Diagnosi (tassonomia)

In tassonomia la diagnosi è una descrizione scritta di una specie o di altri taxa che la valga a distinguere da tutte le altre. In particolare, una descrizione scritta, originariamente in latino, e pubblicata.

Il termine, dal latino diagnōsis, attraverso il greco antico διάγνωσις (diágnōsis, da διαγιγνώσκειν: diaghignóskein, capire), è la procedura di ricondurre a una categoria un fenomeno o un gruppo di fenomeni, dopo averne considerato ogni aspetto.[1] Il processo diagnostico sfrutta in qualche modo concetti riconducibili al teorema di Bayes, intuitivamente o esplicitamente.[2]

Inizialmente Aristotele utilizzò alcuni caratteri animali, particolarmente utili, per la diagnosi tassonomica, ovvero per decidere a quale raggruppamento appartenesse una determinata creatura, questo diversamente da Platone, che aveva teorizzato l'individuazione di un unico rappresentativo carattere per l'assegnazione ad una determinata categoria dei viventi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ diagnosi, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ P. Giaretta, ESTENSIONI DELL'APPROCCIO BAYESIANO ALLA PRATICA CLINICA (PDF), in Filosofia della medicina. Metodi, modelli, cura ed errori, Mulino, 2009.

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