Cronologia della guerra civile spagnola

Voce principale: Guerra civile spagnola.

Cronologia del conflitto[modifica | modifica wikitesto]

Anno 1936[modifica | modifica wikitesto]

16 febbraio
Il Fronte Popolare vince le elezioni.
14 marzo
Viene arrestato José Antonio Primo de Rivera, figlio del dittatore Miguel Primo de Rivera e fondatore della Falange, insieme al fratello Miguel.
19 marzo
Viene arrestato Onésimo Redondo Ortega, fondatore delle Juntas de Ofensiva Nacional-Sindicalista e dirigente della Falange.
9 luglio
Il marchese di Heredia, cugino dello stesso José Antonio Primo de Rivera, viene ucciso da José Castillo[1][2][3], tenente degli "Asaltos" e militante socialista.
12 luglio
Lo stesso José Castillo, è ucciso da quattro falangisti davanti alla sua abitazione come vendetta per la morte del marchese di Heredia.
13 luglio
In rappresaglia per l'omicidio di Castillo, José Calvo Sotelo, leader della destra monarchica, è sequestrato e ucciso dagli "Asaltos".
17 luglio
Sollevazione dell'esercito di stanza nelle colonie in Marocco, e arresto del generale Manuel Romerales Quintero, comandante militare della circoscrizione orientale del Protettorato del Marocco.
18 luglio
La sollevazione si estende alla Spagna metropolitana.
19 luglio
Franco vola dalle Canarie a Tétouan e prende il comando dell'esercito in Africa.
Santiago Casares Quiroga si dimette da capo del governo repubblicano.
Diego Martínez Barrio cerca di formare un nuovo governo, ma non riesce a ottenere un sostegno parlamentare sufficientemente ampio.
José Giral forma un governo, che ordina la distribuzione di armi alla popolazione.
20 luglio
Inizio dell'Assedio dell'Alcázar di Toledo da parte dei repubblicani. Quello stesso giorno muore in un incidente aereo il comandante in capo delle forze nazionaliste José Sanjurjo. Emilio Mola diviene comandante dell'armata nazionalista nel nord della Spagna, e Francisco Franco diviene comandante nel sud.
21 luglio
Gli insorti nazionalisti hanno il controllo delle zone spagnole del Marocco, delle Isole Canarie, delle Baleari (eccetto Minorca) della parte della Spagna a nord della Sierra de Guadarrama e del fiume Ebro (eccetto le Asturie, Santander, il nord dei Paesi Baschi, e della Catalogna). Tra le città principali, gli insorti tengono Siviglia, ma i repubblicani hanno il controllo di Madrid e Barcellona, dove 12 000 soldati ribelli sono costretti a desistere dalla polizia lealista e da milizie operaie.
23 luglio
Durante l'assedio dell'Alcázar di Toledo viene assassinato dai miliziani il giovane figlio del comandante dei nazionalisti, Luis Moscardò.
24 luglio
I nazionalisti formano un governo, nella forma della Giunta di difesa nazionale (in spagnolo, Junta de Defensa Nacional) presieduto da Miguel Cabanellas Ferrer, che si riunisce per la prima volta a Burgos.
28 luglio
Primi arrivi di aeroplani tedeschi e italiani in aiuto dei nazionalisti.
luglio-agosto
Collettivizzazioni dei terreno agricoli.
30 luglio
Viene arrestato a Madrid dai repubblicani il poeta Ramiro de Maeztu
7 agosto
Inizio dell'appoggio francese alla Repubblica, con invio di armi e aeroplani.
8 agosto
La Francia chiude la frontiera con la Spagna, in seguito a pressioni britanniche per non intervenire nel conflitto.
14 agosto
Le forze nazionaliste guidate dal colonnello Juan Yagüe prendono Badajoz dopo una battaglia durata 28 giorni, unendo le due parti del territorio in mano ai nazionalisti. Dopo la resa della città i franchisti commettono uno dei più gravi eccidi della guerra noto come il Macello di Badajoz.
16 agosto
Truppe repubblicane sotto il comando del capitano Alberto Bayo sbarcano a Maiorca e stabiliscono una piccola base, sotto pesanti bombardamenti italiani. Verranno comunque sconfitte meno di un mese dopo, il 12 settembre.
19 agosto
Viene fucilato da militanti della CEDA il poeta Federico García Lorca.
4 settembre
I socialisti prendono la guida del governo repubblicano con Francisco Largo Caballero.
9 settembre
Conferenza di Londra sul non intervento in Spagna. Fra le nazioni democratiche il Messico è l'unico a esprimere appoggio al governo repubblicano, ritenendo che assumere una posizione neutrale tra un governo democratico e una giunta militare non sia una posizione appropriata e che il non interventismo fornirebbe grande appoggio ai nazionalisti.
14 settembre
Il Papa esprime condanna nei confronti del governo repubblicano.
19 settembre
I nazionalisti prendono il controllo della Guinea spagnola (oggi Guinea Equatoriale).
21 settembre
La Giunta di difesa nazionale, riunita in Burgos, decide in una riunione segreta di nominare Francisco Franco quale comandante generale delle truppe nazionaliste.
27 settembre
L'Alcázar di Toledo, assediato per 70 giorni dal Repubblicani, viene soccorso dalle Truppe nazionaliste che liberano gli assediati comandati dal colonnello Moscardó.
29 settembre
Incrociatori nazionalisti ottengono una vittoria decisiva, sottraendo il controllo dello Stretto di Gibilterra alla Repubblica. Il Comintern approva la creazione delle Brigate Internazionali.
1º ottobre
Franco si dichiara capo dello Stato e Generalissimo.
Il governo repubblicano concede l'autonomia ai Paesi Baschi (Biscaglia e Gipuzkoa) come Euzkadi, con José Antonio Aguirre come presidente.
3 ottobre
Viene nominato capo del governo nazionalista il generale Fidel Dávila Arrondo e Franco capo provvisorio dello Stato.
6 ottobre
In opposizione alla fornitura di aiuto ai nazionalisti da parte di Germania, Italia e Portogallo, l'URSS dichiara di rifiutare il non interventismo e di voler vendere armi ai repubblicani.
7 ottobre
Formata la prima Brigata Internazionale ad Albacete.
29 ottobre
Vengono fucilati dai repubblicani il poeta Ramiro de Maeztu e il filosofo Ramiro Ledesma Ramos
4 novembre
Con i nazionalisti alle porte di Madrid, gli anarchici della CNT si uniscono al governo di Largo Caballero.
6 novembre
La difesa di Madrid viene organizzata sotto la direzione della recentemente creata Junta de Defensa, diretta dal generale José Miaja.
Il governo repubblicano si sposta a Valencia.
8 novembre
Inizio della battaglia di Madrid.
Arrivo delle prime Brigate Internazionali.
18 novembre
Italia e Germania riconoscono il governo di Franco.
19 novembre
Il leader anarchico Buenaventura Durruti viene ferito gravemente durante i combattimenti a Madrid. Muore il giorno seguente.
20 novembre
José Antonio Primo de Rivera viene giustiziato in carcere ad Alicante, dove era stato tenuto prigioniero da prima dell'inizio dell'insurrezione.
23 novembre
La battaglia di Madrid finisce con entrambe le parti esauste e il fronte stabilizzato, impedendo quindi una rapida vittoria nazionalista.
10 dicembre
Mussolini decide di inviare un primo contingente di 3 000 Camicie nere in appoggio ai nazionalisti.[4]

Anno 1937[modifica | modifica wikitesto]

Franco fece un altro tentativo per catturare Madrid nel gennaio e febbraio del 1937, ma fallì di nuovo. All'inizio di febbraio venne presa la città di Malaga e il 28 aprile gli uomini di Franco entrarono a Guernica, due giorni dopo il bombardamento della città da parte della Legione Condor tedesca. Dopo la caduta di Guernica il governo repubblicano si riorganizzò e incominciò a controbattere con sempre maggiore efficacia.

In maggio il governo si mosse per riconquistare Segovia, costringendo Franco a togliere truppe dal fronte di Madrid per fermarne l'avanzata. Mola, il comandante in seconda di Franco, rimase ucciso in un incidente aereo il 3 giugno. Ai primi di luglio, il governo lanciò una forte controffensiva nell'area di Madrid, che i nazionalisti respinsero con difficoltà.

Successivamente Franco riprese l'iniziativa, invadendo l'Aragona in agosto e prendendo le città di Santander e Gijón. Il 28 agosto il Vaticano riconobbe il governo di Franco e alla fine di novembre, con i nazionalisti che premevano su Valencia, il governo si spostò di nuovo, a Barcellona.

Avvenimenti principali dell'anno:

17 gennaio
I nazionalisti incominciano la battaglia per prendere Malaga. Tre colonne nazionaliste, formate da legionari italiani, convergono sulla città da Siviglia e Granada, coadiuvate da un attacco di truppe spagnole lungo la costa.
18 gennaio
Barcellona è sottoposta al primo bombardamento navale operato illegalmente dal sommergibile italiano Torricelli: in 12 minuti i pezzi da 120 mm sparano 43 granate, colpendo le navi attraccate e i depositi della compagnia petrolifera Campsa[5].
6 febbraio
Le truppe repubblicane arrivano ad Almería, dopo una ritirata da Malaga male organizzata e sotto il costante bombardamento dell'artiglieria tedesca.
6-24 febbraio
Offensiva nazionalista di Jarama da parte delle forze guidate dal generale Orgaz, che tentano di isolare Madrid. Nei pesanti combattimenti le forze repubblicane, comandate dai generali Pozas e Miaja, riescono a impedire che l'obiettivo venga raggiunto. Le perdite ammontarono a 6 000 nazionalisti e circa 10 000 repubblicani.[4]) L'8 febbraio viene occupata anche Malaga, bombardata nei due giorni precedenti dalla legione Condor.
13 febbraio
Ancora un'azione corsara da parte di una nave da guerra italiana ai danni di Barcellona: l'incrociatore Eugenio di Savoia apre il fuoco da 9 000 metri al largo e in poco meno di cinque minuti si abbattono sulla città 9 salve di 72 proiettili da 152 mm. Colpiti gli stabilimenti aeronautici dell'Elizalde, e una caserma. Si contano sedici morti, fra civili e militari.
8-23 marzo
Svolgimento della Battaglia di Guadalajara, un altro tentativo di isolare Madrid, cui partecipò il Corpo Truppe Volontarie italiano. Dopo una rapida avanzata dei nazionalisti e delle truppe italiane, i repubblicani contrattaccano, aiutati dai carri armati e dagli aerei di fabbricazione sovietica. In questo frangente si scontrano per la prima volta legionari fascisti italiani con i fuoriusciti "garibaldini" italiani delle Brigate Internazionali; nonostante le maggiori perdite repubblicane e il termine della battaglia per esaurimento delle energie di entrambi i contendenti, gli italiani, che avevano un'iniziale schiacciante maggioranza numerica, subiscono una battuta d'arresto, sfruttata dalla propaganda fino a ingigantirne gli effetti sul morale.
31 marzo
Inizio dell'offensiva nazionalista del generale Mola per prendere Bilbao, difesa dalle forze sotto il comando del generale Llano de la Encomienda.
19 aprile
Emanazione del Decreto di Unificazione: Franco dichiara lo scioglimento di tutti i movimenti nazionalisti e l'unificazione della Falange, della CEDA e dei carlisti, creando così la Falange Española Tradicionalista y de las Juntas de Ofensiva Nacional-Sindicalista (FET y de las JONS), dal 1938 Movimiento Unificado.
26-28 aprile
Bombardamento di Guernica da parte della Legione Condor.
3-8 maggio
Insurrezione operaia a Barcellona (le giornate di maggio). Si scontrano il POUM (partito comunista antistalinista) e la CNT (sindacato anarchico) da una parte, contro il PSUC (partito comunista catalano) e Guardia de Asalto (polizia) dall'altra, in seguito ai decreti governativi che imponevano lo scioglimento delle milizie non regolari e alla presa con la forza della Telefónica (sede del servizio telefonico di Barcellona già sotto controllo operaio dei lavoratori stessi di telefonia pubblica) da parte delle forze governative. Numerosi esponenti di spicco del POUM e anarchici vengono arrestati e uccisi. Tra loro l'italiano Camillo Berneri. George Orwell, miliziano del POUM, riesce a mettersi in salvo.
17 maggio
Cade il governo di Largo Caballero. Juan Negrín, socialista, diviene capo del governo.
3 giugno
Il generale Emilio Mola, capo delle forze nazionaliste muore in un incidente aereo (mai chiarite le cause). Fidel Dávila prende il comando delle sue truppe, che stanno attaccando Bilbao, mentre Franco diviene il comandante in capo.
16 giugno
Il POUM viene messo fuori legge dal governo centrale e i suoi leader sono arrestati.
17 giugno
La Jaime I, una delle migliori navi dei repubblicani, viene affondata a Cartagena.
19 giugno
Bilbao viene presa dai franchisti, causando il collasso del sistema difensivo repubblicano, ottimisticamente chiamato Cinturón de Hierro ("Cinturone di ferro").
21 giugno
Agenti sovietici assassinano il capo del POUM, Andreu Nin.
24 giugno
L'aereo delle Forze repubblicane Caudron-Renault FA-OHX, partito dall'aeroporto di Valencia, è costretto all'atterraggio di fortuna sulla spiaggia di Zarauz, per assenza di carburante. Il velivolo trasporta l'intero Stato Maggiore - composto da un generale russo, due ufficiali inglesi e un ufficiale francese - inviato per organizzare la difesa della città di Santander, assediata dai Franchisti. I quattro vengono arrestati e immediatamente trasferiti al Quartier generale di Francisco Franco[6].
5-28 luglio
Battaglia di Brunete. Tentando di ridurre la pressione nazionalista su Madrid, il generale Miaja ordina un'offensiva, guidata dai generali Juan Modesto e Enrique Jurado. Questi prendono Brunete, spostando il fronte di otto chilometri. Il contrattacco nazionalista, guidato dal generale José Enrique Varela annulla quasi completamente questo vantaggio.
novembre
Il governo repubblicano lascia Valencia per Barcellona.
15 dicembre
Inizio della battaglia di Teruel.

Anno 1938[modifica | modifica wikitesto]

Fiat C.R.32 del XVI Gruppo Autonomo "Cucaracha" scortano un Savoia-Marchetti S.M.81 in una missione di bombardamento.

Le due parti si scontrarono sul possesso della città di Teruel durante tutto gennaio e febbraio, con i nazionalisti che infine ne presero il controllo definitivo il 22 febbraio. Il 14 aprile, i nazionalisti arrivarono al Mar Mediterraneo tagliando in due la parte di Spagna controllata dai repubblicani. Il governo cercò di trattare la pace in maggio, ma Franco chiese la resa incondizionata e la guerra continuò a infuriare.

Il governo allora pose tutte le sue risorse in una campagna per riconnettere le due parti del suo territorio, nella Battaglia dell'Ebro, che cominciò il 24 luglio e durò fino al 26 novembre. Il fallimento dell'obiettivo determinò lo sviluppo finale della guerra. Otto giorni prima dell'anno nuovo, Franco reagì lanciando un massiccio attacco alla Catalogna.

Avvenimenti principali dell'anno:

8 gennaio
Le truppe repubblicane, comandate dai Generali Hernández Sarabia e Leopoldo Menéndez prendono la città di Teruel, dopo la resa del colonnello Rey d'Harcourt. Le dure condizioni climatiche dell'inverno impediscono il tempestivo arrivo delle truppe inviate da Franco sotto il comando dei generali Varela e Aranda.
29 gennaio 1938
Francisco Franco diviene capo del governo, restando anche capo provvisorio dello Stato.
20 febbraio
Le truppe repubblicane sono costrette ad abbandonare Teruel e a dirigersi verso Valencia, sotto la pressione delle truppe marocchine del generale Yagüe. Fine della battaglia di Teruel.
6 marzo
Battaglia navale di Capo Palos (un incrociatore nazionalista, il Baleares, viene affondato da un incrociatore repubblicano).
9 marzo
Viene emanata dal governo nazionalista la prima delle otto Leggi fondamentali del Regno (Leyes Fundamentales del Reino), che verranno abrogate solo nel 1978.
13 marzo
La Francia riapre le frontiere per permettere il transito di armi nella zona repubblicana.
5 aprile
Il Ministro della Difesa, il socialista Indalecio Prieto si dimette per protestare contro il livello dell'influenza sovietica sull'esercito.
15 aprile
I nazionalisti raggiungono il Mediterraneo a Vinaroz, dividendo in due la zona repubblicana.
giugno
La Francia chiude nuovamente il confine.
24 luglio
Inizio della battaglia dell'Ebro. Le forze repubblicane tentano di distogliere i nazionalisti dall'attaccare Valencia e di diminuire la pressione sulla Catalogna. In un primo momento le truppe repubblicane, comandate dal generale Modesto, ottengono un considerevole successo, ma vengono limitate dalla supremazia aerea nazionalista. I pesanti combattimenti continuano fino a novembre.
21 settembre
Juan Negrín, capo del governo repubblicano, in un discorso alla Società delle Nazioni, annuncia che le Brigate Internazionali verranno ritirate dalle zone di combattimento. Il ritiro ha inizio il 4 ottobre.
30 ottobre
I nazionalisti contrattaccano, costringendo le truppe repubblicane a ritirarsi, riattraversando l'Ebro.
2 novembre
I nazionalisti affondano la nave repubblicana SS Cantabria al largo di Norfolk, nel Mare del Nord.
18 novembre
Fine della battaglia dell'Ebro.
23 dicembre
Incomincia la battaglia per Barcellona. Viene lanciato un attacco nazionalista a sei punte, con file separate che vanno dai Pirenei all'Ebro. I franchisti prendono Borjas Blancas, circondano Tarragona e raggiungono la periferia di Barcellona. Il governo repubblicano si ritira da Barcellona a Gerona, anche se le sue truppe continuano a mantenere la difesa della città.

Anno 1939[modifica | modifica wikitesto]

I nazionalisti conquistarono la Catalogna, con una campagna tumultuosa, durante i primi due mesi del 1939. Tarragona cadde il 14 gennaio, Barcellona il 26 gennaio e Gerona il 5 febbraio. Cinque giorni dopo la caduta di Gerona, l'ultima resistenza in Catalogna fu spezzata.

Il 27 febbraio, i governi di Regno Unito e Francia riconobbero con riluttanza il regime franchista. Solo Madrid e pochi altri capisaldi rimasero nelle mani delle forze governative. Il 28 marzo, Madrid cadde nelle mani dei nazionalisti. Il giorno seguente, anche Valencia, che aveva resistito sotto i cannoni dei nazionalisti per quasi due anni, si arrese.

La vittoria venne proclamata il 1º aprile, quando l'ultima delle forze repubblicane comunicò la resa. Avvenimenti principali dell'anno:

15 gennaio
La Francia, ancora una volta, permette il passaggio di armi verso la Repubblica.
26 gennaio
Barcellona cade nelle mani dei nazionalisti.
5 febbraio
I nazionalisti prendono Gerona, l'esercito repubblicano in Catalogna è stato virtualmente disintegrato.
27 febbraio
Francia e Regno Unito riconoscono il Regime franchista.
28 febbraio
Manuel Azaña si dimette da Presidente della Repubblica.
4 marzo-12 marzo
Colpo anticomunista del colonnello Segismundo Casado e di Cipriano Mera. Nelle strade di Madrid, c'è una guerra civile all'interno della guerra civile. Il Consejo de Defensa Nacional (Consiglio di Difesa Nazionale), guidato dal colonnello Casado, cerca di negoziare con Franco.
Il governo repubblicano fugge in esilio in Francia.
28 marzo
Con la virtuale disintegrazione dell'esercito repubblicano, i nazionalisti prendono Madrid.
29 marzo
Cadono Cuenca e Almería.
30 marzo
Cadono Valencia e Alicante.
31 marzo
Fine effettiva delle ostilità.
1º aprile
Francisco Franco annuncia la fine della guerra.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hugh Thomas, cit., p. 123
  2. ^ Indro Montanelli e Mario Cervi, cit., p. 14
  3. ^ Arrigo Petacco, cit., p. 9
  4. ^ a b John F. Coverdale, The Battle of Guadalajara, 8-22 March 1937, in Journal of Contemporary History, vol. 9,, No. 1, Sage Publications, Ltd., gennaio 1974, pp. 53-75. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato il 31 gennaio 2017). Accesso condizionato via Jstor.
  5. ^ Angelo Emiliani: La difesa aerea di Barcellona, su Storia Militare n. 4 anno I -gennaio 1994; p. 19
  6. ^ La Stampa Sera, "Santander vuole arrendersi ?", 25 giugno 1937, p. 1

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]