gams muore il 19 dicembre.
  19. ^ Secondo Gams muore il 18 marzo.
  20. ^ Nominato arcivescovo titolare di Traianopoli di Rodope.
  21. ^ Nominato vescovo titolare di Limata.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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